Il caso di Giulio Regeni potrebbe essere sempre più vicino ad una svolta decisiva sebbene potrebbe non trattarsi ancora della verità su quanto accadde in Egitto a scapito del giovane studente 28enne. Nei prossimi giorni, come riporta Tiscali.it, scopriremo infatti se la collaborazione tra gli investigatori italiani e quelli egiziani ha portato alla scoperta della verità sulla morte di Regeni o se occorrerà adottare le opportuna “contromisure” come annunciato dal ministro Gentiloni. L’attesa è tutta per questa sera, in occasione dell’arrivo a Roma dei magistrati e degli investigatori egiziani. Domani i responsabili egiziani incontreranno il pm Colaiocco e le squadre del Ros e dello Sco, fino alle giornate decisive di venerdì e sabato quando emergerà il resoconto del lavoro egiziano. Una svolta inevitabile che, si spera, possa portare con sé anche la verità.



Dopo le lettere anonime sul caso della morte di Giulio Regeni pubblicate dalla Repubblica, arriva la risposta degli inquirenti italiani che indagano sulla morte del ricercatore. Secondo quanto si legge su Tgcom24 gli inquirenti “non prenderanno in considerazione le lettere anonime arrivate ai media, in cui si accusano il generale Khaled Shalabi, il ministro dell’Interno egiziano e il presidente Al Sisi di essere coinvolti nell’omicidio del dottorando”. Gli inquirenti fanno infatti sapere che per quanto riguarda queste ultime rivelazioni sulla morte di Giulio Regeni “si tratta di un anonimo, uno dei tanti in casi come questo di forte risonanza mediatica. Non ha rilevanza giudiziaria”.



Sarebbero implicate le più alte cariche dello Stato egiziane nella morte di Giulio Regeni. A rivelarlo sarebbero delle lettere anonime inviate a La Repubblica: una persona che si dice appartenente alla polizia segreta egiziana scrive da giorni delle mail al quotidiano in cui sostiene una ricostruzione dei fatti che rispecchia le sevizie rivelate dall’autopsia italiana. Ecco la lettera dell’anonimo riportata da La Repubblica: “L’ordine di sequestrare Giulio Regeni è stato impartito dal generale Khaled Shalabi, capo della Polizia criminale e del Dipartimento investigativo di Giza. Fu Shalabi, prima del sequestro, a mettere sotto controllo la casa e i movimenti di Regeni e a chiedere di perquisire il suo appartamento insieme ad ufficiali della Sicurezza Nazionale. Fu Shalabi, il 25 gennaio, subito dopo il sequestro, a trattenere Regeni nella sede del distretto di sicurezza di Giza per ventiquattro ore”. (clicca qui per leggere tutto)



Il caso di Giulio Regeni, il ragazzo ucciso in circostanze davvero misteriose in Egitto in questo inizio 2016: il governo egiziano continua in un tira e molla di dichiarazioni che non convincono per nulla né gli inquirenti italiani né il governo italiano e ovviamente tantomeno la famiglia del povero ragazzo torturato e lasciato morto in mezzo ad una strada. «Sul caso Giulio Regeni siamo alla vigilia di importanti incontri che potrebbero essere decisivi per lo sviluppo delle indagini», lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni durante il riferimento al Senato ieri pomeriggio. Per il capo della diplomazia italiana, impegnato in prima fila per trovare la verità sul caso Giulio Regeni, «ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo». Gentiloni ha ribadito che il dossier inviato in Italia a marzo dagli investigatori egiziani era assai carente e se non ci sarà un cambio di marcia il governo italiano sarà “pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate. Domani o al massimo dopodomani (7-8 aprile) dovrebbe tenersi l’incontro tra gli inquirenti di Italia ed Egitto a Roma, smentendo di fatto quanto detto giorni fa da presunti media egiziani. Il capo dell’ufficio di cooperazione internazionale della procura egiziana Kamel Samir Girgis, all’Ansa ha raccontato come «le notizie pubblicate sull’annullamento della visita degli inquirenti egiziani in Italia sono false e destituite di ogni fondamento». Vi saranno ulteriori novità negli incontri dei prossimi giorni? Qualche elemento che possa dare alla visione di questo orrendo fatto di cronaca e intrigo internazionale una possibile via di chiusura legata all’intera verità riguardo questo povero ragazzo ricercatore, Giulio Regeni