Mancherebbero ancora alcuni tasselli nel giallo di Isabella Noventa, la segretaria della provincia di Padova uccisa lo scorso 15 gennaio. La sola confessione di Manuela Cacco, infatti, non basterebbe a confermare la colpevolezza di Debora Sorgato e le vere risposte potrebbero arrivare proprio da uno dei tasselli mancanti: il corpo. Dove sarebbe stato gettato il cadavere della donna? Gli inquirenti continuano a chiederselo ormai da settimane, sebbene le operazioni di ricerca finora effettuate non abbiano portato ad alcun risultato apprezzabile. Oltre al corpo mancherebbero anche il movente e l’arma del delitto. Tornando al cadavere, le cui ricerche sarebbero sospese già da diversi giorni, secondo quanto riportato da “PadovaOggi.it” queste non sarebbero ferme in modo definitivo ma solo “mirate”, come dimostrato con le recenti che hanno interessato il deposito della Q8 nelle vicinanze del locale Relax ma dagli esiti negativi.
A quasi due mesi dal suo arresto per il delitto di Isabella Noventa, per la prima volta ha parlato Debora Sorgato, sebbene non direttamente agli inquirenti. La donna, secondo quanto riferito dal quotidiano Il Gazzettino, avrebbe dichiarato: “Su di me sono state detto solo infamità. Un mucchio di bugie e nulla di più”. Fino ad ora, come sottolinea il quotidiano, la Sorgato, presunta assassina della segretaria, non si sarebbe mai lamentata. Ciò che colpisce, tuttavia, sarebbe soprattutto il suo rifiuto a collaborare con gli inquirenti nella soluzione del caso che la vede accusata di omicidio premeditato insieme al fratello Freddy ed a Manuela Cacco, la tabaccaia che l’avrebbe accusata di essere la sola assassina, stando ad un suo presunto racconto della sera del delitto. “La mia persona in questi mesi è stata solo infangata e basta. Sembra che ci sia gusto ad attaccarmi”, avrebbe ancora riferito Debora al suo legale difensore.
La difesa di Debora Sorgato, presunta assassina di Isabella Noventa ed in carcere per il delitto della segretaria insieme al fratello Freddy e a Manuela Cacco, starebbe correndo ai ripari arricchendo la propria squadra di un’importante presenza. E’ questa l’ultima indiscrezione che emerge dal quotidiano Padova Oggi, secondo il quale accanto ai due avvocati difensori della donna, Roberto Morachiello e Francesco Lava, si sarebbe aggiunto anche il noto avvocato penalista Carlo Augenti. Si tratterebbe al momento di una mera indiscrezione diffusa dai quotidiani locali nelle ultime ore, in quanto la nomina non troverebbe ancora l’ufficialità. La posizione di Debora, ricordiamolo, dopo la confessione di Manuela Cacco si sarebbe aggravata in quanto la tabaccaia l’avrebbe indicata come la vera assassina di Isabella Noventa, uccisa in casa di Freddy con alcuni colpi di mazzetta in testa e poi finendola con un sacchetto di plastica attorno al capo che ne avrebbe causato il decesso per asfissia.
Il caso di Isabella Noventa purtroppo, a due mesi e mezzo dalla scomparsa, resta tutt’altro che chiuso: il fatto peggiore purtroppo è conosciuto, con la donna che è stata assassinata, secondo la confessione di Manuela Cacco, da Debora Sorgato, alla presenza di Freddy che però non sarebbe stato materialmente l’esecutore e nemmeno l’ideatore. Ebbene, tra dubbi, prove che ancora sono al vagli, esami dna in attesa, il dubbio massimo rimane: dove è il corpo di Isabella Noventa? Ancora non spunta purtroppo, per i silenzi degli arrestati, con ieri la Mobile di Padova che ha ispezionato un deposito Q8 per cui lavorava Freddy ma che non ha prodotto novità. Durante la conferenza stampa di fine marzo il cappella Mobile, Di Munno, aveva detto che le ricerche erano sospese perché serve un nuovo elemento, dopo 26 giorni di ricerche con tanti uomini e mezzi ad alti cosi, anche di vita umana vista la morte terribile del sommozzatore. «Il raggio di azione, visti i tempi, è al massimo di 10 km» ma allora perché ancora non si trova?
Sono state sospese in questi giorni le ricerche del corpo di Isabella Noventa fra le acque del Brenta ed anche le più recenti indagine, dirette invece nel deposito Q8 di San Lazzaro, non avrebbe dato alcun esito. Secondo il Mattino di Padova si trattava di una possibile pista, dato che è il luogo in cui lavorava Freddy Sorgato e che si trova vicino al locale Relax, frequentato sia dall’autotrasportatore che da Manuela Cacco. E’ lo stesso locale in cui i due inoltre si sono recati subito dopo la messinscena sulla scomparsa di Isabella Noventa. Tuttavia si è trattato ancora una volta di un buco nell’acqua ed il corpo della vittima sembra quasi svanito nel nulla. Manca all’appello anche l’arma del delitto, la mazzetta con cui, secondo Manuela Cacco, sarebbe stata uccisa Isabella per mano di Debora Sorgato. Sono tanti i tasselli mancanti nel caso, comprenso anche il movente indicato sempre dalla Cacco in una presunta derisione di Isabella Noventa ai danni di Debora. E’ anche per riuscire a comporre tutte le tessere di un puzzle senza fine che gli inquirenti in questi giorni stanno analizzando i telefoni cellulari -otto in tutto- ed il materiale informatico sequestrato a Manuela Cacco e ai fratelli Sorgato. La speranza degli inquirenti in questo caso è di trovare anche una piccola traccia che possa far avanzare le indagini. Il racconto di Manuela Cacco infatti si limita ad un resoconto di un colloquio riferito da Debora Sorgato, ma senza un corpo che confermi la sua versione è difficile da dire. Rimane ferma la posizione degli inquirenti, riporta il Corriere del Veneto, nel considerare che Debora e Freddy Sorgato avrebbero agito con premeditazione, a partire dall’incontro fra il ballerino ed Isabella Noventa. Il racconto della Cacco però vacilla in un punto, ovvero nel fatto che afferma di aver appreso del delitto solo in un secondo momento. Un particolare che getta dei dubbi sul motivo che l’avrebbe spinta ad usare il cellulare intestato al padre malato solo per quella sera, dopo che era rimasto inattivo per mesi.