Nell’ambito del processo a Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, ha fatto molto discutere la notizia del figlio 14enne tra i testimoni chiamati a deporre da parte della difesa del muratore di Mapello. Il ragazzo minorenne, sarebbe stato indicato come teste al fine di parlare del rapporto tra padre e figlio e la sua deposizione dovrebbe avvenire in maniera protetta. Nel corso di una recente intervista rilasciata a Fanpage.it durante la quale sarebbero stati affrontati diversi punti dell’inchiesta, a parlare è stato uno dei legali di Massimo Bossetti, avvocato Claudio Salvagni, il quale avrebbe affrontato anche il punto relativo alla deposizione del figlio del suo assistito. La richiesta di sentire il figlio minorenne è stata giustificata con l’esigenza di “chiudere il cerchio”, per “tratteggiare la figura del padre di famiglia, per conoscere le sue abitudini”.
Il lungo processo a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, va avanti tra polemiche e scontri in aula che continuano a vedere in prima linea difesa e accusa. Nel corso dell’ultima udienza che si è tenuta a Bergamo, è iniziata la sfilata dei numerosi testimoni chiamati a testimoniare dalla difesa del muratore di Mapello, a partire dal consulente informatico il quale ha evidenziato l’assenza di ricerche pedopornografiche nei pc di Bossetti analizzati. Mentre si attendono le deposizioni dei prossimi testimoni, tra cui anche il figlio 14enne del presunto assassino di Yara Gambirasio, uno dei legali di Massimo Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, ha rilasciato una lunga intervista a “Fanpage.it” chiarendo alcuni punti e soffermandosi su quelli che rappresentano i cardini dell’intero processo a carico del suo assistito. L’avvocato Salvagni ha voluto concentrarsi in modo particolare su uno degli argomenti al centro del dibattito tra accusa e difesa, ovvero il Dna. Ritenuto da sempre la “prova regina” che andrebbe ad inchiodare Massimo Bossetti alle sue responsabilità di presunto assassino di Yara Gambirasio, Salvagni ha sottolineato come la metà del Dna ritrovato non sarebbe di Bossetti, mentre “l’altro presenta parecchi problemi”. Il legale si è quindi chiesto come potrebbe esistere in natura tale anomalia, avanzando a tal proposito tre possibili ipotesi: “O hanno sbagliato l’analisi sul Dna nucleare o su quello mitocondriale o su tutti e due”, ha asserito. Per Salvagni sarebbe opportuno procedere con un approfondimento e anche per tale ragione sarà presentata una richiesta di perizia. “In natura non può esistere un Dna nucleare senza il suo mitocondriale”, ha ancora chiarito, sottolineando quello che rappresenta l’argomento centrale di dibattito in aula nel corso delle numerose udienze del processo a carico di Bossetti.