Ha avviato oggi un nuovo ciclo di catechesi Papa Francesco all’Udienza Generale. L’Udienza è iniziata con la lettura di un passo dal Vangelo secondo Matteo, il battesimo di Gesù che si recò al Giordano, dalla Galilea, per farsi battezzare da Giovanni, che però voleva impedirglielo. Gesù gli disse, convincendolo, che quello era il modo per adempiere ad ogni giustizia. Gesù uscì dall’acqua battezzato e Giovanni vide lo spirito di Dio scendere dal cielo nelle forme di una colomba. Il passo che avvia la riflessione sulla misericordia è molto significativo, perché è la massima dimostrazione dell’amore divino e del perdono, che oggi dobbiamo farlo nostro, sia nel chiederlo, sia nel concederlo, senza giudicare i peccati degli altri, ma confessando i nostri, per ottenere a nostra volta il perdono, perché l’amore di Dio è infinito ed è rivolto a tutti, senza esclusioni. Papa Francesco ha iniziato una riflessione su come Gesù ha portato a compimento la propria misericordia, con il perdono. Gesù all’inizio del suo ministero si è fatto battezzare. Aveva la possibilità di presentarsi come un giudice, di farsi vedere nello splendore del tempio, ma non lo ha fatto, andando con il popolo. Gesù, dopo aver passato 30 anni della sua vita a Nazareth, nascosto dalla vita pubblica, è voluto andare tra i poveri e recarsi al Giordano con tutti gli altri, mettendosi al loro stesso livello. Si è fatto carico dei problemi e delle disgrazie. “Si è messo in fila con i peccatori”, ha ricordato Papa Francesco. Cristo si è quindi manifestato come Messia, per farsi carico della condizione umana, spinto da sentimenti di solidarietà e compassione. Il Signore lo ha consacrato con l’unzione, per portare il lieto annuncio ai poveri, per proclamare la liberazione ai prigionieri e per dare la vista ai ciechi.
Papa Francesco, durante l’Udienza generale di oggi in PIazza San Pietro, ha voluto sottolineare il passo in cui Gesù dice a Dio “perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Ha rimarcato come ognuno di noi sia pronto a giudicare gli altri, additando i peccatori: tutti noi dobbiamo invece riconoscere i nostri peccati, non giudicare quelli altrui. “Non dobbiamo temere le miserie, ognuno ha le proprie”, ha detto Papa Francesco. Il mistero del grande amore di Dio lo si può vedere “volgendo lo sguardo” a Gesù in croce. Mentre sta per morire, chiede a Dio il perdono per coloro che peccano. Cristo presenta al Padre il peccato del mondo, perché tutte le colpe vengano cancellate. La preghiera di Gesù riguarda tutti, nessuno escluso. E’ il sacramento della Riconciliazione che attualizza il sacrificio di Gesù crocifisso, rinnovando la grazia della misericordia nella vita di tutti. L’amore che arriva dal Crocifisso non conosce limiti e neppure ostacoli. In conclusione, il Santo Padre, ha voluto rivolgere un appello per la terza giornata mondiale dello sport per la pace, indetta dalle Nazioni Unite. Ricordando che lo sport avvicina i popoli della terra, perché è un linguaggio universale, che tutti possono capire, che serve a far avvicinare, ad unire le persone. Un mezzo che aiuta a superare ogni conflitto. “Perciò incoraggio – ha detto Papa Francesco – a vivere la dimensione sportiva come palestra di virtù nella crescita integrale degli individui e delle comunità”. Chiudendo l’Udienza Generale, come sempre, ha dedicato un pensiero alle categorie più fragili: giovani, ammalati e sposi novelli.