Stefano Savi è stato protagonista di un servizio a Le Iene Show dove Nadia Toffa ha raccolto le sue parole. Questo è stato quello che ha detto Stefano Savi: “Ero in aula ho pensato che era giusto. L’importante è che se li facciano tutti gli anni di galera. Hanno fatto del male a delle persone che non avevano colpe e avrebbero continuato a farlo se non fossero stati fermati. Quando mi hanno aggredito non li ho visti perchè sono venuti alle spalle. Li ho visti per la prima volta in aula. Ho incrociato lo sguardo con Boettcher, ma non aveva il minimo di pentimento era di ghiaccio. Sono persone lucide che hanno premeditato tutto. I pazzi agiscono di impulso. Quel giorno mentre stavo per risalire in macchina ho visto da dietro che c’era una figura che mi veniva incontro, quando mi sono girato ho iniziato a sentire bruciore e non ci vedevo più. Sono andato in giardino per prendere l’erba per pulirmi gli occhi. Ho fatto le scale esterne di casa per chiamare mio fratello e i genitori. Mi hanno aperto. Non ho pensato niente, perchè è stato tutto talmente veloce che siamo subito corsi in ospedale. Mi hanno chiesto se avevo litigato con qualcuno, ma io non ho litigato con nessuno. La risposta è arrivata molto dopo“.
Sarà trasmessa un’intervista a Stefano Savi, una delle vittime della coppia dell’acido Alexander Boettcher e Martina Levato, stasera nella trasmissione di Italia 1, Le Iene Show. Il 24enne è stato sfregiato il 2 novembre 2014 per uno scambio di persona. Nei giorni scorsi, dopo la sentenza che ha condannato a 23 anni il broker milanese, Stefano Savi è stato intervistato anche da La Repubblica e ha commentato così la condanna di Boettcher: “Da un lato non lo perdono e vorrei che non uscisse più, per evitare che faccia ancora del male a qualcuno. Dall’altro, gli anni di carcere per me non cambiano nulla. Sono 23. Potevano essere 25 o 18. Quello che conta è che giustizia è fatta. Che i giudici abbiano detto che non sono stato aggredito da fantasmi, ma da persone, che pagheranno per quello che hanno fatto “. E riguardo alla cifra che i giudici hanno stabilito che Boettcher debba dargli – si tratta di 1,2 milioni di euro – Stefano Savi ha aggiunto: “I soldi in questo momento per me non cambiano nulla. Ci sono cose, belle e brutte, che i soldi non possono comprare né sistemare”.
Nei giorni scorsi si è tornati a parlare della coppia dell’acido, formata da Alexander Boettcher e dall’ex amante Martina Levato in merito alla sentenza che ha condannato a 23 anni il broker milanese per alcune aggressioni di cui si rese responsabile. Tra le vittime anche Stefano Savi, il 24enne sfregiato il 2 novembre 2014. Nadia Toffa, inviata (e conduttrice) della trasmissione di Italia 1, Le Iene Show, ha intervistato lo studente milanese dopo l’attesa sentenza. Il servizio sarà trasmesso nella nuova puntata in onda stasera. “Soddisfazione” non sarebbe esattamente il termine giusto per definire lo stato d’animo di Stefano Savi, presente in aula malgrado i segni evidenti in viso dell’aggressione subita dalla coppia dell’acido, in occasione della sentenza che ha condannato a 23 anni di reclusione Alexander Boettcher. E’ quanto il 24enne ha dichiarato a caldo al quotidiano “Repubblica”, sottolineando come le parole “soddisfatto, contento, felice, sereno” siano difficili da pronunciare nella sua situazione. “Lo sarò quando recupererò la vista”, aveva commentato. Stefano era stato aggredito sotto la sua abitazione, senza neppure conoscere i responsabili. La sua unica “colpa” è stata quella di somigliare ad un altro ragazzo finito nel mirino della “banda dell’acido” (della quale farebbe parte anche Andrea Magnani, presunto complice della diabolica coppia Boettcher-Levato), Giuliano Carparelli. Savi fu sfregiato proprio perché scambiato con il fotografo 25enne, quest’ultimo più fortunato in quanto è riuscito a scampare all’aggressione grazie ad un ombrello. In seguito all’aggressione avvenuta per un tragico scambio di persona, la vita di Stefano Savi è cambiata radicalmente: oltre dieci trapianti di pelle subiti e la vista quasi del tutto persa al punto da avergli impedito di proseguire con gli studi. Per l’aggressione subita, i giudici dell’XI sezione penale del Tribunale di Milano che hanno condannato il suo aggressore, hanno stabilito per Savi anche un risarcimento di 1,2 milioni di euro, ma a “Repubblica”, in merito a cosa farà con una cifra così elevata il 24enne ha saggiamente replicato: “I soldi in questo momento per me non cambiano nulla. Ci sono cose, belle e brutte, che i soldi non possono comprare né sistemare”.