Si sono conclusi da poco gli incontri avvenuti a Roma tra gli inquirenti egiziani e quelli italiani finalizzati a far luce sull’omicidio di Giulio Regeni. La verità su quanto accaduto al giovane studente sarebbe ancora lontana. Oggi si è avuto il secondo incontro ma ci sarebbe ancora il massimo riserbo su quanto effettivamente avvenuto. Il secondo ed ultimo round del vertice sarebbe durato cinque ore e si attende un comunicato – forse congiunto – che possa far luce sul lavoro svolto dai due pool. In base alle prime indiscrezioni raccolte dall’inviata de La vita in diretta, la sensazione soprattutto da parte dell’Italia è quella di un nuovo nulla di fatto. Si respira, dunque, un clima di forte delusione poiché ci si attendeva molto di più dal dossier egiziano, il quale a quanto pare non avrebbe invece riportato gli elementi più importanti in merito al giallo sull’uccisione di Giulio Regeni. Eppure, gli inquirenti egiziani avrebbero, a loro detta, portato in Italia tutta la documentazione in loro possesso, soprattutto dal 14 marzo ad ora. Come specificato dall’inviata della trasmissione di Rai 1, l’Egitto sarebbe venuto in Italia con tutte le buone intenzioni, annunciando anche l’incontro con la famiglia della vittima, incontro che però al momento non risulterebbe.
Gli inquirenti egiziani hanno incontrato nuovamente anche oggi il pool di inquirenti italiani nel corso del secondo vertice a Roma, al fine di far luce sul giallo dell’uccisione di Giulio Regeni. L’incontro è iniziato alle ore 10:00 di questa mattina e solo al termine dei lavori sarà possibile saperne di più tramite un comunicato stampa ufficiale. Dalle indiscrezioni relative ai lavori che si sono compiuti ieri e rese note da Repubblica, l’esito sarebbe stato deludente. Gli inquirenti italiani avrebbero illustrato i risultati dell’autopsia compiuta sul corpo di Regeni e la perizia sul pc del ragazzo torturato ed ucciso al Cairo. Il pool egiziano si sarebbe invece limitato ad aggiornate gli italiani in merito alle attività compiute dopo il 14 marzo, giorno in cui il procuratore e il sostituto romani si recarono in Egitto in occasione di un primo confronto con le autorità locali. Ieri dunque, la verità sulla morte di Giulio Regeni restava ancora molto lontana. La tensione per il risultato del nuovo vertice di oggi è altissima, in attesa di nuove indiscrezioni sull’esito del lavoro congiunto tra Egitto ed Italia.
Sono ore di tensione fra l’Italia e l’Egitto in questi ultimi due giorni per l’omicidio di Giulio Regeni. Nella giornata di oggi sono arrivati a Roma gli inquirenti egiziani che si sono incontrati con la delegazione italiana formata dai massimi dirigenti delle autorità con lo scopo di fare luce sulla morte del giovane ricercatore. Si tratta, riporta Repubblica, dell’ultimo tentativo di trovare una via che porti alla verità. Questo è quanto il governo italiano ha chiesto più volte, unitamente alla famiglia di Giulio Regeni e ad altri Stati. Il comportamento tenuto dall’Egitto è stato dichiarato ambiguo su più fronti, come evidenziato anche dal Times. Oggi ci sarà un altro incontro che porterà avanti i confronti avuti nella giornata di ieri. La delegazione del Cairo ha infatti presentato i progressi fatti dopo il 14 marzo scorso, il giorno in pratica in cui il pm Sergio Colaiocco ed il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone, hanno avuto il primo confronto al Cairo. Durante il confronto, alcuni organi di informazioni dell’Egitto hanno diffuso la notizia del possibile incontro fra gli investigatori del Cairo e la famiglia Regeni, subito smentita dal legale della famiglia, Alessandra Ballerini. Sono 3mila le pagine che la delegazione cairota ha portato al cospetto degli inquirenti italiani ieri, contenenti, secondo fonti del Cairo, “oltre 200 verbali di testimonianze“. Una fonte egiziana avrebbe inoltre riferito che la delegazione non ha ancora concluso l’indagine e che sono disposti a mettere sotto processo chiunque venga individuato come coinvolto nell’omicidio di Giulio Regeni.