Lunetta Savino interpreterà il ruolo di protagonista in Felicia Impastato, quello della mamma di Peppino che da il titolo alla fiction. L’attrice ha ricevuto numerosi premi nella sua carriera. Nel 1999 ha ricevuto una nomination come miglior attrice non protagonista in Matrimoni, così come la candidatura è arrivata anche ai Nastri d’Argento per lo stesso film e l’anno dopo nel 2000 con Liberate i pesci!. L’attrice ha vinto il Nastro d’argento nel 2010 con la sua interpretazione nel film ”Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek. Nel 2001 è arrivato il Premio Arechi d’oro per ”Il Bello delle donne” nel 2007 il Premio GAssman e nel 2008 il Premio Flaiano come miglior attrice tv per ”Il coraggio di Angela”. Nel 2010 arriva il Premio Pietro Germi alla carriera, l’anno scorso ha rivinto il Premio Flaiano per ”Pietro Mennea – La freccia del sud”.
È la protagonista ed il titolo del film movie diretto da Gianfranco Albano che andrà in onda oggi nella prima serata di Rai 1, in occasione del 38esimo anniversario della morte di Peppino Impastato. Ma chi è mamma Felicia, interpretata da Lunetta Savino? Si tratta di una grande attivista che può annoverare fra le proprie fila l’Italia, ma il suo ruolo sale alla ribalta proprio per aver cercato giustizia per la morte del figlio Peppino. La battaglia di Felicia Impastato nasce proprio dal dolore di una perdita arrivata troppo presto e da una forza trovata di certo durante il fascismo. Il marito Luigi, un piccolo allevatore, era stato inviato al confino nel ’47, con l’accusa di essere un fiancheggiatore della mafia, per via della parentela col boss locale Cesare Manzella. “Felicia prende in qualche modo il testimone di Peppino“, riferisce la Savino in un’intervista di Repubblica, “liberandosi completamente dai condizionamento e aprendo quella che poi diverrà la Casa Memoria“. Sono tanti i filmati su Felicia, molti dei quali mettono in luce l’incredibile forza con cui ha gestito questa pesante eredità. Non è stato facile per questa donna così determinata riuscire a governare la nomea di moglie mafiosa ed al contempo madre di un delitto per ritorsione, sullo sfondo di un paesino siciliano degli anni ’70. Eppure tutto questo diventa la base per contrastare ancora di più un senso di omertà che diventa opprimente, grazie anche alla presenza delle autorità che negli anni non lasciano mai Felicia da sola. A partire dai magistrati Rocco Chinnici fino ad arrivare a Franca Imbergamo, interpretata da Barbara Tabita, che non solo riapre il caso, ma che dà la possibilità di cercare una giustizia che va al di là di un mero sentimento di vendetta. “L’unico ricordo vero di quella storia per me resta il suo ringraziamento“, riferisce la Imbergamo a Il Fatto Quotidiano, “quando abbiamo concluso il processo a Badalamenti. Non era rivolto a me, ma alle istituzioni sane che le avevano restituito fiducia in questo Stato“. La lotta di Felicia inizia il 9 maggio del ’78, quando il figlio Peppino viene brutalmente ucciso. “E’ stata la mafia“, riferisce subito la madre, senza sollevare alcun dubbio sul perché le sia stato strappato dalle braccia. Eppure solo Chinnici le crede, cerca i collegamenti giusti, controlla le carte. La ricerca della verità di Felicia diventa anche motore per il magistrato che la stessa mafia vede subito come un problema e che non esita ad uccidere in un attentato, 5 anni più tardi.