In attesa di sapere quale sarà la decisione del pm in merito al destino di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, ripercorriamo quanto accaduto oggi in aula. Secondo il pm Ruggeri, Yara non sarebbe morta dopo l’aggressione ma nelle ore successive, sebbene sia impossibile stabilire la durata della sua agonia. Il pm ha poi spiegato anche le aggravanti delle sevizie e della crudeltà contestate a Massimo Bossetti e che deriverebbero dal tipo di ferite inferte sul corpo della ragazzina poiché non sarebbero state mortali ma avrebbero avuto l’intento di infierire su di lei. Per il magistrato inoltre, il Dna ritrovato e considerato principale elemento a carico di Bossetti non sarebbe un indizio bensì una prova. L’indagine durata anni, a sua detta, “non ha avuto pari non solo nel nostro Paese, ma anche in tutti Paesi del mondo”. Sono stati fatti sforzi enormi. Sono stati spesi dei soldi? Ne valeva la pena”, ha ancora aggiunto come riportato da Sky Tg24.



Nel corso di una pausa dell’udienza che si sta tenendo oggi in merito al processo per l’omicidio Yara Gambirasio e che vede imputato Massimo Bossetti, la difesa del muratore di Mapello ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni a L’Eco di Bergamo. L’uomo si attende la richiesta di ergastolo da parte del pm Letizia Ruggeri? «Certo, glielo abbiamo detto: “o è bianco o è nero”», hanno asserito i suoi due legali al quotidiano. Il pm non avrebbe mai avuto alcun dubbio su quella che da sempre è stata definita la prova regina, rappresentata dal Dna, a dispetto della difesa. In merito, gli avvocati di Bossetti hanno commentato: «Delle due l’una o è una traccia certa o non lo è». I due avvocati Salvagni e Camporini hanno chiarito in riferimento alla traccia da cui è stato estratto il Dna che è stato escluso si tratti di saliva o sperma. L’attesa è ora tutta concentrata sulla possibile ed attesa richiesta di ergastolo in merito alla quale Bossetti sarebbe sereno.



La requisitoria del pm Ruggeri contro Massimo Bossetti, nell’udienza decisiva del processo per omicidio di Yara Gambirasio, ha visto ora una pausa dopo la lunghissima prima parte di questa mattina: ci sono 150 pagine di appunti e l’impressione è che non basti la giornata di oggi per concludere la requisitoria che porterà il pm Letizia Ruggeri a formulare la richiesta di condanna per Massimo Bossetti, molto probabilmente ergastolo se non ci sono altre novità nel corso d’opera. Colpevolezza o innocenza, siamo ormai su questi punti anni ormai e si gioca tutto su sette prove/indizi portati dall’accusa contro il muratore il giudice dovrà valutare se reali o non utilizzabili per la condanna. Per prima cosa il Dna trovato gli slip e leggins di Yara, l’aggancio delle celle telefoniche che collocano Bossetti vicino alla zona in cui è sparita la ragazzina. Terzo punto, le telecamere che dovrebbero riprendere il suo furgone vicino alla palestra, ma è il punto più oscuro insieme al dna “del mistero”; ci sono poi le fibre trovate sui vestiti della vittima, compatibili con i sedili del furgone secondo i Ris. Quinto punto, la testimonianza di una donna di Trescore che sostiene di aver visto Bossetti con una ragazzina l’estate precedente il delitto, poi le perizie sul computer dell’accusato, con la ricerca delle parole “ragazzine” nel browser, infine le intercettazioni in cui la stessa moglie Marita Comi incalza Massimo dicendo “non ho mai saputo cosa hai fatto quella sera” (fonte Eco di Bergamo).



Tutto pronto in aula per la richiesta di condanna a Massimo Bossetti che oggi il pm Letizia Ruggeri farà davanti alla corte durante il processo Yara Gambirasio che si avvia verso le fasi finali. Massimo della pena vicina, con ogni probabilità infatti il pubblico ministero che ha guidato le indagini – tra le più complesse e piene di imperfezioni della storia recente processuale italiana – chiederà l’ergastolo per il muratore di Mapello che attende la richiesta e che poi nelle prossime settimane attenderà anche il verdetto finale del giudice. In aula questa mattina la Ruggeri ha ripercorso lo straziante caso della giovane ragazzina uccisa barbaramente a Brembate, nel tentativo di rendere ancora più forte e ad effetto la richiesta che farà poi oggi pomeriggio davanti allo stesso Bossetti. «Fu una morte orribile quella di Yara, perché non morì nelle fasi successive all’aggressione ma nelle ore ancora più successive, nell’agonia profonda. Avrà provato paura e dolore. In quei primi giorni ipotizzammo di tutto, nello scambio di persona al rapimento e fummo costretti ad andare a vedere il vissuto di questa ragazza. Normalissima e senza segreti, stupenda e normale». Massimo Bossetti si prepara al peggio, fanno sapere i suoi legali e se fosse proprio ergastolo la richiesta allora partiranno tutte le requisitorie sui vari reperti scientifici che rimangono le ultime difese di Bossetti contro la sua condanna definitiva.

Per Massimo Bossetti, l’uomo accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate scomparsa nel novembre del 2010 e ritrovata dopo tre mesi esatti in un campo di Chignolo d’Isola, oggi sarà una giornata decisiva. Dopo decine e decine di udienze nel processo che lo vede nei panni di solo imputato, il muratore di Mapello scoprirà quale sarà la richiesta del pm Letizia Ruggeri al termine della requisitoria. Il giorno della resa dei conti è quindi arrivato ed il sentore è che il pm possa chiedere il massimo della pena, ovvero l’ergastolo. Questa sarebbe l’ipotesi maggiore, come reso noto da Il Giornale, anche alla luce della gravità del reato di cui è accusato Massimo Bossetti che deve rispondere di omicidio aggravato dalle sevizie e crudeltà, dalla minorata difesa e anche di calunnia a scapito di un ex collega sul quale fece ricadere i maggiori sospetti. Difficilmente andrà diversamente anche in riferimento alla concessione delle attenuanti generiche. Su questo aspetto sembrerebbe decisivo il comportamento avuto in aula dal presunto assassino di Yara Gambirasio il quale aveva più volte parlato di complotto ai suoi danni lanciando anche pesanti accuse. Ma in vista dell’udienza odierna e che vedrà il pm quasi sicuramente protendere verso la richiesta di ergastolo, Massimo Bossetti dalla sua cella avrebbe manifestato le maggiori preoccupazioni più per la pubblicazione avvenuta nei giorni scorsi sul settimanale “Giallo” degli stralci delle lettere piuttosto “spinte” inviate alla detenuta-amica, Gina. Come sottolinea il Corriere.it, l’appoggio della moglie Marita in questa fase delicata del processo sarebbe per lui oltremodo importante. In merito alla sentenza, che arriverà presumibilmente il prossimo 10 giugno, il muratore di Mapello si sarebbe dimostrato fiducioso ma allo stesso tempo anche preparato alla peggiore delle ipotesi. E’ quanto trapelato dalle parole di Claudio Salvagni, uno dei suoi legali, il quale lo scorso martedì lo avrebbe incontrato nella sua cella di Bergamo: “Mette in conto tutto, è preparato. È preoccupato, certo, ma è anche fiducioso. Dice che non smetterà mai di lottare per dimostrare la sua innocenza”.