Il delitto di Isabella Noventa e che vede coinvolta Debora Sorgato, accusata insieme al fratello Freddy ed alla tabaccaia Manuela Cacco di omicidio premeditato, aveva portato la procura di Vicenza a riprendere in mano il caso relativo alla morte di Giuseppe Berto, ex marito di Debora. La sua morte, avvenuta quindici anni fa, era infatti apparsa sospetta sebbene fosse stata bollata sin da subito come suicidio. L’uomo era stato trovato mummificato in un garage a Polegge nel 2001, un anno dopo la sua misteriosa scomparsa e la sua morte, anche dopo molti anni, aveva sollevato alcuni dubbi soprattutto alla luce degli ultimi risvolti che coinvolgerebbero la ex Debora Sorgato, già vedova due volte. Il caso nei giorni scorsi era stato riaperto ma, secondo quanto riportato da Il Giornale di Vicenza, sarebbe stato subito chiuso dopo appena 24 ore. Per la procura, dunque, la morte di Berto resta un suicidio. Il procuratore capo Cappelleri avrebbe ritenuto valide le conclusioni già avanzate dagli inquirenti all’epoca della tragedia e non sarà disposta una nuova inchiesta sull’ex marito di Debora Sorgato, presunta assassina di Isabella Noventa.
Il corpo di Isabella Noventa è solo uno dei gialli che ruotano attorno al caso, a quattro mesi esatti dal delitto. Altri dubbi degli inquirenti riguardano infatti le dichiarazioni di Manuela Cacco e la posizione di Debora Sorgato, quest’ultima ritenuta dalla tabaccaia come la vera esecutrice dell’omicidio. In base a quanto riportato dal quotidiano La Nuova di Venezia e Mestre, gli inquirenti avrebbero avuto un sospetto: la sorella di Freddy Sorgato avrebbe potuto trasportare il cadavere della segretaria, dopo averla uccisa, usando la sua auto. Il sospetto emergerebbe anche dalle accuse rivolte alla donna da parte di Manuela Cacco, la quale nel corso del suo interrogatorio avrebbe ribadito l’enorme sicurezza di Debora, forte del fatto di essere la “compagna del comandante”, ovvero del maresciallo Giuseppe Verde, di recente anche lui finito nel registro degli indagati. Secondo quanto rivelato dalla Cacco, i due fratelli Sorgato non avrebbero avuto alcun problema a trasportare il cadavere anche perché convinti che i Carabinieri non li avrebbero mai fermati. Per tale ragione non avrebbero usato l’auto di Manuela o quella di Freddy ma, appunto, la vettura di Debora Sorgato.
Dopo le ultime notizie uscite sul caso di Isabella Noventa che riguardano l’interrogatorio reso alla Procura da Manuela Cacco, resta da verificare ogni parola della tabaccaia visto che per quanto riguarda quelle precedenti la scientifica avrebbe smentito tutto (non si sono tracce di sangue o dna in casa di Freddy e non è mai stato trovato il martelletto usato da Debora Sorgato per uccidere Isabella, come invece asserisce Manuela). L’amante di Freddy è diventata da poco nonna e in questa occasione dal carcere è intervenuto il suo avvocato ai quotidiani locali, dichiarando che «Manuela è sereno ed è felicissima della seconda nipotina. Un raggio di luce nella brutta vicenda in cui è finita. Mi ha ribadito il fatto che tutto quando detto finora corrisponde alla verità e che Debora Sorgato gli ha spiegato che il corpo di Isabella sarebbe stato gettato nel Brenta». Le accuse sono tante, come quanto raccontato anche qui sotto con la presunta sfrontatezza di Debora di usare la sua macchina, sicura visto che era la compagna del Maresciallo dei Carabinieri. Parola ora alla Procura che dovrà verificare minuziosamente se le parole di Manuela Cacco sul giallo Isabella Noventa rappresentano verità o ennesimo depistaggio.
Dopo gli ultimi sviluppi sul caso di Isabella Noventa, gli inquirenti potrebbero essere sul punto di dare quella svolta alla vicenda che si attende ormai da mesi. A fornire qualche particolare in più, secondo il settimanale Giallo, potrebbero essere proprio le denunce di cui Debora Sorgato aveva chiesto notizia al compagno e Maresciallo Giuseppe Verde. La richiesta risale ad almeno due anni fa ed è il motivo per cui il Carabiniere è stato denunciato anche per violazione di atti d’ufficio. Le domande insistenti di Debora Sorgato in quel periodo sarebbero due: “c’è qualche indagato per le denunce di stalking presentate da Isabella Noventa?” e “cosa c’è scritto nell’ultima che ha presentato alla Polizia?”. Queste domande così mirate potrebbero indicare una sorta di ammissione di colpa da parte della Sorgato, quasi a voler indicare che la mittente di quelle lettere fosse proprio lei. Il particolare che quelle missive minacciose contenessero insulti pesanti diretti ad Isabella Noventa e che fossero incentrate sulla relazione che la segretaria aveva con Freddy Sorgato, sembrerebbe corrispondere a quel quadro di morbosità che gli inquirenti hanno ipotizzato fin dall’inizio per descrivere il rapporto fra i due fratelli. Successivamente alla denuncia a carico di Verde, i documenti sequestrati dal suo armadietto e le ricerche che avrebbe fatto all’epoca sulle denunce di Isabella Noventa, potrebbero portare verso l’indentificazione del mittente delle lettere inviate alla donna. Potrebbe essere stata quindi proprio Debora Sorgato, con l’aiuto di Manuela Cacco, a scrivere tutto. Questo inoltre darebbe modo di confermare la premeditazione del delitto, dato che le missive comparvero per la prima volta due anni fa e non smisero fino allo scorso novembre. Quelle stesse lettere anonime inoltre potrebbero essere collegate direttamente alla Cacco, dato che alcune minacce contenute in diversi sms provenivano da un cellulare intestato alla tabaccaia. Motivo che spinse gli inquirenti all’epoca ad interrogare la donna su quei particolari e che portò la Cacco a presentare denuncia di scomparsa della SIM solo un mese più tardi.