Il giallo di Isabella Noventa sarà nuovamente al centro della nuova puntata de La vita in diretta, il programma in onda su Rai 1 e condotto da Cristina Parodi e Marco Liorni. Nell’anteprima, i due conduttori hanno anticipato novità in merito a Debora Sorgato, una delle tre persone in carcere per l’omicidio volontario premeditato della segretaria. Al centro dell’attenzione l’oscuro passato della sorella di Freddy, caratterizzato dalla morte misteriosa di due ex compagni. Inoltre, per la prima volta dal suo arresto Debora avrebbe rotto il silenzio (dopo la lettera inviata a Pomeriggio 5), affidando al suo avvocato difensore alcune parole dure: “Non solo la Maga Circe”. La Sorgato avrebbe attaccato duramente anche la famiglia di Isabella Noventa. Quali saranno le sue ragioni? Nel pomeriggio saranno svelate dalla trasmissione dell’ammiraglia Rai, per bocca del suo avvocato.
Il corpo mancante della segretaria Isabella Noventa rappresenta il vero enigma dell’intera vicenda. Dopo le lunghe operazioni di ricerca che hanno interessato le acque del fiume Brenta – dove Freddy Sorgato aveva inizialmente asserito di aver gettato il cadavere dell’ex fidanzata – e dopo le più recenti nel lago artificiale di Padova Est e nel ristorante abbandonato Le Padovanelle, secondo il quotidiano Corriere del Veneto potrebbero presto iniziare nuove operazioni, questa volta concentrate in un luogo ancora inesplorato nei dettagli. Il corpo senza vita di Isabella Noventa, infatti, potrebbe essere stato gettato nei canali dietro il vecchio casolare appartenente ai Sorgato, in via Polari a Noventa Padovana. “E’ un’ipotesi che è stata avanzata dal programma di Rai Uno ‘Storie Vere’ ma ci sembra molto plausibile”: è stato questo il commento dell’avvocato della famiglia Noventa, Gian Mario Balduin che proprio non perde la speranza di poter recuperare il corpo della povera vittima, sebbene siano trascorsi ormai quattro mesi dal suo omicidio.
Il giallo sulla morte di Isabella Noventa, racchiude numerosi retroscena iniziati già molto prima del delitto avvenuto nella notte tra il 15 ed il 16 gennaio scorso. Elementi che confermano l’accusa della premeditazione a carico di Manuela Cacco e dei due fratelli, Freddy e Debora Sorgato, erano già emersi molti anni prima dell’omicidio della segretaria, ma di recente è trapelato un nuovo retroscena che meglio scandisce i sentimenti di Debora e la sua innata sicurezza. Sebbene la donna abbia scritto una lettera alla trasmissione Pomeriggio 5, dicendosi amareggiata per le parole e le cattiverie che le sono state rivolte, asserendo come i suoi silenzi in realtà siano spesso frutto della rassegnazione, pare che la Sorgato sfoggiasse una certa sicurezza fino a dopo la presunta uccisione di Isabella. E’ quanto emergerebbe da una confessione della Cacco riportata da Urban Post (citando Il Mattino di Padova) secondo la quale Debora avrebbe agito anche certa di poter contare sulla relazione che la legava al maresciallo Giuseppe Verde, oggi anche lui indagato per violazione del segreto d’ufficio e accesso abusivo alla banca dati. Non è un caso se il trio la definiva “la compagna del comandante” ed anche per questo sarebbe ricaduta sull’auto della Sorgato la scelta del mezzo usato per trasportare il cadavere della Noventa. “Sto con il maresciallo, nessuno mi controllerà”, avrebbe asserito la notte dell’omicidio, a dimostrazione di aver studiato nei dettagli anche questo aspetto legato all’omicidio di Isabella.
Il caso di Isabella Noventa continua a infiammare la cronaca nera con nuove rivelazioni parallele alle ricerche del corpo che purtroppo da 5 mesi ancora non si trova: le indagini che la Procura ha effettuato sul passato di Debora Sorgato hanno portato a pochi elementi nuovi finora, con la decisione di archiviare il caso di misterioso suicidio del primo marito della sorella di Freddy Sorgato, Giuseppe Berto. Scomparso nel 2000, venne ritrovato senza vita nel 2001 in un garage a Polegge, praticamente mummificato dal gas del tubo di scappamento: fu derubricato come suicidio ma il mistero rimane ancora aperto. La Nuova Venezia ha intervistato il padre di Berto che non si rassegna a quella conclusione delle indagini: «in quindici anni non sono mai stato contattato dalla polizia e non so ancora perché mio figlio si trovasse a Vicenza, Non crediamo alla verità ufficiale, è sempre stato un mistero. Hanno detto che si è ucciso ma le spiegazioni non le abbiamo mai avute». Dubbio forte specie per quella chiamata, fatta 8 giorni prima del ritrovamento del cadavere, quando Luigi Berto il padre dell’uomo scomparso ricevette una chiamata in cui si sentiva “ciao, parla Bepi. Non preoccuparti, sto bene”. Depistaggio, ulteriore mistero? Conclusioni ancora aperte anche se ci vogliono prove importanti per riaprire un fascicolo archiviato come quello, e a questo sta lavorando il procuratore capo di Padova, Antonino Cappelleri.
Sono trascorsi quattro mesi dal delitto di Isabella Noventa, il quale continua a restare ancora avvolto dal mistero. Tanti i punti da chiarire, a partire dal luogo in cui il cadavere della segretaria sarebbe stato gettato. A detta di Manuela Cacco, la tabaccaia che nelle precedenti confessioni aveva accusato Debora Sorgato dell’omicidio materiale, la stessa donna, sorella di Freddy, avrebbe trasportato il corpo con la sua auto, forte del fatto che nessuno avrebbe potuto sospettare di lei in quanto compagna del maresciallo dei Carabinieri, Giuseppe Verde. Proprio quest’ultimo sarebbe finito nel registro degli indagati di recente per un fatto che lo vedrebbe protagonista. L’uomo, dopo una perquisizione a sorpresa nella sua casa e nei suoi uffici sarebbe indagato per violazione del segreto d’ufficio e violazione della banca dati delle forze dell’ordine. Accuse gravi e che nasconderebbero un altro retroscena legato a Debora e, probabilmente, al delitto di Isabella Noventa. Perché la donna, già due anni fa, era solita insistere con il suo compagno affinché ottenesse informazioni sulle denunce di stalking presentate da Isabella Noventa. Un mistero legato alla segretaria uccisa, dunque, potrebbe essere presto rivelato dagli inquirenti che sarebbero ormai vicini dall’individuare l’autore delle minacce ricevute per un lungo periodo da Isabella Noventa. A scrivere le lettere infatti, potrebbe essere stata proprio Debora Sorgato, con l’aiuto di Manuela Cacco, come riporta il settimanale “Giallo”. Le richieste di informazioni di Debora al compagno, dunque, potrebbero rappresentare una strategia in vista delle prossime contromosse che avrebbe potuto adottare. Non è un caso, infatti, se Isabella Noventa avesse continuano a ricevere lettere minatorie fino a due mesi prima di essere uccisa, attirata dalla trappola mortale ordita ai suoi danni da Freddy, suo fidanzato. Secondo quanto riportato dal settimana, però, la Sorgato non avrebbe agito da sola ma sarebbe stata aiutata dalla Cacco. Proprio dal suo cellulare infatti, erano partiti sms e telefonate minacciosi e la tabaccaia ne denunciò lo smarrimento della sim solo dopo un mese dalla sua convocazione in Questura. Le due donne, se confermato, avrebbero potuto nutrire un profondo odio nei confronti di Isabella Noventa già da molto tempo e soprattutto il comportamento di Debora confermerebbe l’ipotesi della premeditazione.