Alla vigilia dell’importante incidente probatorio domani sul caso Gloria Rosboch, parla il procuratore Capo di Ivrea, titolare delle indagini che si stanno dirigendo verso un processo che dovrà essere stabilito come date ufficiali proprio dopo la giornata di domani. Gloria Rosboch fu assassinata il 13 gennaio e da allora i misteri si stanno susseguendo, con due accusati quasi certamente colpevoli – hanno confessato – ma una scia di mistero rispetto a presunti complici o depistatori. Per l’accusa sarà dunque presente proprio il procuratore Giuseppe Ferrando e per la parte civile l’avvocato Stefano Caniglia che proveranno a recuperare importanti informazioni da tutti gli accusati presenti. «Non sarà un confronto all’americana, come erroneamente si potrebbe pensare, ma un anticipo del dibattimento. E, questo deve essere chiaro, sarà usata ogni forma di protezione psicologica e non solo per turbare il piccolo testimone, fratello di Gabriele Defilippi», assicura il Procuratore Capo di Ivrea.
Si avvicina la giornata di domani con l’incidente probatorio sul caso Gloria Rosboch che verrà presenti tutte le persone indagate per l’omicidio della povera insegnante di Castellamonte. Ci saranno dunque sicuramente Gabriele Defilippi e Roberto Obert, accusati di essere gli assassini di Gloria Rosboch, ma anche la madre di Gabriele, Caterina Abbattista, accusata di favoreggiamento e anche Efisia Rossignoli, la finta telefonista che ha partecipato alla truffa milionaria ai danni di Gloria, il movente in pratica – considerano ad oggi gli inquirenti – per il quale poi è stata uccisa la donna del Canavese. Nell’occasione di domani sarà ascoltata anche il fratellino di Gabriele, che a tredici anni si ritroverà di fronte una situazione assurda e complessa, con il confronto con la madre Caterina e allo stesso tempo a cui richiesto di svelare eventuali novità sulle indagini. Dalle sue parole infatti potrebbe emergere qualcosa di molto importante ai fini della ricostruzione di quanto accaduto 4 mesi fa: il capo della Procura, Giuseppe Ferrando, sarà presente all’interrogatorio e proverà con cautela ad estrapolare qualche possibile novità.
Il delitto di Gloria Rosboch potrebbe essere definito come un quadro fatto di bugie e false promesse. A partire dalla truffa ordita ai danni della professoressa di Castellamonte da parte di Gabriele Defilippi, il quale avrebbe promesso un futuro insieme lontani dall’Italia, fino alle bugie reciproche del 22enne e dell’ex amante Roberto Obert che, pur di non assumersi le rispettive responsabilità, avrebbero mentito dando uno la colpa all’altro del delitto di Gloria Rosboch. E’ interessante analizzare le parole di Obert sin da prima del suo arresto, quando gli inquirenti avevano iniziato a posare gli occhi su di lui, sospettando in un suo coinvolgimento. Già da allora, come evidenziato dal settimanale “Giallo”, il 54enne aveva detto le prime bugie, asserendo di aver appreso della morte di Gloria Rosboch solo “sui giornali, non ricordo quando, forse un paio di giorni dopo, oppure dalla televisione”. Confessò agli inquirenti di essere stato al fianco di Gabriele il giorno del delitto della professoressa solo dopo averlo negato insistentemente. Sentendosi alle strette, iniziò dunque ad accusare l’ex amante, raccontando anche del presunto tentativo di truffa nei suoi confronti per un valore di 200 mila euro: “Avendo capito che qualcosa non andava, e anche per il fatto che non avevo soldi, non acconsentii”. Le bugie però sono proseguite anche in seguito, ammettendo sì di essere stato al gioco quando Defilippi decise di lanciare una trappola a Gloria Rosboch nel giorno del delitto, ma asserendo anche di aver creduto si trattasse solo di una intimidazione, senza quindi intervenire durante il delitto vero e proprio. Obert raccontò agli inquirenti anche le dinamiche dell’omicidio di Gloria Rosboch: a sua detta avrebbe fatto tutto Gabriele anche nell’atto dell’occultamento. L’autopsia, tuttavia, avrebbe smentito l’uomo sottolineando il ruolo attivo di entrambi.