Donne che — proprio come me — non avete mai smesso di sperare, siamo state ascoltate: anche la provvidenza domestica esiste. Il robot che stira, da oggi, è realtà. La preziosa competenza è solo la punta dell’iceberg di un automa che oltre a svaporare come si deve, è in grado d’impilare piatti, far manutenzione al giardino e lavori di falegnameria. I primi gioiellini di questa nuova specie sono stati presentati all’ICRA 2016, la più grande rassegna internazionale di robotica appena tenuta in Svezia a Stoccolma. D’accordo che si tratta di una fiera, ma son certa che basterà un po’ di tam-tam, un sentinellarci ai piedi degli assi da stiro, che il passo dal prototipo al negozio sarà breve. Se oggi possiamo commissionare un figlio, che sarà mai opzionare un maggiordomo?
Per un attimo ho intravisto scenari a dir poco promettenti.
Uno. Non dovremo più snocciolare fior di rosari per farci montare due tasselli, tinteggiare mezzo balcone o potare quattro rametti di siepe. Frotte di mariti latitanti saranno esonerati da questi doveri (sia ben chiaro che quelli prettamente coniugali non potranno esser elusi).
Due. Senza più camicie da stirare o piatti da incasellare a tetris in lavastoviglie, sparirà anche la dicitura di mestiere di “casalinga”. Definizione pruriginosa che non è mai troppo accattivante da recitare all’impiegato delle carte d’identità. D’ora in avanti, si trasformeranno tutte in “sovrintendenti all’intelligenza artificiale”. Che comunque è anche meglio di quel “moglie rompiscatole”, che aleggia insieme al sudore nelle pizzate dopo calcetto.
Tuttavia, a ben pensarci, il pensionare il marito da quei due/tre lavoretti settimanali potrebbe ritorcerci e caderci addosso peggio d’una mensola montata sbieca: a questo punto, come impegnerà il tempo il consorte annoiato? Si prodigherà ad accompagnarci in lunghe passeggiate intorno al lago, o piuttosto si rintanerà ancor di più nella sua caverna? Il rischio di vederlo sparire dalla circolazione c’è, eccome.
Inoltre, un robot altamente automatizzato è qualcosa di delicato: se viene a mancare l’elettricità o — peggio — se va in tilt la centralina, passano mesi prima di rimetterlo in piedi. A un uomo — siamo oneste — in certi momenti basta una birretta, per farlo tornare a far scintille intorno alla cassettiera MALM.
Da questi inconvenienti, parrebbero restar fuori le agiate e fortunate che si avvalgono di colf: ma una volta divenuta superflua anch’ella, non si potrà più dubitar di lei se nel comodino pare mancare il collier della cresima. Ci si dovrà rassegnarsi alla nuda realtà: ovvero che la memoria — per quanto tenuta in allenamento — ormai ha preso il largo.
Con il robot factotum, anche io avrei un sacco di tempo libero. Ma ci penserei due volte prima di portarmene uno dentro casa. Alle otto di sera non potrei più accampare la classica scusa di quando spadello in tavola quei santi e comodissimi 4saltin-padella: “Tesoro, sono stata così presa con i mestieri, che non ho avuto proprio tempo di cucinare… Avrei voluto, eh…”. La giustificazione non sarebbe più meccanica.
E comunque, il dubbio maggiore mi resta addosso: una birra domenicale con lui — tra appretti e vernici — non ha forse il suo imbattibile stramaledetto perché?