Il giallo di Mariangela Mancini è stato affrontato ieri sera anche dalla trasmissione Chi l’ha visto?, durante la quale, come riporta Il Messaggero, il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, avrebbe rivelato alcuni dati importanti in merito all’inchiesta sulla 33enne trovata senza vita. “Abbiamo alcuni elementi che ci consentono di escludere che si tratti di una morte accidentale e logicamente anche l’ipotesi del suicidio”, ha dichiarato. La donna presenterebbe dei segni soprattutto sul collo che, a detta del capo della procura “sono inconfondibili, nel senso che depongono per una ipotesi di responsabilità di terzi. Sono segni che circondano tutto il collo, quindi sembrerebbe un corpo estraneo, filiforme, un nastro o una fettuccia con cui riteniamo possa essere stato compresso il collo”, ha spiegato. In riferimento all’acido muriatico che inizialmente si era pensato fosse stato ingerito dalla donna nell’atto di togliersi la vita, il procuratore avrebbe evidenziato la possibilità che il liquido nocivo possa essere stato ingerito anche in un momento successivo al decesso, “defluito per forza di gravità fino allo stomaco”.



Proseguono le indagini sulla morte di Mariangela Mancini e si ipotizza che si possa essere trattato di omicidio invece che di suicidio: ci sarebbe infatti un sospettato per il decesso. La 32enne è scomparsa da Borgorose, in provincia di Rieti, una settimana fa, giovedì scorso 12 maggio e il suo corpo è stato ritrovato il giorno dopo, venerdì 13 in un bosco nella frazione di Spedino. Proprio durante la notte in quella zona c’è stato un temporale e non si capisce come mai i vestiti di Mariangela Mancini fossero asciutti quando il cadavere della donna è stato ritrovato. Come si legge su Il Messaggero “credere che nessuno dei suoi indumenti si sia bagnato risulta quantomeno difficile. A meno che Mariangela, deceduta alle 14 di giovedì, sia stata condotta nel punto dove è poi stata ritrovata solo nella mattinata di venerdì. Un’ipotesi, questa, che avvalora le testimonianze di quanti – familiari ed amici – spergiurano di aver cercato Mariangela nel luogo dove è poi stata rinvenuta già nella serata di venerdì, senza lì trovarla. Affermazioni che sono state tutte riportate a verbale”.



La morte di Mariangela Mancini, avvenuta tra il 12 ed il 13 maggio scorso, dopo essere scomparsa misteriosamente, assume sempre di più le sembianze dell’omicidio. La tesi iniziale del suicidio sin da subito aveva infatti svelato una serie di anomalie. La prima, come riporta il sito Urban Post, avrebbe a che fare con la bottiglietta contenente l’acido muriatico con il quale si sospettava che Mariangela si fosse tolta la vita, e che è stata ritrovata a distanza di circa 20 metri dal corpo, decisamente troppo lontana. Altre anomalie riguarderebbero il medesimo cadavere, tra cui alcune ecchimosi riscontrate. Nello specifico, su tutto il corpo sarebbero stati riscontrati strani segni che farebbero pensare a fascette, lacci o corde. Non solo: i dubbi sono sorti anche in merito ai vestiti indossati dalla donna che, al momento del ritrovamento sarebbero stati rinvenuti asciutti, sebbene in quelle ore la zona fosse stata caratterizzata dalle piogge. Il corpo di Mariangela Mancini è stato portato in quel luogo – già battuto senza esiti dopo l’allarme della sua scomparsa – il giorno seguente al 12 maggio scorso?



Potrebbe esserci una svolta nelle indagini sulla morte di Mariangela Mancini, la 32enne scomparsa da Borgorose, in provincia di Rieti, lo scorso 12 maggio e il cui corpo è stato ritrovato 24 ore dopo in un bosco nella frazione di Spedino. Inizialmente si è pensato a un caso di suicidio ma nelle ultime ore gli inquirenti starebbero indagando per omicidio e ci sarebbe un sospettato. Urbanpost.it riferisce quanto è stato detto ieri sera nella trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto?: il programma ha sentito il Procuratore che ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti. Mariangela Mancini dunque, secondo i risultati dell’autopsia, non sarebbe morta per aver ingerito acido muriatico ma per asfissia. Le indagini starebbero quindi prendendo la pista dell’omicidio per strangolamento e ci sarebbe un sospettato, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera: l’uomo sarebbe un ospite della comunità di recupero per tossicodipendenti che si trova vicino al luogo della scomparsa Mariangela Mancini.

Sarebbero emerse clamorose novità nel giallo sulla morte di Mariangela Mancini, la giovane 32enne scomparsa misteriosamente da Borgorose, in provincia di Rieti, lo scorso 12 maggio e ritrovata senza vita 24 ore dopo in un bosco nella frazione di Spedino. Inizialmente il caso era stato identificato come suicidio, ma ben presto gli iniziali dubbi, soprattutto da parte della famiglia, si sono trasformati in certezza. Dopo l’autopsia eseguita sul corpo della donna, dunque, è stata imboccata con insistenza la pista dell’omicidio che vedrebbe ora anche un sospettato. Come sottolinea il quotidiano “Il Messaggero”, Mariangela Mancini sarebbe morta non in seguito all’ingestione di acido muriatico, bensì per asfissia. La quantità di liquido tossico ingerito, infatti, come evidenziato dagli esami medico-legali, non sarebbe stata tale da provocarne il decesso, sopraggiunto invece per mancanza di ossigeno. E’ pur vero che il reagente chimico, una volta ingerito potrebbe provocare gonfiore alla gola con difficoltà respiratorie e abbassamento repentino della pressione sanguigna, sinonimo di morte certa, ma l’asfissia emersa in sede di autopsia, potrebbe essere stata causata anche da una azione esterna. La prima idea è quella dello strangolamento o del soffocamento che andrebbe a giustificare anche la presenza di segni sul collo della giovane donna. Certamente, la notizia di un sospettato nelle indagini sulla morte di Mariangela Mancini va ad avvalorare ulteriormente la pista dell’omicidio. Secondo quanto trapelato dal “Corriere.it”, l’uomo in questione e non ancora indagato sarebbe un giovane ospite della comunità di recupero per tossicodipendenti a pochi chilometri dal luogo dal quale è scomparsa Mariangela Mancini e che proprio dopo il ritrovamento del suo cadavere si sarebbe allontanato dalla struttura che lo accoglieva destando non pochi dubbi. Ieri mattina, inoltre, il procuratore di Rieti ha eseguito un sopralluogo nel bosco dove è stato rinvenuto il corpo senza vita della Mancini. Ulteriori dubbi emergerebbero anche dagli abiti della donna, rinvenuti asciutti sebbene nella zona avesse abbondantemente piovuto. Inoltre, il cadavere sarebbe stato ritrovato in una zona già battuta dalle Forze dell’Ordine nel corso delle prime operazioni di ricerca, dopo la notizia della sua scomparsa.