Il caso di Massimo Bossetti, unico indagato a processo per il delitto di Yara Gambirasio ed in merito al quale è giunta ieri la richiesta di ergastolo da parte del pm Letizia Ruggeri, è stato affrontato anche nel corso della trasmissione Pomeriggio 5. L’accento è stato posto in modo particolare sulla recente lettera scritta dal muratore di Mapello alla madre Ester ed alla sorella gemella Laura nel giorno della Festa della mamma. L’uomo appare angosciato ed intenzionato a farla finita, non accettando tutto ciò che ha fatto alla moglie Marita Comi, la quale lo ha sempre sostenuto. Bossetti asserisce di essere stato provocato dalla detenuta Gina alla quale ha inviato circa una quarantina di lettere dai contenuti scandalosi e cova dei dubbi sul fatto che possa essere stata spinta da qualcuno. “Marita deve essere una persona che va ammirata e stimata mentre io solo disprezzato”, avrebbe scritto il presunto assassino di Yara Gambirasio. La conduttrice di Pomeriggio 5, Barbara d’Urso, ha poi dato spazio alla lettura di alcuni stralci delle lettere di Bossetti a Gina. L’inviato del programma ha quindi chiarito: “Bossetti si è scusato con la moglie perché ha sentito che lei si è arrabbiata molto e tramite la madre e la sorella ha chiesto scusa a Marita”.
Dopo 40 udienze nel processo a carico di Massimo Bossetti, unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio, ieri è giunta la richiesta di condanna all’ergastolo formulata dal pm Letizia Ruggeri. Il pubblico ministero ha motivato la sua decisione specificando come sulla tredicenne di Brembate “si è voluto infliggere particolare dolore e ci si è riusciti”, giustificando così l’aggravante, nei confronti di Massimo Bossetti, delle sevizie e della crudeltà. Sempre secondo il pm, come riporta l’agenzia Ansa, non ci sarebbe alcun dubbio sul fatto che si sia trattato di un omicidio volontario poiché, “abbandonata in quel campo si è causata volontariamente la morte” di Yara Gambirasio. Tuttavia, nel delitto della promessa stella della ginnastica artistica, a detta del magistrato “non è possibile individuare un movente certo” anche se questo non contribuirebbe certamente a dare minore significato all’intero impianto portato avanti in questi anni dall’accusa che ha ora chiesto l’ergastolo per il muratore di Mapello. Lo stesso Bossetti, infatti, avrebbe dato “più volte dimostrazione di incapacità di controllarsi”.
E’ durata ben due udienze la lunga requisitoria del pm Letizia Ruggeri, nell’ambito del processo a Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio e per il quale il magistrato ha chiesto ieri la condanna all’ergastolo oltre che l’isolamento per i primi sei mesi. Il massimo della pena, dunque, per colui che è stato definito il “mostro”, sebbene si debba attendere il prossimo giugno per la sentenza. Prima di questo importante appuntamento, dunque, toccherà ancora a difesa e accusa esporre le domande all’unico indagato incastrato dalla prova regina del Dna e da altri indizi che compongono un vero e proprio corollario. La richiesta di ergastolo era attesa un po’ da tutti, compreso dallo stesso Bossetti, il quale alla vigilia dell’udienza di ieri, a detta dei suoi legali, avrebbe aspettato le parole del pm consapevole del risultato finale al termine della requisitoria. Eppure, insieme alla parola “ergastolo”, all’indomani dell’udienza si va ad associare anche una frase che il muratore di Mapello avrebbe pronunciato, riportata da Il Giornale e svelata da La vita in diretta. “Ho sbagliato tutto nella mia esistenza e ora rimedierò con la mia vita”: avrebbe replicato con queste parole, Bossetti, dopo la pubblicazione di alcune lettere inviate dal carcere ad un’altra detenuta. “Che vada come vada fino a sentenza, e poi deciderò una volta per tutte… Comunque, in un modo o nell’altro da qui me ne vado”: queste dichiarazioni l’imputato le avrebbe scritte nei giorni scorsi alla madre ed alla sorella, ma già in passato l’uomo avrebbe confidato ad alcuni compagni di cella l’intenzione di farla finita.
Il giorno dopo il processo di Massimo Bossetti ci si interroga su quanto emerso dalla richiesta di condanna per il delitto Yara Gambirasio: il pm Letizia Ruggeri, dopo due udienze di requisitoria quasi “show” ha avanzato la richiesta di pena massima, ergastolo per omicidio pluriaggravato. Per i pubblico ministero inoltre il muratore di Mapello è incapace di reprimere istinti verso le donne e per questo anche va condannato: si chiude la penultima fase del processo, dopo una requisitoria “infinita” che ha raccontato tutto il peggio possibile di Bossetti. Starà al giudice ora stabilire se si tratta di processo con prove insufficienti per la condanna o se invece verrà confermata la richiesta del pm: resta comunque la prova regina, ovvero il dna di Massimo Bossetti sugli slip di Yara Gambirasio. Ma proprio su questo dna pesa l’ombra di tracce confuse, visto che sono emersi nel dibattimento lungo anni altre tracce di altro dna (fonte Panorama). Dovrà decidere ora il giudice, con la sentenza che è fissata a metà giugno.
Dopo due intere giornate dedicate alla requisitoria, è giunta nella serata di ieri la richiesta di condanna del pm Letizia Ruggeri a carico di Massimo Bossetti, nell’ambito del lungo processo per la morte di Yara Gambirasio. Al termine di ben 40 udienze del processo che si è svolto in questi ultimi due anni presso l’aula del Tribunale di Bergamo, è giunta senza grandi sorprese la richiesta di ergastolo per il muratore di Mapello, ritenuto dal pm il solo responsabile del delitto e del successivo occultamento del corpo di Massimo Bossetti. La tredicenne di Brembate scomparve il 26 novembre 2010 per poi essere ritrovata senza vita, in un campo di Chignolo, tre mesi esatti dopo. Per l’accusa, ad ucciderla fu proprio il muratore contro il quale sussisterebbero gravi indizi di colpevolezza, a partire dalla prova regina del Dna. La richiesta di ergastolo, come trapela da “Repubblica.it”, sarebbe stata pronunciata dal magistrato in aula dopo una lunga requisitoria iniziata venerdì 13 maggio e proseguita ieri fino a pomeriggio inoltrato. Dopo aver proseguito per diverse ore nella ricostruzione dell’intera vicenda sulla quale lavora da ormai sei anni, Letizia Ruggeri ha quindi avanzato la richiesta del massimo della pena per Massimo Bossetti, con sei mesi di isolamento diurno, spiegandone ovviamente le ragioni. A detta dell’accusa, Massimo Bossetti avrebbe incontrato Yara non nelle vicinanze della palestra bensì in una delle strade che la giovane promessa della ginnastica artistica era solita percorrere a pochi metri dalla sua abitazione. L’omicidio, a detta del pm, sarebbe stato commesso da un uomo incapace di reprimere i suoi istinti nei confronti delle donne. Il reato commesso comprenderebbe anche l’aggravante delle sevizie e della crudeltà, oltre che della minorata difesa. A questi reati si aggiungerebbe anche l’accusa di calunnia contro un ex collega sul quale Massimo Bossetti aveva inizialmente indirizzato i sospetti. Ad inchiodare il presunto assassino di Yara Gambirasio sarebbe la traccia mista di Dna della ragazzina e dello stesso imputato trovata sugli indumenti intimi della vittima. L’assenza di un alibi avrebbe peggiorato la posizione dell’uomo. Tra gli altri indizi, l’analisi sul cellulare del muratore ed il suo tentativo di fuga al momento dell’arresto. Entro la metà di giugno si svolgerà l’udienza nella quale sarà emessa la sentenza di condanna. Nel frattempo, nei prossimi appuntamenti in Tribunale a prendere la parola saranno i legali di parte civile e quelli della difesa.