Si riaccendono i riflettori sul caso di Katia Tondi, la casalinga 31enne uccisa il 20 luglio di tre anni fa e per il cui omicidio è accusato il marito Emilio Lavoretano, reduce della prima udienza del processo da pochi giorni iniziato. A riparlarne questa sera sarà la trasmissione Quarto Grado che fornirà le ultime novità sul giallo. Le indagini compiute sulla morte della povera Katia, madre da appena sette mesi, sono state ampiamente contestate dai consulenti della difesa che già in passato avevano sottolineato alcune importanti mancanze, come ad esempio il fatto che immediatamente dopo il delitto non fu prelevata la temperatura corporea della vittima nè quella dell’abitazione e dell’esterno, rendendo così difficile stabilire con esattezza l’ora della morte. Gli stessi legali del marito di Katia Tondi, Emilio Lavoretano, anche nel corso dell’udienza preliminare al termine della quale l’imputato è stato rinviato a giudizio, come riportato da interno18.it, avevano ribadito la natura unicamente indiziaria degli elementi raccolti.
Il caso di Katia Tondi, la giovane 31enne uccisa in circostanze ancora poco chiare nel luglio del 2013 e del cui omicidio è accusato il marito Emilio Lavoretano sarà affrontato questa sera nel corso della trasmissione di Rete 4, Quarto Grado. Il programma renderà note le ultime novità sul giallo dopo il recente avvio del processo a carico del marito, unico imputato sebbene l’uomo continui a ritenersi innocente. Tuttavia, contro di lui sarebbero sopraggiunti sin da subito alcuni dubbi, a partire dalla mancanza di un alibi, sebbene lo stesso Lavoretano avesse tentato di costruirsene uno posticipando l’ora di uscita e consegnando agli inquirenti gli scontrini del supermercato presso il quale aveva fatto la spesa, presumibilmente dopo il delitto del quale è accusato. Ad incastrarlo sarebbe stata proprio la seconda perizia medico-legale che, come riporta il sito vivicool.it, recitava: “Il cadavere di Katia Tondi è stato portato nel corridoio della casa e sistemato di fronte alla porta d’ingresso successivamente alla sua uccisione, che verosimilmente è avventa in un altro ambiente dell’abitazione tra le 17.30 e le 19”. In questo modo, l’ora indicata dall’uomo secondo il quale sarebbe avvenuto l’omicidio (Emilio aveva asserito di aver lasciato ancora in vita Katia a casa prima delle 19:00 per poi fare ritorno dopo circa un’ora e trovarla riversa a terra senza vita) andrebbe a combaciare con la sua presenza in casa insieme alla donna.
Si parlerà del caso di Katia Tondi stasera nella trasmissione in onda su Rete 4 Quarto Grado. Durante il programma, con tutta probabilità, saranno raccontati gli sviluppi del processo a carico di Emilio Lavoretano, il marito della donna. E’ stato lui ad uccidere la moglie? Katia Tondi, casalinga di 31 anni, è stata trovata strangolata il 20 luglio 2013 nella sua abitazione a San Tammaro, in provincia di Caserta. Lo scorso 11 maggio A Santa Maria Capua Vetere, presso la seconda sezione della Corte di Assise, è iniziato il processo. Emilio Lavoretano è accusato di omicidio volontario. Nel corso del processo saranno sentiti i anche i poliziotti che effettuarono i primi rilievi dopo il ritrovamento del cadavere della 31enne. La famiglia di Katia Tondi, a quasi tre anni dalla morte della donna, spera che ora sia fatta giustizia e si possa sapere con certezza che cosa è accaduto quel giorno di luglio e se sia stato davvero il marito Emilio Lavoretano ad ucciderla.
Dopo essere stato rinviato a giudizio per l’uccisione della moglie Katia Tondi, si è aperto nei giorni scorsi il processo a carico di Emilio Lavoretano, sul quale pendono le accuse di omicidio volontario. Finalmente, la famiglia della 31enne uccisa il 20 luglio 2013 e ritrovata senza vita nel suo appartamento a San Tammaro, in provincia di Caserta, spera possa esser fatta giustizia ma soprattutto chiarezza su quanto realmente accaduto. All’epoca dei fatti, Katia era in casa con il figlio avuto dal marito appena sette mesi prima. “L’ho trovata che era già morta”, aveva dichiarato sin da subito l’uomo, ora a processo, dopo che le Forze dell’Ordine intervennero sul luogo del delitto. A favore di Lavoretano un alibi che appariva “di ferro”: il marito di Katia Tondi asserì di essere uscito di casa prima delle 19 e di aver fatto ritorno dopo circa un’ora (questo l’iniziale arco di tempo nel quale fu collocato il decesso della donna). A conferma della sua versione consegnò agli inquirenti gli scontrini della spesa. Una volta rincasato, ammise il ritrovamento del corpo della moglie vicino la porta d’uscita. A mettere in dubbio il suo racconto, tuttavia, furono le discrepanze negli orari del decesso, emerse con l’autopsia che collocava la morte di Katia in un periodo antecedente a quello indicato dal marito nel quale asseriva di aver visto la donna in vita prima di recarsi al supermercato. La Tondi, secondo una prima autopsia, sarebbe infatti morta tra le 14 e le 16 di quel giorno di luglio di tre anni fa, quando il marito si trovava al lavoro e Katia era insieme alla madre. A stabilire con ulteriore certezza l’ora del decesso fu la successiva relazione presentata dal consulente della procura, il generale Luciano Garofalo, il quale tramite una serie di intercettazioni e nuovi esami medico-legali collocò l’omicidio della Tondi tra le 18 e le 19, quando cioè Lavoretano sarebbe stato in casa. L’assenza di testimoni e le modalità inizialmente contestate dalla difesa del marito, resero complesse le indagini sul delitto di Katia. Dopo il rinvio a giudizio a carico di Emilio, il processo ha preso il via lo scorso 11 maggio in presenza dei genitori della vittima e dello stesso imputato e proseguirà con la successiva udienza nel corso della quale verranno sentiti i testi della polizia che effettuarono i primi rilievi dopo il ritrovamento del cadavere della 31enne. Del giallo torna ad occuparsene anche la trasmissione Quarto Grado, con la nuova puntata in onda stasera 20 maggio nella prima serata di Rete 4.