Il processo a carico di Massimo Bossetti, unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio è ormai alle battute finali. Per la prima volta, riporta Bergamo News, il Bossetti si è allontanato di molto dalla sua strategia difensiva precedente, nel corso dell’udienza avvenuta ieri. Il suo atteggiamento sembrerebbe quindi lontano da quel freddo distacco con cui era stato sempre dipinto in tutte e 40 le udienze vissute dall’inizio del suo arresto. In quelle occasioni, il muratore di Mapello non aveva battuto ciglio nemmeno di fronte alle immagini della piccola Yara. In particolare, descrive una notizia Ansa, Massimo Bossetti è apparso in bilico verso la fine della deposizione, ovvero quando l’avvocato Andrea Pezzotta, difensore della madre di Yara, lo ha incitato a liberarsi “la coscienza da questo peso”. Questo secondo il legale sarebbe il vero risarcimento che spetterebbe di diritto alla famiglia Gambirasio, a favore della quale, unitamente al collega ed avvocato Enrico Pelillo, è stato richiesto un pagamento di quasi 3 milioni e 250 mila euro.
Novità sul processo Yara Gambirasio e l’imputato Massimo Bossetti. Il muratore di Mapello è accusato di aver ucciso la 13enne e il processo è alle sue battute finali. Bossetti si è sempre dichiarato innocente ma il pubblico ministero ha chiesto per lui l’ergastolo. Ieri, nel giorno in cui gli avvocati della famiglia Gambirasio tenevano la loro arringa in tribunale, è stata recapitata alla Corte d’Assise del tribunale di Bergamo una busta con due proiettili e una lettera di sostegno a Massimo Bossetti. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera “l’autore si schiera a sostegno di Massimo Bossetti, imputato dell’omicidio di Yara Gambirasio, e usa parole pesanti e offensive nei confronti della presidente della Corte, Antonella Bertoja, e del pubblico ministero Letizia Ruggeri”. La lettera è stata sequestrata dalla Squadra Mobile della questura di Bergamo e non è così arrivata a destinazione: il contenuto fa pensare agli inquirenti all’opera di un mitomane.
La terzultima udienza del processo a carico di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, ha vissuto uno dei suoi momenti più intensi durante l’intervento di Andrea Pezzotta, il legale che assiste la madre della vittima, Maura Panarese. Come riportato da “affaritaliani.it” uno dei passaggi più interessanti dell’arringa di Pezzotta è stato quello in cui l’avvocato ha di fatto sottolineato la parziale ammissione fatta da Bossetti stesso durante un dialogo con la moglie Marita Comi. Incalzato dalle domande della consorte su dove si trovasse la sera della scomparsa di Yara, Bossetti rispose infatti a più riprese:”Non ricordo, non ricordo!”. Per Pezzotta queste parole corrispondono a delle “confessioni extragiudiziali” poiché “Bossetti sapeva benissimo dov’era, era alle prese con un’orribile operazione di macelleria”.
Si è svolta ieri, presso il Tribunale di Bergamo, la terzultima udienza del processo a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Dopo la discussa udienza che ha visto il pm Letizia Ruggeri terminare la sua infinita requisitoria ed avanzare la richiesta di ergastolo a carico dell’unico imputato, ieri è stato il turno dei legali delle parti civili, che hanno preso la parola avanzando le rispettive richieste di indennizzo. Il primo a parlare, come riportato da “Repubblica.it”, è stato l’avvocato Enrico Pelillo il quale ha chiesto un risarcimento pari a 1,4 milioni di euro per conto del padre e della sorella maggiore di Yara Gambirasio. Il legale ha concentrato la sua attenzione sulla prova regina del Dna considerata “la firma” di Massimo Bossetti. Quest’ultimo è stato definito “molto scaltro” oltre che “un mentitore seriale”. Momenti di tensione in aula sono stati registrati in seguito all’intervento dello stesso imputato nel momento in cui l’avvocato della famiglia Gambirasio ricostruiva come sarebbero andati i fatti: “Non è vero niente!”, sarebbe esploso Bossetti. L’avvocato Pelillo avrebbe infine anche evidenziato il movente, che a sua detta sarebbe “chiaro e limpido ed è di natura sessuale”. A prendere la parola è stato anche il secondo avvocato della famiglia Gambirasio, Andrea Pezzotta, il quale ha avanzato la richiesta di 1,8 milioni di euro di risarcimento per il danno subito, per conto della madre di Yara Gambirasio. Restando nell’ambito delle richieste di risarcimento a carico di Bossetti nel caso in cui dovesse essere giudicato colpevole, è intervenuto anche il legale di Massimo Maggioni, il collega dell’imputato sul quale il muratore aveva fatto inizialmente ricadere i suoi sospetti in merito al delitto di Yara Gambirasio. L’avvocato Carlotta Biffi avrebbe avanzato la richiesta di 100 mila euro in favore del suo assistito, per il “danno subito”, parlando di vera e propria calunnia a carico di Maggioni.