Veronica Panarello, dalla sua cella nel carcere di Catania dove è detenuta per il delitto del figlio Lorys Stival, continuerebbe a sostenere la colpevolezza del suocero Andrea Stival, sebbene contro di lui non sarebbero emersi elementi credibili a sostegno della sua tesi. “Deve avere il coraggio di guardarmi dritto negli occhi, mentre mente dicendo che non è stato lui a uccidere mio figlio. Ci chiudiamo in una stanza e deve ripetere, davanti a me e ai magistrati, anche che non abbiamo mai avuto una relazione e che non ha fatto tutto quello che ha fatto…”: sarebbero state queste le parole pronunciate dalla donna, come riporta Il Giornale citando a sua volta La Sicilia. La Panarello avrebbe infatti chiesto un confronto all’americana con il nonno paterno di Lorys Stival da lei considerato non solo il suo ex amante ma anche il vero assassino del bimbo, ucciso il 29 novembre di due anni fa. “È arrivato il momento della verità, non posso più aspettare né accettare che io mi faccia il carcere al posto suo”, avrebbe asserito la giovane mamma contro il suocero. La richiesta di confronto è stata depositata dal suo avvocato nei giorni scorsi e lo stesso Villardita avrebbe commentato in merito: “Ritengo che il confronto fra i due a questo punto sia utile, se non indispensabile, al raggiungimento della verità”.
La giovane mamma di Santa Croce Camerina, Veronica Panarello, in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere di Lorys Stival, il figlio primogenito, nei giorni scorsi si è sottoposta ad un ulteriore esame medico – la risonanza magnetica – atto a valutare la sua reale capacità di intendere e di volere. Gli esiti della perizia psichiatrica non sono ancora stati ufficialmente depositati, eppure emergono le prime indiscrezioni ufficiose riportate dal settimanale Giallo, secondo il quale la donna sarebbe stata giudicata sana di mente, lucida e quindi totalmente capace di intendere e di volere. Se ciò trovasse conferma, significherebbe la totale processabilità di Veronica Panarello, la quale rischia il massimo della pena prevista dal rito abbreviato, ovvero 30 anni di reclusione per il delitto di Lorys Stival.
“Voglio guardarlo in faccia mentre mi dice che non ha ucciso mio figlio“. Questa è l’ultima delle richieste di Veronica Panarello che riprende l’accusa già fatta in precedenza ai danni del suocero Andrea Stival. Secondo la donna, accusata di aver ucciso il figlio Lorys, il suocero mentirebbe anche riguardo alla loro relazione e conferma che esiste realmente. Andrea Stival è stato indagato più volte nei giorni scorsi, ma il suo alibi, fornito da prove e testimonianze, si è rivelato di ferro. Questo però non sembrerebbe bastare a Veronica Panarello che continua a riversare tutte le accuse sul presunto ex amante. La sua richiesta, come riporta Unione Sarda, è stata presa in esame dal tribunale di Ragusa, ma non si è ancora pronunciata a riguardo proprio perché il processo è tuttora in corso. “Non posso stare in galera al posto suo” si difende ancora la Panarello, pronta a sostenere la sua tesi fino all’ultimo istante. Questo è inoltre attualmente uno dei punti cardini dell’intera indagine perché nel caso in cui la Procura dovesse decidere di non accettare la richiesta di Veronica Panarello, il caso verrebbe automaticamente chiuso e si andrebbe direttamente al processo. Un altro elemento che si attende nei prossimi giorni è il deposito delle risultanze mediche sulla perizia psichiatrica fatta sull’imputata e che potrà rivelare infatti se è possibile continuare la strada verso il processo o meno. Nel caso di risposta affermativa, Veronica Panarello potrebbe ricevere una condanna a 30 anni di reclusione, il massimo della pena previsto dal rito abbreviato.