Per la famiglia di Marco Vannini è iniziata oggi la prima udienza del processo che vede imputati tutti i componenti della famiglia Ciontoli accusati di concorso in omicidio e Viola Giorgini, che dovrà invece rispondere di omissione di soccorso. Al termine dell’udienza, che ha avuto un carattere tecnico – in vista del prossimo appuntamento fissato al 18 luglio -, il padre di Marco Vannini è intervenuto ai microfoni della trasmissione La vita di diretta commentando: “Ho rivissuto quei momenti e sono stati una cosa allucinante, soprattutto quando si parla delle chiamate al 118 che sono state le cose più dolorose da sentire. La verità la possono sapere solo loro”. Intanto, è stato chiesto di ricostruire le dinamiche dei fatti attraverso un esame specifico che prevedrà lo sparo con la medesima arma usata da Antonio Ciontoli. “Speriamo che la Corte accolga la nostra richiesta di ripetere l’esperimento e capire se realmente lo sparo poteva essere scambiato per un altro rumore”, ha commentato lo zio della vittima. Ad intervenire nello studio del programma di Rai 1 è stata anche la criminologa Roberta Bruzzone, la quale alla domanda sul perché Antonio Ciontoli avrebbe sparato ha replicato: “Lo scherzo diventa ipotesi difficile ancor di più se leggiamo quanto accaduto immediatamente dopo lo sparo. Questo esperimento giudiziale metterà a tacere tutte le versioni alternative improponibili”.
Si è svolta questa mattina, in Corte d’Assise a Roma, la prima udienza del processo sulla morte di Marco Vannini, il giovane ucciso lo scorso anno nella villetta della sua fidanzata a Ladispoli. Alla sbarra l’intera famiglia Ciontoli e Viola Giorgini, tutti presenti la sera dell’omicidio avvenuto il 17 maggio del 2015. Mentre i Ciontoli dovranno rispondere di concorso in omicidio, l’accusa per Viola è di omissione di soccorso. Nel corso della prima udienza, come riporta La Repubblica, si è semplicemente proceduto all’acquisizione delle consulenze medico-legali e balistiche da parte della Corte. Quello odierno, dunque, si è trattato di un primo appuntamento di natura tecnica al quale ha fatto seguito il deposito della lista di testimoni di parte civile e difesa sulla quale i giudici si esprimeranno nel corso della seconda udienza, già fissata al 18 luglio. In merito all’accusa, il pm di Civitavecchia avrebbe già citato quali saranno i testimoni, ovvero i poliziotti e gli infermieri che per primi giunsero in soccorso del povero Marco Vannini a distanza di circa un’ora dallo sparo esploso dalla Beretta di Antonio Ciontoli.
Pochi giorni fa è ricorso il primo anniversario dalla tragica morte di Marco Vannini, il giovane 20enne di Cerveteri ucciso la sera del 17 maggio 2015 mentre si trovava in casa della fidanzata Martina Ciontoli. Dopo un anno di attese, bugie e dolore per i genitori del ragazzo, finalmente partirà oggi il processo in Corte d’Assise a Roma che avrà l’obiettivo di fare chiarezza su quanto realmente accaduto nella villetta dei Ciontoli a Ladispoli. Al giudizio, oltre alla fidanzata anche il padre Antonio Ciontoli – che si autoaccusò di aver esploso il colpo di arma da fuoco -, il fratello Federico insieme alla fidanzata Viola Giorgini (accusata di omissione di soccorso) e la madre Maria Pezzillo. La famiglia Ciontoli dovrà rispondere di concorso in omicidio volontario. Una accusa gravissima di fronte alla quale, ad oggi, gli stessi imputati non avrebbero manifestato alcuna preoccupazione, così come per la morte del povero Marco Vannini. Ciò che è emerso in questi lunghi mesi di dolore e menzogne, sarebbe stata una sola preoccupazione da parte dei Ciontoli, legata unicamente all’aspetto economico. E’ quanto svelato dalle intercettazioni shock riproposte anche nell’ultima puntata della trasmissione tv “Quarto Grado”. La moglie di Antonio Ciontoli, presunto assassino di Marco Vannini, a soli dieci giorni dal delitto si preoccupava (e occupava) unicamente delle proprietà di famiglia al punto da asserire: “Bisogna fare in modo che la controparte non le porti via”. Alla vicina la Pezzillo aveva manifestato i suoi timori dichiarando: “Sotto l’aspetto economico siamo rovinati”. E se Martina, a poche ore dalla morte del giovane fidanzato era preoccupata per la sua carriera universitaria, il fratello Federico temeva di non riuscire più a trovare lavoro. L’intento di Viola Giorgini, infine, sembra essere molto simile a quello dei Ciontoli: nei giorni seguenti alla morte di Marco Vannini, parlando dei giornalisti diceva di volerli denunciare “così gli spillo un po’ di soldi”. Sempre secondo quanto trapelato dal programma di Rete 4, tutti gli imputati con ogni probabilità non saranno presenti in aula. La prima udienza di oggi, inoltre, come riporta Civonline.it, quasi certamente sarà di natura tecnica atta ad acquisire tutta la documentazione necessaria.