“O si sta con te o si muore”. Erano queste le parole che spesso la trentatreenne Antonella Multari diceva a Luca Delfino, a cause delle continue minacce. Non accettava, infatti, che lei lo avesse lasciato e per questo la perseguitava, la seguiva, la minacciava. Fino a che il 10 agosto del 2007, Delfino segue Antonella lungo le strade del centro, dove si trova in compagnia di un’amica. E’ la vigilia del suo 33esimo compleanno, un giorno che però non arriverà mai. E’ tutto riportato negli atti di ufficio e diffuso da tutte le maggiori testate nazionali, oltre che nei servizi di vari programmi di inchiesta. Quel giorno Antonella non si accorge che Delfino la sta seguendo, nemmeno quando l’uomo la aggredisce lungo la strada ed inizia a colpirla. Una, due, tre volte, fino ad arrivare a 40 coltellate, sferrate con una violenza indicibile. Un camionista riesce a fermare Luca Delfino mentre si dà alla fuga ed in seguito all’arresto, due anni dopo, viene condannato a 16 anni ed 8 mesi di reclusione. La Cassazione confermerà successivamente la pena. Si parlerà del caso di Antonella Multari su Terzo Indizio nella prima serata di Rete 4 di oggi, martedì 24 maggio 2016. La trasmissione condotta da Alessandra Viero ricostruirà l’accaduto tramite la tecnica della docufiction, basandosi anche sulle interviste di chi conosceva la vittima e l’altra donna a cui Luca Delfino è collegato con un sottile filo rosso. Un anno prima della morte di Antonella Multari, anche la 36enne Luciana Biggi, ex fidanzata di Delfino, trova inspiegabilmente la morte. Per quest’ultimo delitto però Delfino non viene accusato, in quanto le prove a suo carico non vengono ritenute sufficienti. La tragica storia di Antonella Multari inizia proprio lì, nel momento stesso in cui Delfino viene rilasciato. La ragazza si trova in ospedale a trovare il padre e quando raggiunge le macchine del caffè, conosce per caso quest’uomo che in apparenza le sembra gentile. Anche affascinante. I due iniziano quindi una relazione, ma l’atteggiamento di Delfino cambia subito, dimostrandosi ossessivo e morboso. Non si limita però a questo, dato che la sua aggressività lo porta anche a mettere le mani addosso ad Antonella più di una volta, strappandole in molti casi i vestiti di dosso e procurandole diversi lividi. Questi elementi spingono la ragazza a troncare la loro storia appena un mese più tardi. Tuttavia, l’uomo non accetta di essere stato allontanato ed inizia subito a minacciarla. Tanto che Antonella, ormai esausta ed impaurita, torna a vivere dai genitori e denuncia le ripetute vessazioni alle forze dell’ordine. Questo non serve però a fermare Delfino, ma contribuisce anzi ad aumentarne la rabbia. Arriva infatti a minacciare anche la madre di Antonella, dopo che la donna si rifiuta di farlo salire in casa. E’ un dato importante perché da qui in poi Luca Delfino si convince che è la madre la vera responsabile della fine della relazione con Antonella, giustificando il sospetto con quelle che secondo lui erano continue intrusioni nel loro rapporto. L’accusa era in parte vera, dato che sono proprio i genitori di Antonella a spingerla, dopo numerose minacce di morte, a troncare la relazione con Delfino, impauriti che quell’animo violento e troppo egocentrico sfociasse in qualcosa di terribile. E’ solo gennaio infatti quando Luca Delfino provoca delle forti lesioni sul corpo di quella che sarà la sua futura vittima. Antonella finisce in ospedale e la madre convince la ragazza a denunciarlo per percosse, molestie, minacce e violenza domestica. Delfino però non si rassegna ed inizia ad inviarle decine di sms, olte a numerose telefonate. Le persecuzioni si protraggono per giorni, poi settimane ed infine mesi, tanto che Antonella inizia a registrare tutto. Infine lo affronta, disperata, perché non ne può più. Nella telefonata la donna rivela apertamente di aver subito anche delle violenze sessuali. Solo cinque mesi prima un ispettore della Polizia di Genova aveva lanciato l’allarme su Luca Delfino per la morte di Luciana Biggi, subito accolto dal pm Enrico Zucca, ma mai seguito da una condanna. Subito dopo l’arresto per l’omicidio di Antonella, Delfino inizia ad invocare l’infermità mentale, affermando di non ricordare nulla. Chiede anche più volte di parlare con Antonella ed accusa Rocco Multari e Rosa Tripodi, i genitori della ragazza, di averla uccisa. Rosa è intervenuta nel 2013 a Domenica Live, esprimendo dolore per la perdita della figlia ma anche sconcerto per il futuro che la giustizia italiana riserverà al suo assassino. “Questo mostro fra due anni me lo devo vedere libero perché è un detenuto modello? Sono queste le leggi che abbiamo in Italia? Che i giudici si mettano una mano sulla coscienza”, riporta La Stampa. “Quando Delfino sarà libero”, continua Rosa, “avrò timore anche per la mia integrità fisica. Delfino a suo tempo mi ha minacciata, ha detto che me la farà pagare. E quando uscirà di galera, cosa farò?”.



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