Un’ udienza generale che contiene un insegnamento davvero importante per tutti i fedeli, ovvero quello di pregare senza mai stancarsi. Con queste parole Papa Francesco ha esordito nell’intervento di questa mattina: nella parabola evangelica (Luca, 18,1-8), lo stesso Gesù invita ad avere costanza nella preghiera e nella devozione a Dio. E lo stesso viene fatto tramite l’esempio del Giudice e della vedova. Il primo è una figura emblematica, potente. Il suo lavoro è quello di emettere sentenze basandosi sulla “legislatura di Mosè”. Delle persone che dovevano dunque avere delle qualità al di sopra di tutto, timorate di Dio, in grado di far rispettare la parola del Signore. in teoria persone umili. Ma la figura in questione era totalmente differente perché non temeva nessuno, nemmeno la figura suprema di Dio, applicando la legge in base al proprio tornaconto personale. La vedova si era rivolta a questo personaggio per avere giustizia, in quanto veniva considerata (come gli orfani e gli stranieri), una delle categorie più deboli. Essendo una categoria debole, il giudice non ebbe nessun interesse a difenderla e dunque la vedova ricorse all’unico modo, ovvero importunarlo con continue richieste. Una mossa giusta visto che il giudice esaudisce il suo desiderio. Ed è proprio su questa parabola che Papa Francesco fa leva, spiegando come la costanza può far cambiare idea a chiunque, anche a chi, come il giudice, non presenta un minimo di coscienza. Se dunque la vedova è riuscita nel suo intento, anche Dio (dl cuore misericordioso rispetto alla figura) darà ascolto ai propri fedeli: continuando a chiedere tramite la preghiera. Una lezione unica, che invita chi magari a volte ha un momento di scoraggiamento anche nei confronti della propria fede. ” Tutti proviamo momenti di stanchezza e di scoraggiamento”, afferma Papa Francesco, che evidenzia come spesso i fedeli perdano la propria convinzione anche quando la preghiera sembra inefficiente. Ma Dio, essendo misericordioso rispetto al giudice, prima o poi ricompenserà i suoi figli. La preghiera dunque deve essere uno strumento per affidarci a Dio anche nei momenti di maggior dubbio.
Il Pontefice inoltre riprende la parte conclusiva della parabola, in cui ci si domanda se il figlio dell’uomo troverà fede sulla terra. Proprio con questo passo, Papa Francesco spiega quanto possa essere importante la preghiera anche se non corrisposta. Nella conclusione del suo intervento, il Santo Padre conclude con i saluti rivolti in francese ai pellegrini arrivati dall’oltre Alpe, così come quelli inglesi e portoghesi, senza tralasciare i saluti in lingua spagnola e tedesca. Inoltre, gli appelli del Pontefice sono rivolti alla Giornata Internazionale per i bambini scomparsi. Come sottolinea il Papa, è compito di ognuno di noi proteggere i bambini, spesso esposti a migliaia di pericoli. Da comportamenti sbagliati a sfruttamento, sono queste tutte le situazioni da evitare ai più piccoli. Il male peggiore, sottolinea il Papa, è proprio l’indifferenza degli adulti, la quale porta un dolore paragonabile al male fisico.
Non manca l’intervento dedicato ai pellegrini italiani, a cui viene rivolto un invito molto particolare, ovvero quello di vivere con fede il Giubileo della Misericordia: il simbolico passaggio attraverso la Porta Santa deve essere per tutti un gesto di appartenenza ad un’intera comunità. Il pensiero finale di Papa Francesco è dedicato ai più giovani, in particolare alle giovani coppie, e ai malati. La celebrazione di Papa Gregorio VII (tenutasi oggi all’interno dell’Udienza Generale), deve creare tra i giovani e Dio un rapporto fondamentale. Vale lo stesso per i malati, che tramite la preghiera devono affidarsi alla fede. Parole di ricordo anche per altri attentati in terra siriana, che hanno scosso nuovamente il medio Oriente. Infatti il Santo Padre ha invitato tutti a pregare per chi non c’è più e per chi è morto a causa della follia altre persone. Questa preghiera, rivolta alle vittime e ai familiari, deve servire per convertire chi continua a a seminare morte e distruzione.