A poche ore dalla nuova udienza che scandirà il penultimo appuntamento del processo a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, la sua difesa è pronta all’attesa arringa che la vedrà protagonista dopo la requisitoria del pm Ruggeri e le parole degli avvocati di parte civile. Intanto, nei giorni scorsi l’avvocato Salvagni si era espresso sull’andamento del processo, contestando alcuni aspetti e rivelando l’assunzione da parte del suo assistito di psicofarmaci. “Hanno sempre cercato di fare un processo alla persona. Si devono far coincidere dei punti: se c’è un punto di partenza e un punto d’arrivo che sono distanti, la strada per unire questi due punti è stata adattata. Il processo a Bossetti non deve essere fatto di suggestioni: le lampade, le sue abitudini sessuali, ecc…”, aveva commentato Salvagni a Radio Cusano Campus, come riporta oggi Blitz Quotidiano. “Il processo deve stabilire se è un assassino o no e deve farlo con le prove, non con le suggestioni”, aveva poi aggiunto l’avvocato che forma la difesa di Bossetti, unico imputato per il delitto di Yara Gambirasio.



A poche ore dalla nuova udienza del processo a Massimo Bossetti, unico imputato per l’omicidio della tredicenne di Brembate, Yara Gambirasio, uno dei legali del muratore di Mapello, avvocato Claudio Salvagni, ha voluto commentare quanto accaduto di recente a scapito dei magistrati. Il pm Letizia Ruggeri e il giudice Antonella Bertoja sarebbero state le destinatarie di una missiva contenente minacce scritte e due proiettili. Già tramite la sua pagina Facebook l’avvocato Salvagni aveva preso le distanze da tali atti, soprattutto da chi aveva associato queste azioni alla difesa di Massimo Bossetti (clicca qui per leggere il post), ma questa volta lo fa nuovamente anche nel corso della trasmissione radiofonica “Legge o giustizia” su Radio Cusano Campus, come riportato da Blitz Quotidiano: “Lo scontro deve essere aspro, però razionale e logico, non deve mai sconfinare in situazioni fuori controllo come questa. Queste sono aberrazioni che condanno in maniera netta”, avrebbe aggiunto in merito il legale.



Manca un giorno esatto alla prossima importante udienza a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello a processo per il delitto di Yara Gambirasio. Nel frattempo, il sito di Oggi nella giornata odierna ha pubblicato in esclusiva quanto potremo vedere e leggere nel nuovo numero del settimanale in edicola. Marita Comi, presenza importante nella vita di Bossetti e non solo poiché si tratta della moglie e madre dei suoi figli, dopo un passo indietro fatto nelle scorse settimane in seguito all’uscita delle lettera scabrose inviate dal marito ad una detenuta, sarebbe tornata in carcere insieme alla figlia Aurora. Il colloquio tra il presunto assassino della tredicenne di Brembate e la moglie Marita sarebbe durato circa due ore, ovvero il doppio del tempo solitamente concesso. A detta del settimanale, a convincere la donna a riprendere i colloqui con Bossetti sarebbero state le suppliche della madre dell’uomo, Ester Arzuffi, e della sorella Letizia, preoccupate dopo le parole del muratore a loro indirizzate tramite una lettera nella quale asseriva di volerla fare finita. Sempre secondo quanto titolato da Oggi.it, la donna avrebbe perdonato Bossetti.



Alla vigilia dell’importante udienza del processo a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio e che domani tornerà in aula in occasione dell’arringa tenuta dalla sua difesa, il quotidiano online BergamoNews riporta oggi un articolo su La Repubblica a cura di Piero Colaprico il quale, oltre a riassumere i punti salienti delle indagini, dalla scomparsa della ragazzina alle accuse rivolte al muratore di Mapello, pone l’accento proprio su un aspetto che nessuno finora sembra aver voluto prendere in considerazione. Come mai, infatti, nessuno ha chiesto la perizia psichiatrica a carico di Bossetti, unico imputato per l’omicidio della tredicenne di Brembate? Il giornalista avrebbe messo in luce una serie di punti che riguarderebbero la presunta mente oscura di Bossetti, dalla sua adolescenza, quando “aspettava fuori casa di pomeriggio che la madre mandasse via gli «amici» andati a trovarla”, alle lacrime versate in cantiere “narrando di avere un tumore, di dormire fuori casa, di aver pestato la moglie, di essere così disperato da «buttarsi dal ponte di Sedrino»”. Fino ad oggi, quando dal carcere di Bergamo avrebbe sempre fatto passare l’immagine di una famiglia felice, la sua, ora però scossa dalle lettere scabrose inviate a Gina, la detenuta con la quale manteneva una costante corrispondenza.

Un dolce ritorno per Massimo Bossetti, in carcere in attesa della sentenza finale del giudice sul processo Yara Gambirasio che lo vede come unico accusato per omicidio aggravato: in carcere, come riporta il settimanale Oggi, è tornata a trovarlo Marita Comi, la moglie che in questi ultimi mesi ha passato oltre al dramma per il carcere e le accuse al marito, anche l’onta del tradimento con quelle lettere scabrose inviate da Bossetti ad una detenuta, Gina, mai vista prima. Aveva smesso Marita di andare a trovarlo in carcere proprio dopo averlo difeso per l’ennesima volta al processo sulle ricerche internet a luci rosse, ma davanti a quelle lettere si era fermata e aveva passato un periodo di forte difficoltà. Ebbene, dopo l’appello di Massimo Bossetti di trovarsi malissimo in galera e con spesso forti desideri di suicidio, la moglie ha deciso di tornare a trovarlo: non si sa per perdonarlo o meno, questi sono affari legati allo loro esclusiva vita privata che non ci compete, ma di certo va segnalato il ritorno importante della moglie verso un uomo in questo momento attaccato da tutto e da tutti.

Alla vigilia della nuova importante udienza del processo a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio e unico imputato, emergono le prime indiscrezioni in merito alla strategia che sarà adottata dalla difesa del muratore di Mapello. Sono oltre 40 le udienze alle quali abbiamo finora assistito nell’ambito del lungo processo a Massimo Bossetti e che volge ormai al termine. Manca sempre meno alla sentenza di primo grado attesa per la metà del prossimo mese di giugno ed intanto, dopo la lunga requisitoria del pm Letizia Ruggeri – con la relativa richiesta conclusiva dell’ergastolo e di sei mesi di isolamento diurno a carico dell’imputato – e dopo l’ultima udienza nella quale a prendere la parola sono stati i legali di parte civile, domani toccherà invece alla difesa del muratore accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere della giovane tredicenne di Brembate. Stando alle indiscrezioni emerse nel corso della trasmissione “Mattino 5”, i due legali di Massimo Bossetti, avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avrebbero già individuato i punti sui quali si incentrerà l’arringa. Si tratta dell’orario della morte di Yara Gambirasio e del luogo del ritrovamento del suo cadavere, a distanza di tre mesi esatti dalla scomparsa della ragazzina. Secondo la difesa del muratore, infatti, Yara Gambirasio  sarebbe stata uccisa altrove e poi trasportata nel campo di Chignolo dove fu rinvenuta morta il 26 febbraio del 2011. Il vero colpo di scena dell’udienza di venerdì, tuttavia, potrebbe riservarlo lo stesso Massimo Bossetti, il quale avrebbe già avanzato la volontà di rilasciare dichiarazioni spontanee alla Corte. L’ultima volta in cui parlò fu nel corso dell’udienza dello scorso 4 marzo, quando l’imputato ha risposto alle domande del pm Ruggeri prima di lanciare alcune pesanti accuse asserendo: “Salvo i miei consulenti qui hanno mentito tutti”. L’udienza che prenderà il via venerdì mattina in Corte d’Assise a Bergamo potrebbe rappresentare la penultima prima del 10 giugno, che anticiperà la sentenza.