E’ andata in scena oggi una nuova udienza del processo a carico di Padre Graziano, imputato per l’omicidio volontario di Guerrina Piscaglia, la donna misteriosamente scomparsa da Ca’ Raffaello due anni fa. Nel corso dell’udienza di oggi, oltre alla preoccupazione destata dal marito della donna, Mirco Alessandrini, colto da malore, ha fatto molto discutere anche l’intervento di Monsignor Dallara, il vicario della Curia aretina in Valtiberina, il quale avrebbe dato di Padre Graziano una descrizione che non sarebbe affatto piaciuta al religioso. In base a quanto riportato da FirenzePost.it, il prelato avrebbe sottolineato come i frati giunti a Ca’ Raffaello mancassero di “spirito religioso ascetico”. Secondo Dallara, lo stesso Padre Graziano, seppur buono di carattere avrebbe avuto un modo del tutto personale di intendere la religione. Non sarebbe stato dello stesso parere il presunto assassino di Guerrina Piscaglia che in aula ha rilasciato dichiarazioni spontanee asserendo di non essere d’accordo con le parole del testimone.



La nuova udienza del processo a carico di Padre Graziano in merito al giallo di Guerrina Piscaglia, è stata scandita questa mattina da momenti di paura in seguito al malore che ha colto in aula Mirco Alessandrini, marito della donna scomparsa. A raccontare nel dettaglio quanto accaduto all’uomo è stato il sito “ArezzoNotizie.it”: intorno alle ore 10:45, a distanza di un’ora dall’inizio del controinterrogatorio da parte della difesa del religioso congolese, Mirco si sarebbe sentito male, proprio mentre veniva incalzato dalle domande dell’avvocato Angeletti. Il legale aveva chiesto ad Alessandrini spiegazione in merito ad alcune incongruenze emerse nel corso delle indagini e relative ad alcune sue dichiarazioni iniziali. Dopo aver replicato inizialmente in maniera pacata, Mirco avrebbe iniziato a star male e anche a causa della forte agitazione sarebbe stato colto da malore. L’aula sarebbe quindi stata fatta sgomberare e l’uomo trasportato in barella in una ambulanza prontamente allertata. Dopo una serie di accertamenti il responso dei medici sarebbe stato pressione alta. Nonostante l’uomo stesse meglio chiedendo la ripresa del suo interrogatorio, l’avvocato Angeletti avrebbe cercato di evitare chiedendo il rinvio del controesame a nuova data. In merito la Corte si è riservata di decidere.



Si è svolta oggi la nuova udienza del processo a carico di Padre Graziano, il religioso di origine congolese accusato del delitto di Guerrina Piscaglia, scomparsa misteriosamente il primo maggio di due anni fa da Ca’ Raffaello, in provincia di Arezzo. Nel corso del controinterrogatorio della difesa e che vedeva protagonista anche il marito della donna, Mirco Alessandrini, in base a quanto riportato da La Nazione sarebbe stato colto da malore proprio mentre rispondeva ad una telefonata del primo maggio, giorno della scomparsa di Guerrina. L’uomo si sarebbe portato la mano al cuore accasciandosi e sarebbe quindi stato trasportato in barella all’interno dell’ambulanza per una visita. Il controinterrogatorio è stato sospeso E, dopo i dovuti controlli, lo stesso Mirco Alessandrini si è detto disposto a proseguire e rientrare in aula. Il giudice Tafuro, tuttavia, non avrebbe ritenuto opportuno proseguire rinviando così la testimonianza del marito di Guerrina. Nel corso dell’udienza del processo a carico di Padre Graziano, oltre al marito di Guerrina Piscaglia è stato il giorno anche di un altro testimone eccellente (seppur per motivi differenti), ovvero il Vicario del Vescovo, monsignor Gioacchino Dallara. Il prelato avrebbe fornito la sua testimonianza nel corso della mattinata motivando l’arrivo di Padre Graziano a Ca’ Raffaello e parlando dei problemi di tipo liturgico e pastorale che si sarebbero presentati con la sua presenza. Al centro del suo interrogatorio anche la misteriosa figura di “Zio Francesco”. Sentita infine anche un’amica del prete congolese imputato, residente a Roma che ha definito Padre Graziano un “religioso di grande spiritualità”. A sua detta, Padre Gratien sarebbe stato messo in cattiva luce da una famiglia molto potente di Ca’ Raffaello.

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