Visse in un periodo storico, prima metà dell’anno 500 inizio 600, in cui l’Inghilterra a seguito dell’invasione dei sassoni era ricaduta nell’idolatria dopo che era stata a lungo evangelizzata. In tempi così difficili per il Cristianesimo l’allora Papa San Gregorio Magno approfittò del matrimonio del re del Kent Etelberto con la principessa Berta, figlia del re di Parigi nonché fervente cristiana, per tentare una nuova evangelizzazione dell’isola. L’occasione si presentò quando Berta volle erigere una Chiesa Cristiana e fece richiesta di alcuni missionari che celebrassero i riti sacri. Così Papa Gregorio inviò nel 597 sant’Agostino a capo della spedizione che prevedeva l’invio di quaranta monaci. Nonostante un primo approccio poco felice che vide sant’Agostino tornare a Roma spaventato dalla barbarie e dalla natura facinorosa dei sassoni, il Papa riuscì a convincerlo a tornare lì una seconda volta nominandolo prima Abate e in seguito vescovo. Allettato dalla proposta e convinto anche dalla gentilezza con la quale fu accolto dal re Etelberto e dalla sua corte, raggiunse insieme ai quaranta compagni di viaggio Canterbury, località nei pressi di Londra che era stata loro destinata dal re e nella quale sorgerà la celeberrima abazia dedicata ad sant’Agostino destinata a divenire il centro nevralgico del Cristianesimo anglosassone. La sua opera missionaria di proselitismo ebbe un successo che superò ogni aspettativa portando migliaia di sudditi al Cristianesimo e valse a sant’Agostino la nomina di arcivescovo primate dell’Inghilterra. Il primo a convertirsi e chiedere di essere battezzato fu proprio il re Etelberto che con il suo esempio spianò la strada che condusse il suo esercito e la sua popolazione ad abbracciare la religione professata da quell’uomo di chiesa che si dice non brillasse per coraggio, ma per umiltà e pacatezza d’animo. L’unico dispiacere nella vita del santo fu quello di non essere riuscito ad unificare la Chiesa Bretone a quella Sassone a causa di divergenze troppo forti tra le due parti. Sant’Agostino morì il 26 Maggio del 607 e fu seppellito nella chiesa che porta il suo nome. 



Strettamente legata al nome del santo rimane la città di Canterbury, di cui sant’Agostino è patrono, considerata il punto focale della divulgazione del Cristianesimo in Inghilterra. Nella ricorrenza della sua morte si festeggia il suo nome celebrando nell’abazia a lui dedicata una solenne messa in onore della sua memoria descrivendo l’importanza del suo operato e alcuni episodi della sua vita come la miracolosa guarigione di un cieco a cui il santo ridiede la vista a dimostrazione della genuinità e bontà della via che percorreva. In quel giorno è possibile degustare specialità tipiche del luogo che si preparano per l’occasione come le torte salate tipiche di Canterbury.



Canterbury è una cittadina che si trova a metà strada tra la città di Londra e il mare e conta una popolazione di 55.240 persone. Resa celebre dall’opera di conversione di sant’Agostino sono le strutture ecclesiastiche le fonti d’attrazione primarie del luogo, prima tra tutte la famosa Cattedrale. Diverse anche le personalità di spicco legate a questa città dal già citato sant’Agostino ad Anselmo D’Aosta fino ai nostri tempi con Orlando Bloom. Tra i vari gemellaggi che la città può vantare spicca quello in essere dal 1997 con la nostra Certaldo. 

Il 27 Maggio oltre a sant’Agostino di Canterbury si festeggiano anche Sant’Anastasio Bazzekuketta martire; Sante Barbara Kim e Barbara Yi martiri; San Bruno di Wurzburg vescovo; Beati Edmondo Duke, Riccardo Hill, Giovanni Hogg e Riccardo Holiday martiri; Sant’Eutropio di Orange vescovo; San Gausberto abate di Montsalvy; San Giulio (il veterano) di Durostoro martire; San Gonzaga Gonza martire; San Restituto di Roma martire.