La lunga udienza svoltasi ieri per il processo che vede imputato Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio ha vissuto alcuni momenti particolarmente intensi. Tra questi, secondo la ricostruzione effettuata da Bergamo News, vi sono anche quelli che coincidono con l’arringa del legale del carpentiere di Mapello, Claudio Salvagni. A proposito dei cosiddetti “colpi bassi” riservati al suo assistito dall’accusa, l’avvocato ha citato come esempi il presunto identikit fornito dal fratellino di Yara “che aveva descritto un uomo robusto e con pizzetto che la pedinava: ecco, dopo l’arresto di Bossetti come per magia è rimasto solo il pizzetto”. Salvagni ha anche commentato i presunti tradimenti della moglie di Bossetti, Marita Comi:”Hanno messo in piazza la sua vita personale senza alcun motivo. Penso alle lettere con la detenuta Gina, diffuse senza motivo. Bossetti non ha deviazioni sessuali, non ha mai avuto nemmeno un’amante. E poi le presunte corna della moglie, sbandierate anche qui senza alcun fine, alla disperata ricerca di un movente con un episodio accaduto tre anni dopo il delitto”. Insomma, secondo la difesa, l’accusa ha fatto di tutto per incastrare Bossetti: la sentenza del 10 luglio servirà a fare chiarezza?



E’ stata anche ieri una lunga udienza, quella che ha visto Massimo Bossetti a processo per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio. Siamo ormai agli sgoccioli prima della sentenza che sarà pronunciato il prossimo 10 luglio. Nel frattempo, oltre all’udienza andata in scena ieri, la difesa del muratore di Mapello avrà a disposizione anche un nuovo appuntamento (il prossimo 10 giugno) prima di concludere la sua arringa e permettere alle parti di replicare (la settimana successiva). Ieri, intanto, gli avvocati di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno preso la parola sottolineando ancora una volta la personalità del presunto assassino di Yara Gambirasio, esattamente l’opposto di quello che è finora trapelato dalle parole dell’accusa. Non un sexual offender, bensì un uomo la cui vita si basava su casa, lavoro e famiglia. Prima di immergersi nella lunga arringa, come riporta anche “L’Eco di Bergamo”, l’avvocato Salvagni avrebbe rivolto il suo primo pensiero alla vittima di un “delitto efferato, terribile” ed alla sua famiglia. Successivamente la difesa si è concentrata sui “colpi bassi” da parte degli investigatori e degli inquirenti tra cui l’ultimo atto rappresentato dalla diffusione delle lettere scritte dal muratore di Mapello alla detenuta Gina e che per un certo periodo avrebbero portato la moglie Marita Comi (ieri presente in aula) ad interrompere i colloqui con il marito. Precedentemente il colpo basso era stato rappresentato da un video che ritraeva ciò che secondo l’accusa rappresentava il furgone di Massimo Bossetti: “Si è trattato di un video confezionato come un pacchetto dono, per tranquillizzare la gente, per avere il mostro, il pedofilo, il mentitore seriale”. L’avvocato Salvagni avrebbe poi puntato il dito non solo contro l’andamento delle indagini ma anche contro la stampa. La parola è dunque passata all’avvocato Camporini che nel pomeriggio di ieri ha proseguito con l’arringa ribadendo le qualità di Massimo Bossetti: “Mai una parola fuori posto, non ha mai covato vendetta nei confronti di chi lo sta accusando da anni. Massimo Bossetti è più preoccupato per la sua famiglia che per se stesso, perché è convinto della sua innocenza ed è sempre stato convinto che il giudice avrebbe capito che è estraneo ai fatti”. Commozione in aula da parte dello stesso Massimo Bossetti, il quale si è sciolto in un pianto di fronte alle parole del legale quando ha accennato alla sua famiglia ed in particolare ai figli.

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