Si parla ancora dell’omicidio di Francesca Benetti, la 54enne uccisa due anni e mezzo fa, il 4 novembre 2013. Per l’omicidio è stato condannato Antonino Bilella, l’ex custode di Villa Adua, nel comune di Gavorrano in provincia di Grosseto: proprietaria della tenuta era proprio la donna, insegnante in pensione di Cologno Monzese. Del caso si occuperà stasera “Il Terzo Indizio”, la trasmissione in onda su Rete 4 e condotta da Alessandra Viero. Saranno analizzati i vari indizi che hanno portato alla condanna all’ergastolo lo scorso febbraio di Antonino Bilella per l’omicidio appunto di Francesca Benetti, uno dei tanti femminicidi registrati nel nostro paese. Secondo quanto riportato da Il Giorno lo scorso dicembre, le due macchie di sangue della vittima scoperte nel portabagagli dell’auto di Antonino Bilella sarebbero state l’indizio più forte in mano all’accusa: a sostenerlo Roberta Bruzzone, consulente del legale che assiste il fratello della Benetti: “E’ la firma della assassino, almeno dal nostro punto di vista. Si tratta di sangue che è colato in quel punto, in cui la guarnizione si stacca dietro una pressione, quando il cadavere della Benetti è stato messo nel bagagliaio. Il corpo, probabilmente, era stato avvolto nella coperta che manca dall’appartamento e posizionato nel bagagliaio, dove forse era stato sistemato qualcosa di impermeabile. Ma quando il corpo è stato caricato, ha spostato la guarnizione ed è colato un po’ di sangue”.

E’ saltato in vetta alle notizie di cronaca delle ultime settimane, il giallo sulla morte di Francesca Benetti, la 54enne della Maremma scomparsa tre anni fa. Sembrerebbe aver finalmente trovato un epilogo il mistero sulla donna, grazie ad una sentenza della Corte d’assise di Grosseto del febbraio scorso. Antonino Bilella, il custode della villa in cui viveva Francesca Benetti, è stato infatti condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio premeditato, violenza sessuale, stalking ed occultamento di cadavere. Della vicenda se ne parlerà a Terzo Indizio, il programma di Rete 4 a cura di Siria Magri. Anche per questa storia infatti si parla di una violenza gratuita ai danni di una donna, durata per molti mesi con minacce, avances e forzature e poi sconfinata in omicidio. Secondo i giudici che hanno comminato la condanna, Antonino Bilella è stato “abilissimo nell’eliminare il corpo della vittima“, riporta una notizia Ansa, “la perfezione è in fondo mancata solo per lo zampino del caso che ha voluto che due gocce di sangue colassero dall’involucro contenente il corpo, finendo sull montante del bagagliaio“. E’ questo uno dei passaggi chiave della sentenza che non lasciano spazio al dubbio, secondo la Corte, sulla colpevolezza del custode. Il movente secondo i giudici è da ricercare in un interesse amoroso da parte di Antonino Bilella che lo aveva spinto a proporsi in maniera esplicita a Francesca Benetti, arrivando anche ad approcci di tipo fisico. Il tutto è sfociato nel piano delittuoso quando la vittima ha espresso l’intenzione di allontanare il Bilella anche come affittuario. Non si sa ancora nulla del luogo scelto dall’uomo, di origini sarde e di 71 anni, per nascondere il corpo della vittima. Il fratello di Francesca, alcuni giorni fa, ha richiesto infatti che “l’ergastolano racconti almeno dove ha nascosto il corpo“. La difesa, come riporta Il Corriere, ha già intenzione di ricorrere in appello, sicura che gli indizi a carico dell’imputato, DNA compreso, non siano così eclatanti. Dal canto suo, Antonino Bilella continua a professarsi innocente, un’affermazione che l’uomo ha fatto anche prima che la Corte d’assise si ritirasse per deliberare. “Sono innocentissimo davanti a Dio, mi affido a voi che siete persone squisite. Non ho ammazzato nessuno“.