La vicenda che vede coinvolto Pino Maniaci, direttore di Telejato e considerato da sempre paladino dell’antimafia, ora indagato per estorsione, ha raggiunto anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, ucciso dalla mafia nel 1992. “Purtroppo mi erano giunte già voci di questo tipo da un po’ di tempo”, è stato il commento di Borsellino, come riporta Meridionews.it. “È un fatto che mi addolora e ne sono profondamente scosso. Purtroppo in questo mondo non ci si può fidare di nessuno”, ha aggiunto il fratello di uno delle vittime della mafia in merito al direttore di Telejato. L’uomo, parente delle vittime di mafia, ha rivelato di essere stato più volte ospite nell’emittente siciliana: “Mi rendevo conto che era un personaggio molto sopra le righe ma mai avrei immaginato che si sarebbe ritrovato al centro di queste vicende”, ha commentato. Pur invitando alla cautela, Borsellino ha tuttavia sottolineato come episodi di questo tipo rappresentino un danno al volto pulito dell’antimafia.
Emergono nuovi dettagli in merito a Pino Maniaci, il paladino dell’antimafia nonché direttore della celebre Telejato, emittente tv di Partinico da sempre in prima linea nella lotta contro il malaffare. Repubblica.it, dopo aver anticipato l’iscrizione nel registro degli indagati per estorsione, oggi è tornata nuovamente suo caso di Maniaci mettendo in luce un altro presunto volto del giornalista e direttore. Le intercettazioni che lo vedrebbero coinvolto, lascerebbero poco spazio all’immaginazione, sebbene Maniaci abbia avuto modo di spiegare in tv la sua posizione in una recente intervista alla trasmissione Le Iene Show. La triste vicenda che aveva visto la morte dei suoi amati cani, ritrovati da Pino impiccati e che sembrava avesse a che fare con la mafia, in realtà avrebbe un altro retroscena clamoroso: stando alle intercettazioni, spiega il quotidiano Repubblica, le intimidazioni a carico del giornalista sarebbero partite dal marito della sua amante, alla quale lo stesso Maniaci aveva promesso un posto al Comune di Partinico. Per la storia legata all’uccisione dei cani, Pino aveva ricevuto anche la telefonata di solidarietà del premier Matteo Renzi, della quale se ne sarebbe in seguito vantato telefonicamente con un’amica: “Ora tutti, tutti in fibrillazione sono, pensa che mi ha telefonato quello str… di Renzi”. Intanto questa mattina gli sarebbe stato notificato un provvedimento di divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani. Il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, nel corso della conferenza stampa avrebbe spiegato: “Maniaci sfruttava il mezzo televisivo e la sua professione giornalistica per fare estorsioni. Abbiamo chiesto al gip di emettere una misura cautelare per impedire che venissero commessi altri reati dello stesso tipo e il giudice ha riconosciuto queste ragioni”. Ciò che sarebbe emerso dall’inchiesta in corso, evidenzierebbe inoltre la presenza di finti scoop che Maniaci avrebbe annunciato ad alcuni politici in cambio di soldi ma che non sarebbero mai andati in onda, stando all’accusa emersa dalla Procura di Palermo nei confronti del direttore di Telejato, paladino dell’antimafia. Un’indagine, quella che vede ora coinvolto Pino Maniaci, nata per caso e che già sta facendo molto discutere, non solo in Sicilia.