Novità importanti ma non positive per la famiglia di Emanuela Orlandi, la giovane quindicenne scomparsa in circostanze mai chiarite 32 anni fa. Proprio la famiglia aveva presentato ricorso affinché non venisse avviata l’archiviazione dell’indagine da parte della Procura di Roma, ma ora anche la Cassazione avrebbe ritenuto “inammissibile” la richiesta, come riporta Panorama.it. Il caso, dunque, sarebbe da considerarsi definitivamente chiuso, confermando quanto già aveva ritenuto il gip lo scorso ottobre, respingendo l’opposizione avanzata allora non solo dalla famiglia di Emanuela Orlandi ma anche di Mirella Gregori, ragazza scomparsa poche settimane prima, relativamente all’archiviazione da parte della Procura di Roma e dei pm. Gip e Procura concordano nell’evidenziare l’assenza di sufficienti elementi probatori. Accanto ai loro “no”, si è ora aggiunto anche quello della Cassazione. Dopo quasi 33 anni, dunque, la verità sulla scomparsa di Emanuela avvenuta il 22 giugno 1983, continua a restare avvolta nel più fitto mistero. L’avvocato Pietro Sarrocco, legale della famiglia Orlandi, come riferisce Repubblica.it, avrebbe già annunciato il ricorso alla Corte di Strasburgo: “La famiglia Orlandi ha negli anni scorsi presentato una serie di memorie per sollecitare gli inquirenti a seguire la pista del terrorismo internazionale, piuttosto che quella della Banda della Magliana. Ebbene, la Procura non ha mai ritenuto necessario svolgere approfondimenti su questo filone e sviluppare quegli indizi indicati e suggeriti a più riprese da questa parte offesa, come se li avesse del tutto ignorati”, ha sottolineato l’avvocato che oggi si pone diverse domande. Innanzitutto si domanda se sia realmente giusto quanto accaduto, per poi rivolgersi alla stessa parte offesa: “Quali strumenti ha di tutela se dall’altra parte non si vogliono fare le indagini?”. Le risposte a queste domande, la famiglia Orlandi spera di riceverle dalla Corte di Strasburgo.