Papa Francesco, come accade di consueto ogni domenica, è intervenuto in Piazza San Pietro con un messaggio particolare. Questa domenica, infatti, si festeggia la Festa della Mamma, che nel mondo cattolico è da sempre abbinata al mese dedicato alle celebrazioni Mariane: in particolare, oggi cade l’anniversario della Vergine del Rosario di Pompei, ed il Pontefice ha pronunciato il Regina Coeli. Già in un tweet di ieri, preparatorio al messaggio di fede e speranza diffuso oggi, papa Francesco ha scritto “L’amore, per sua natura, è comunicazione: conduce ad aprirsi, non ad isolarsi”. Il discorso di papa Francesco si è aperta con una spiegazione del Vangelo di Luca riguardo all’evento dell’Ascensione di Gesù al Cielo, quaranta giorni dopo la Pasqua. Da quel momento, dice il pontefice, “per gli Apostoli è stato possibile abitare a Gerusalemme e in tutte le città del mondo”, ponendo ancora una volta l’accento sul messaggio di salvezza e fede lasciato da Gesù alle genti di qualsiasi colore, razza e religione, e spesso ignorato, soprattutto al giorno d’oggi, dai potenti della terra. L’incarnazione del Cristo in un corpo di uomo, secondo Francesco, è il vero argomento di riflessione nel mese Mariano, poiché senza l’intervento della fede incondizionata di Maria non ci sarebbe potuto essere alcun atto di salvezza da parte del Cristo verso gli uomini.Proprio poco prima di pronunciare il Regina Coeli, Francesco ha inoltre insistito sulla parola e sulla comunicazione, veri e propri cardini della sua politica spirituale: ogni uomo ed ogni donna che ascolta il messaggio di pace ed amore di Gesù e di Maria ha il dovere di portare al prossimo “la testimonianza che ogni domenica dovrebbe uscire dalla nostre chiese per entrare durante la settimana nelle case, negli uffici, a scuola, nei luoghi di ritrovo e di divertimento, negli ospedali, nelle carceri, nelle case per gli anziani, nei luoghi affollati degli immigrati, nelle periferie della città”.
Il pontefice si è poi concentrato sul ruolo salvifico dello Spirito Santo, che è “il vero artefice della multiforme testimonianza che la Chiesa e ogni battezzato rendono nel mondo. Pertanto, non possiamo mai trascurare il raccoglimento nella preghiera per lodare Dio e invocare il dono dello Spirito”, annuncia ancora Francesco ad una piazza san Pietro gremita di fedeli, con la sua solita voce pacata e quasi dimessa. Il ruolo dello Spirito Santo nel mese Mariano, e in particolare nel giorno dell’omelia Regina Coeli, è fondamentale perché è proprio lo Spirito a fare da tramite tra Maria e il Mondo. La Vergine, infatti, si è affidata totalmente al ruolo che il Signore aveva prescelto per lei, e nel mese di festeggiamenti dedicati alla Sua figura, il pontefice ci ha tenuto a ricordare che nulla di quello che è avvenuto per mano di Cristo si sarebbe propagato nel mondo se non fosse intervenuta l’opera dello Spirito Santo.
Dopo questo lungo discorso toccante, papa Francesco ha recitato la preghiera tradizionale Regina Coeli, che è una delle quattro Antifone Mariane che vengono recitate nelle domeniche che vanno dalla Pasqua alla Pentecoste, al posto del tradizionale Angelus. La preghiera è rivolta a Maria Madre del Risorto, e si concentra sul ruolo cardinale della Madonna nella vita del Cristo e nella Sua futura santificazione ed ascesa al cielo.
Dopo il Regina Coeli, papa Francesco ha tenuto a ricordare ai Suoi fedeli che oggi ricorre la 50esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, una giornata voluta dal Concilio Vaticano II. I membri della Chiesa che presero parte a quel Concilio Ecumenico, tenutosi in un periodo fondamentale della storia del ‘900, sotto l’egida iniziale di un papa fortemente riformatore come Giovanni XXIII, compresero per la prima volta l’importanza della comunicazione tra Chiesa e fedeli: essa passa attraverso l’abbattimento di tutte le barriere linguistiche e rituali che ancora negli anni ’60 impedivano una piena e cosciente partecipazione delle folle al Rito cattolico (come ad esempio la messa detta in latino, o il momento della Consacrazione svolto di spalle rispetto alla platea), per diffondere il messaggio di Cristo in tutti i luoghi. Francesco, dunque, da grande comunicatore e fautore del dialogo, non ha potuto non portare la comunicazione ad un livello decisamente superiore, si direbbe 2.0, soprattutto per l’epoca nella quale ci troviamo a vivere.
In seguito, il Pontefice ha salutato i fedeli riuniti a Roma e quelli di tutto il mondo, in particolare quelli polacchi di Varsavia, Lowicz e Ostroda, il gruppo della Filarmonica di Vienna e un gruppo di preghiera irlandese al seguito di Mons. O’Flaherty, nonché nonché il collegio Corderius (Paesi Bassi) e la Katholische Akademische Verbindung “Capitolina”.
Inoltre, ha ricordato le Associazioni Scout romane, e i partecipanti alla Marcia per la Vita. Essendo la festa della Mamma, infine, Francesco non ha potuto fare a meno di menzionare questa figura fondamentale nella vita del singolo e della società, rivolgendo un pensiero a tutte le mamme, sia quelle presenti che quelle ormai volate in Cielo. Il Pontefice ha poi concluso l’omelia con la recita di un Ave Maria e con la sua consueta richiesta ai fedeli di pregare per Lui.