La giornata odierna ha visto due notizie importanti in merito al giallo di Gloria Rosboch, la professoressa uccisa quasi cinque mesi fa e per il cui delitto sono in carcere Gabriele Defilippi, Roberto Obert e Caterina Abbattista. Quest’ultima, accusata di concorso in omicidio, tramite la sua difesa aveva presentato istanza di scarcerazione che però oggi è stata rigettata anche dal gip. La donna, dunque, resta in carcere anche alla luce dei copiosi indizi di colpevolezza raccolti fino ad oggi. La seconda notizia del giorno riguarda la cerimonia che si è svolta questa mattina nella scuola di Castellamonte dove Gloria insegnava francese e nella quale è stata intitolata l’aula insegnanti proprio alla memoria della donna 49enne uccisa. Alla cerimonia erano presenti anche gli anziani genitori della professoressa Rosboch, Marisa ed Ettore, così come il procuratore capo i Ivrea, Giuseppe Ferrando ed il colonnello dei Carabinieri Arturo Guarino, insieme all’amministrazione comunale di Castellamonte.



Era attesa per la giornata odierna una possibile novità in merito al giallo di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa lo scorso 13 gennaio. In base a quanto riportato poche ore fa dal quotidiano La Stampa, il gip di Ivrea, Stefania Cugge ha respinto la nuova istanza di scarcerazione presentata dalla difesa di Caterina Abbattista subito dopo il precedente “no” a causa della mancanza di un documento. Il gip, dunque, sarebbe d’accordo con la decisione del procuratore Ferrando, ritenendo importanti gli indizi raccolti dai Carabinieri di Torino ed Ivrea. I dati che incastrerebbero la donna, nello specifico, sarebbero le telefonate intercettate dalle celle di Montalenghe, lontano rispetto all’ospedale dove la donna avrebbe detto di essere il giorno del delitto di Gloria e dove lavorava come operatrice socio-sanitaria. Non sarebbe bastato, dunque, quanto riferito dal figlio minorenne nel corso del passato incidente probatorio durante il quale andava a scagionare la madre in merito all’accusa di concorso in omicidio per la quale è in arresto dallo scorso 19 febbraio.



Potrebbe arrivare oggi una novità nel caso dell’omicidio di Gloria Rosboch, la professoressa di 49 anni di Castellammonte, in provincia di Torino, uccisa lo scorso 13 gennaio. Del delitto sono accusati, e tuttora in carcere, l’ex alunno Gabriele Defilippi, il suo amico ed ex amante Roberto Obert, e la madre di Gabriele, Caterina Abbattista. I legali della Abbattista, dopo quella già presentata e respinta, hanno già presentato, come riferisce La Sentinella del Canavese, una nuova istanza di scarcerazione o in subordine, di arresti domiciliari e il gip potrebbe esprimersi già oggi. Si legge sempre sul quotidiano che “la donna ha da poco lasciato la cella di isolamento del carcere dove era rinchiusa dallo scorso 19 febbraio. Chi l’ha vista la descrive come molto dimagrita e in preda, spesso, a crisi di pianto”. Intanto i due sospettati di aver ucciso Gloria Rosboch, Gabriele Defilippi e Roberto Obert, continuano ad accusarsi a vicenda del delitto della professoressa il cui corpo è stato ritrovato dopo circa un mese all’interno di una cisterna in disuso nel bosco di Rivara.



Continuano a scaricarsi la colpa a vicenda Roberto Obert e Gabriele DeFilippi, entrambi accusati dell’omicidio di Gloria Rosboch. Questa volta è di nuovo Obert a prendere parola, accusando l’ormai ex amante di aver dato il colpo di grazia alla professoressa. Sarebbero queste le ultime rivelazioni, riportate da Cronaca Qui, secondo cui Gabriele DeFilippi avrebbe strangolato prima la professoressa Gloria Rosboch in auto e poi le avrebbe dato un’ulteriore stretta al collo all’esterno della vettura. Sono sempre più macabre le ricostruzioni del delitto, ma ancora una volta alcuni particolari stonano. Non quadra infatti questo quadro delinato da Roberto Obert con la certezza delle perizie mediche in cui si è evidenziato che Gloria Rosboch era ancora viva quando il suo corpo è stato gettato nella cisterna. Non potrebbe essere stato quindi un effettivo colpo di grazia quello inferto ipoteticamente da Gabriele DeFilippi. Nel frattempo nei giorni scorsi gli inquirenti hanno dato una risposta chiara ad un altro dei punti oscuri del delitto di Gloria Rosboch, ovvero il possibile collegamento con l’omicidio di Pierpaolo Pomatto, un pregiudicato 66enne trovato privo di vita il 18 gennaio scorso, nelle campagne di Rivarolo. Il sospetto era nato in base all’arma usata nell’omicidio -per il quale è stato poi accusato un altro pregiudicato, Mario Perri- quella stessa che Gabriele, come aveva riferito al Gip di Ivrea, aveva detto di aver consegnato a Obert. Anche in quel caso la pistola era una semiautomatica, usata nel delitto di Pomatto, ed i proiettili erano simili a quelli ritrovati sulla scena del crimine. L’ipotesi che fra i due casi ci fosse un legame era data anche dalla rete criminale che secondo gli inquirenti si celava dietro al caso di Gloria Rosboch, a partire dalla maxi truffa, fino ai risvolti più oscuri di droga e pedofilia.