Del processo per la morte della tredicenne Yara Gambirasio, negli ultimi giorni si è parlato tanto ma a sorpresa le notizie non hanno riguardato l’unico imputato che rischia l’ergastolo, Massimo Bossetti. I media hanno infatti acceso i riflettori (e le polemiche) sulla moglie del muratore di Mapello tralasciando così l’inattesa reazione avuta dall’uomo ad un passo dal finale del processo. Durante l’ultima udienza dello scorso venerdì, infatti, ad irrompere in aula lasciando di stucco – ancora una volta oltre a Marita – sarebbero state le lacrime di Massimo Bossetti. “Come uno schianto, un crollo, qualcosa che si rompe, un cristallo che si sgretola”: con queste parole avrebbe descritto il delicato momento il giornalista Luca Telese sulle pagine di Libero. Telese ha descritto entrando nei dettagli quanto accaduto nell’aula del tribunale di Bergamo da parte di Bossetti alle parole della sua difesa ed in riferimento alla sua famiglie ed in particolare ai suoi tre figli. “Lui, imbottito di psicofarmaci, sorvegliato a vista in queste ore (dopo le lettere in cui manifestava propositi suicidi) se ne sta con gli occhi stretti come per trattenere i goccioloni, che invece corrono giù senza rimedio, come se non si potesse far nulla, come un rubinetto che perde”, ha scritto il giornalista, sottolineando il carattere imperturbabile che per mesi ha caratterizzato l’imputato. Come sottolinea Telese, probabilmente il presunto assassino di Yara Gambirasio avrà colto la “fine del viaggio”, le battute finali di un processo che lascia intravedere quale sarà il suo destino.
In una pausa dalla prossima udienza del processo sulla morte di Yara Gambirasio e che vede protagonista come unico imputato Massimo Bossetti, l’attenzione sembra essersi concentrata sulle chiacchiere che sono nate lo scorso venerdì, in occasione di una delle udienze finali prima della sentenza. A finire nella bufera, la moglie del muratore di Mapello accusato di essere un assassino, Marita Comi, ma anche il consulente della famiglia Bossetti, Ezio Denti e la sua auto di lusso usata per accompagnare la donna dell’imputato in Tribunale a Bergamo. “Quell’auto, la Porsche, è la mia macchina, e come d’abitudine io vado a prendere Marita Bossetti per andare in tribunale”, avrebbe spiegato Denti alla trasmissione Pomeriggio 5, come riportato da LaPresse. Da un punto di vista prettamente giudiziario, il pm Letizia Ruggeri ha chiesto per Bossetti la pena massima dell’ergastolo e sei mesi di isolamento. La sentenza è ormai prossima.
Continua a far discutere il delitto di Yara Gambirasio in questi ultimi giorni in cui è in corso il processo il cui imputato è Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso la 13enne. L’attenzione mediatica si è concentrata non sull’imputato ma sulle sue donne, in particolare sulla moglie Marita Comi, al centro di una polemica riguardo al fatto che si sia fatta accompagnare all’udienza per la requisitoria della difesa la scorsa settimana dal consulente della difesa, Ezio Denti, con la sua Porsche. Marita Comi nell’ultima udienza non ha parlato, ha scelto il silenzio, così come ha fatto nelle ultime settimane quando è uscita la notizia dell’invio di lettere hot scritte da Massimo Bossetti ad una detenuta. Inizialmente la donna era stata sempre al fianco del marito in tutti questi mesi di carcere e durante il processo. Ma ora sembra aver cambiato atteggiamento scegliendo appunto il silenzio. Silenzio anche da parte della madre di Bossetti, Ester Arzuffi: la donna tra l’altro, sempre nell’ultima udienza, non si è presentata in aula a causa di un malore. Dunque le due donne principali nella vita di Massimo Bossetti, la madre Ester Arzuffi e la moglie Marita Comi, sono accomunate dalla stessa volontà, quella di non parlare.
Il processo sul delitto di Yara Gambirasio continua a far parlare di sé, ancora una volta concentrando l’attenzione sui tragici protagonisti. Questa volta però non è l’imputato Massimo Bossetti a far scattare i rotocalchi, quanto la moglie Marita Comi. Nei giorni scorsi la donna è stata protagonista indiretta dell’ultima vicenda legata al marito, ovvero da quando sono emerse le famose lettere hot scritte dal Bossetti ad una detenuta. Quotidiano.net stila un’analisi precisa e puntuale della figura di questa donna, guerriera e combattiva fin dagli inizi del processo. Eppure anche Marita Comi, in seguito alla scoperta dell’ennesimo tradimento, è vacillata. Per due settimane infatti si è rifiutata di andare in carcere a fare visita al Bossetti, negandogli in automatico anche l’incontro con i tre figli. La reazione alla notizia è stata una rabbia nascosta, non eclatante, non urlata. Un silenzio assordante, si potrebbe definire, in cui Marita Comi si era trincerata anche come gesto di distacco dall’intera vicenda. Non si allontana però dalla difesa a spada tratta che ha fatto per il marito in tanti mesi di processo, continuando comunque a stare dalla sua parte. Nessuna pubblicità per i suoi sentimenti, forse proprio perché la vita privata e coniugale che la stringe a Massimo Bossetti è stata fin troppo oggetto di attenzioni mediatiche. Questa volta però è stata la sorella gemella del Bossetti, Letizia, a spingere la cognata a superare la fase di indignazione e ritornare ai cancelli del carcere. Il processo sul delitto di Yara Gambirasio alla fine non gira solo intorno al Bossetti, ma anche alle donne della sua vita. Figure forti, determinate, agguerrite e decise. Prima ancora che lo facesse la Comi anche la madre del Bossetti, Ester Arzuffi, aveva scelto la strada del silenzio. Nell’ultima udienza però la donna non è presente, a causa di un malore. Marita Comi invece c’è, ma non parla. Stringe solo nervosamente la borsetta, ascolta tutto ed infine esce senza dgnare di uno sguardo il marito. Eppure continua ad essere un atteggiamento che parla da sé e che ancora una volta sottolinea come la donna sia innamorata di Massimo Bossetti. Ormai sullo sfondo, nonostante sia per lei che conosciamo tanti fatti, rimane quasi marginale la vita di Yara Gambirasio, scivolata via nel silenzio, ancora una volta, della notte.