Il caso di Fortuna Loffredo, la bambina di appena sei anni uccisa due anni fa dopo essere precipitata nel vuoto dal palazzo nel quale viveva nel Parco Verde di Caivano, continua a destare scalpore in seguito all’ultima udienza che si è svolta ieri. A prender parte all’incidente probatorio, oltre alla teste 13enne con la sua importante dichiarazione sarebbe stato anche lo stesso Raimondo Caputo, in carcere con l’accusa di omicidio della piccola Fortuna. Come riporta Il Mattino di Napoli, l’uomo dopo le parole della ragazzina avrebbe ribadito ancora una volta la sua innocenza intervenendo e rilasciando alcune dichiarazioni spontanee nelle quali accusava del delitto di Caivano la compagna Marianna Fabozzi e la sua prima figlia. Quest’ultima ha contribuito alla svolta nel giallo di Caivano in quanto è stata la prima ad accusare direttamente il convivente della madre.
Le indagini sulla morte della piccola Fortuna Loffredo vanno avanti dopo l’importante incidente probatorio che si è svolto ieri presso il Tribunale di Napoli Nord e che ha visto protagonista una giovane testimone di 13 anni. La ragazzina, come riporta Il Mattino di Napoli, avrebbe preso parte alla brevissima udienza ricordando in presenza del gip, del procuratore aggiunto e del pm come sua nonna non avesse fatto mistero di fronte ad altre persone, che era stato proprio Raimondo Caputo – oggi in carcere – ad uccidere la piccola Fortuna. “La mia amica, per due volte mi ha raccontato che era stato Titò a uccidere Fortuna. La seconda volta, mi ha anche detto che sua nonna, non ne aveva fatto mistero davanti a molte persone che prendevano il fresco nel cortile dell’isolato 3”: sarebbero queste le parole pronunciate dalla teste tredicenne del Parco Verde di Caivano, amica di Fortuna Loffredo e della prima figlia di Marianna Fabozzi, le stesse che ora proprio Titò accusa del delitto della bambina uccisa la mattina del 24 giugno di due anni fa, dopo essere stata scaraventata dall’ottavo piano del palazzo nel quale viveva.
Proseguono le indagini sulla morte di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni precipitata due anni fa dall’ottavo piano del palazzo nel quale viveva al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. In carcere con l’accusa di aver ucciso e abusato di Fortuna è finito Raimondo Caputo, compagno di Marianna Fabozzi, mamma di Antonio Giglio, l’altro bambino morto in circostanze simili a quelle di Fortuna Loffredo. Per stabilire se sia stato davvero lui a far precipitare la bambina gli investigatori, come riferisce il Mattino di Napoli, non escludono la possibilità di consultare le immagini del satellite. E’ al vaglio della Procura di Napoli Nord infatti la richiesta avanzata dagli avvocati di parte civile di acquisire le immagini satellitari, riprese la mattina del 24 giugno del 2014 quando appunto morì Fortuna Loffredo. L’obiettivo sarebbe quello di “accertare se tramite le riprese o anche delle foto ad alta risoluzione, possa essere possibile individuare chi, quella mattina di due anni fa, si trovava sul solaio dell’isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del parco Verde di Caivano, indicato dalla procura come il luogo del barbaro omicidio”.
Emergono novità ed al tempo stesso conferme sul caso della piccola Fortuna Loffredo, la bambina uccisa due anni fa dopo essere precipitata dall’ottavo piano del palazzo nel quale viveva al Parco Verde di Caivano. Nella giornata di ieri, è stata sentita una nuova testimone di appena 13 anni presso il tribunale di Napoli Nord, in occasione dell’incidente probatorio sul caso della morte della bambina di sei anni, per il cui omicidio è finito in carcere Raimondo Caputo. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, la ragazzina avrebbe ancora una volta messo nei guai l’uomo 44enne alla luce delle sue dichiarazioni: “E’ stato Titò a uccidere Fortuna Loffredo“. Titò sarebbe proprio l’appellativo usato per chiamare Raimondo che nel frattempo avrebbe reso alcune dichiarazioni spontanee accusando del delitto di Fortuna Loffredo la compagna Marianna Fabozzi, anche lei in carcere per aver coperto gli abusi sessuali di Caputo a scapito dei suoi figli. Raimondo, intanto, continuerebbe a definirsi innocente puntando il dito non solo contro la Fabozzi ma anche contro la figlia maggiore della stessa, supertestimone nel giallo sul delitto di Caivano nonché amichetta del cuore di Fortuna Loffredo. “Non è vero niente, non sono stato io a uccidere Fortuna Loffredo, ma sono state la mia compagna e la figlia”, avrebbe detto l’uomo, replicando così alle parole della testimone 13enne. “Per me sono colpevoli tutti e due, devono pagare tutti e due”, ha commentato la mamma della bambina uccisa nel 2014 ai microfoni del Tg5, mentre secondo l’avvocato di Raimondo Caputo, le testimonianze delle bambine non sarebbero credibili. “Ci sono troppi aspetti ancora da chiarire sull’omicidio di Fortuna dopo l’esame di oggi. Ho forti dubbi sulla credibilità di tutte le bimbe sentite dai magistrati”, avrebbe replicato ieri dopo l’incidente probatorio. Intanto, “Titò” resta in carcere con le gravissime accuse di omicidio e abusi sulla piccola Fortuna Loffredo.