Dopo la notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Sara Bosco, la ragazza 16enne morta in un’ala abbandonata dell’ospedale Forlanini a Roma in seguito ad una overdose, a parlare è stata la madre che ha rilasciato alcune dichiarazioni forti nel corso di una intervista al Corriere della Sera. La donna avrebbe asserito di essere stata lei a trovarla senza vita e sarebbe convinta del fatto che non si sarebbe mai uccisa. Da un anno in fuga da una comunità di recupero per tossicodipendenti ad un’altra, Sara avrebbe iniziato a frequentare cattive compagnia a detta della madre, che al Corriere ha aggiunto: “A portarla sulla cattiva strada è stato un ragazzo afghano conosciuto a Termini nei mesi scorsi, è con lui che era stata avvistata spesso a Roma”. Gli inquirenti, intanto, avrebbero aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti ma la madre continuerebbe ad essere al centro delle indagini.
Una tragedia e un caso ancora aperto: Sara Bosco, la ragazzina di 16 anni trovata morta in un’ala abbandonata dell’ospedale in disuso Forlanini, al Portuense a Roma, sembra si morta per una dose eccessiva di droga iniettata nel sangue, un’overdose in totale abbandono. La ragazza era scappata da una clinica di disintossicazione a Perugia per andare a trovare la madre senzatetto, proprio in quelle stanze ormai abbandonate. A parlare è la stessa donna, la madre di Sara, sulle colonne del Corriere della Sera: «Sara non si sarebbe mai uccisa, voleva tornare a casa. Eravamo legatissime, era una brava ragazza. Mi scriveva sms dove mi diceva che mi voleva bene», riporta la donna che dice di aver trovato lei la giovane e povera ragazza morta per droga: scappava di continuo dalle comunità di recupero e dopo un anno di fughe da eroina e tentativi di combatterla, si è attesa sopra una lettiga arrugginita. «Un ragazzo afghano l’ha portata sulla cattiva strada, a Roma Termini nei mesi scorsi», chiude la madre delineando una situazione nel complesso davvero drammatica.
Si è conclusa in tragedia la scomparsa di Sara Bosco, la 16enne romana di cui si erano perse le tracce nell’aprile scorso. Il corpo della ragazzina è stato ritrovato l’8 giugno scorso su una lettiga in uno dei padiglioni in disuso dell’ospedale Forlanini al Portuense. Come riporta Il Messaggero, la giovane aveva cercato molto probabilmente di raggiungere la madre Katia che vive nell’ala abbandonata e da tempo adibita a dormitorio per i senzatetto. Alcuni misteri circondano la morte di Sara Bosco, a partire dalla modalità con cui potrebbe essere morta: la giovane si era iniettata infatti una dose letale di droga. Alcuni giorni prima della morte, Sara Bosco aveva scritto un sms ad un’amica con cui manifestava la volontà di uccidersi, ma per avere la conferma si dovrà attendere l’esito dell’autopsia. Da un mese la ragazza era ricoverata a Perugia in un centro per la disintossicazione, ma era scappata per raggiungere Roma e la madre. Alcuni testimoni hanno notato che Sara Bosco stava male e hanno chiamato i soccorsi, ma ogni tentativo di rianimarla è stato inutile. Per la Procura di Roma la ragazzina sarebbe stata in realtà spinta al suicidio o essere aiutata da qualcuno a commetterlo. I primi accertamenti sul corpo. riporta una notizia Ansa, non hanno rilevato alcun segno di violenza, ma il pm Antonino Di Maio ascolterà nei prossimi giorni anche il direttore generale del San Camillo-Forlanini. Rimane infatti da appurare il motivo per cui esistano aree abbandonate all’interno di uno dei più grandi complessi ospedalieri di Roma.