Faccio come faceva Gesù, che quando parlava alla gente trovava un referente simbolico per farsi capire dalla gente. Modestia a parte, verrebbe a dire, che a paragonarsi a Nostro Signore Gesù ci vuole sempre un.. profondo atto di fede (in se stessi?) così dice Antonio Staglianò, vescovo di Noto che da qualche tempo fa incetta di click sulla Rete grazie ai video che lo riprendono durante le sue omelie. Dove, come dice lui, “cantilla” i grandi del pop, da Mengoni a Ligabue. Le sue interpretazioni hanno fatto il giro del mondo e oggi in una intervista su Repubblica spiega la sua “strategia comunicativa”: “Gesù trovava un “referente simbolico” evidente ai suoi interlocutori e lo utilizzava come strumento per comunicare il regno di Dio. Anche io quando devo spiegare il Vangelo, il significato dell’amore eterno, dell’essenzialità e tante altre cose, provo a usare parole che tutti comprendono, quelle dei cantanti più conosciuti. Purtroppo, nella Chiesa, in pochi fanno questo esercizio, bisogna tentare di uscire dagli schemi consolidati per resistere al degrado delle nostre assemblee sempre più vuote in generale e di giovani in particolare”. Il problema, dice ancora, è che i giovani in chiesa si annoiano: “”urtroppo sì. Le nostre omelie sono lunghe e noiose e sono noiose anche se corte. Ma non è soltanto questo: è che non ascoltano più nulla, nemmeno la parola di Dio. Se vengono in chiesa vengono senza ascoltare. Allora occorre risvegliarli, e cioè usare parole nelle quali immediatamente si riconoscono… Wake up guagliù, direbbe Rocco Hunt”. Per il vescovo questi testi hanno una dignità letteraria e dunque non si corre il rischio di abbassare il Vangelo: “Il problema di fondo credo sia uno: questi testi hanno dignità letteraria o no? Possono essere messi alla stessa stregua della letteratura dei grandi, penso a Leopardi, ad esempio? Dico semplicemente che le tragedie greche, oggi opere di letteratura straordinarie, non erano alla fin fine “le telenovelas pop” dell’epoca? Per me queste canzonette, nella misura in cui intercettano dimensioni dell’umano dell’uomo, appartengono di diritto al Vangelo e alla sua predicazione”. E via così con Annalisa, Noemi, Mengoni, Renato Zero, Ligabue, tutta gente che se ne sa di come parlare ai giovani… Ah il vescovo ha fatto anche un libro, “Credo negli esseri umani. Cantando la Buona Novella pop”.



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