La chiusura del caso che ruota attorno alla morte di Gloria Rosboch, appare ancora lontana. A sottolineare questo aspetto nel corso delle indagini sulla fine drammatica della professoressa di Castellamonte è stato il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando. Nel commentare la cerimonia di commemorazione dell’aula insegnanti dedicata alla memoria di Gloria Rosboch, il settimanale Giallo ha anche rivelato nell’ultimo numero le parole del procuratore di Ivrea: “Il cerchio non si è ancora chiuso. E’ un’indagine che ci ha toccato molto anche personalmente”. Ferrando ha quindi ricordato i momenti tragici del ritrovamento del corpo della professoressa, avvenuto grazie all’aiuto di Roberto Obert, complice ed ex amante di Gabriele Defilippi. “Il giorno del ritrovamento del corpo è stato durissimo, ma almeno abbiamo raggiunto il primo obiettivo: trovarla e permetterle di riposare in pace”, ha commentato il procuratore di Ivrea.
Le indagini sul delitto della professoressa Gloria Rosboch proseguono spedite, partendo dall’inchiesta parallela sulla truffa ordita ai danni della donna dal suo ex studente ora in carcere, Gabriele Defilippi. Intanto, l’attenzione sembra ora concentrarsi nello specifico sulla madre del ragazzo, Caterina Abbattista, anche lei in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. La donna continuerà a restare in cella, nel penitenziario di Ivrea almeno fino a quando il Riesame al quale si sono rivolti i suoi avvocati contro il procedimento del gip non deciderà in merito. Intanto, a destare preoccupazione, come riporta il quotidiano La Stampa, sarebbero le sue condizioni di salute. In carcere la donna sarebbe apparsa sempre più sofferente anche dopo essere uscita dall’isolamento e per tale ragione potrebbe presto essere sottoposta a nuovi controlli di natura medica al fine di accertare se le sue condizioni psico-fisiche siano compatibili o meno con una ulteriore permanenza in cella, in attesa del processo che si svolgerà in Corte d’Assise.
Nell’ambito del giallo sulla morte di Gloria Rosboch, a cinque mesi esatti dal delitto della professoressa di Castellamonte, emerge una novità riguardate Caterina Abbattista, la donna in carcere per concorso in omicidio di Gloria Rosboch. Oltre a lei, sono accusati del delitto anche il figlio maggiore Gabriele Defilippi e l’ex amante di quest’ultimo, il 54enne Roberto Obert, entrambi complici della morte della povera donna, già vittima di una maxi truffa di 187 mila euro. Dopo aver presentato istanza di scarcerazione tramite la sua difesa, la Abbattista avrebbe ottenuto un sonoro “no” anche da parte del gip, che avrebbe riconosciuto in lei “gravi indizi di reità”. Non sarebbero del medesimo parere Matteo Grognardi ed Erica Gilardino, gli avvocati difensori dell’operatrice sanitaria, i quali nella giornata di giovedì scorso hanno presentato un ricorso al Tribunale del Riesame, contro la decisione del gip di Ivrea. Al quotidiano “La Stampa” la difesa di Caterina Abbattista ha dichiarato: “Siamo fiduciosi in un esito positivo, l’incidente probatorio e le successive indagini, allontanano Abbattista dalla pianificazione del delitto e non ha nessun ruolo nella sua esecuzione”. Non sarebbero del medesimo parere gli inquirenti che indagano al delitto di Gloria Rosboch, secondo i quali la madre di Gabriele avrebbe giocato un ruolo attivo sia nella truffa che nell’omicidio vero e proprio, essendone stata in entrambi i casi fortemente a conoscenza. A differenza di quanto si fosse inizialmente ipotizzato, infatti, le parole del figlio minore intervenuto in sede di incidente probatorio non avrebbero affatto giovato alla posizione della madre ed infatti il procuratore di Ivrea, nel suo “no” alla precedente istanza di scarcerazione avanzata prima di essere diretta al gip, aveva sottolineato come la testimonianza del minore non avesse affatto alleggerito la posizione di Caterina Abbattista. In base alle ultime notizie sulle sue condizioni di salute, la donna pare stia molto soffrendo la sua attuale condizione in carcere tanto che nei prossimi giorni potrebbe essere sottoposta ad ulteriori controlli medici al fine di accertare che le sue condizioni psico-fisiche siano pienamente compatibili con una ulteriore permanenza in carcere prima dell’inizio del processo.