La strage di Orlando ha lasciato una macchia indelebile nel cuore degli Stati Uniti d’America. Ma mentre Barack Obama è in diretta televisiva per raccontare quanto accaduto in Texas si consuma quella che sembra essere un’altra giornata da dimenticare. La municipalità di Amarillo su Twitter sottolinea di evitare la zona di Walmart un noto centro commerciale. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, nella sua versione on line, sarebbe in corso una sparatoria in Texas proprio dentro al centro commerciale e qualcuno parla anche di alcune persone prese in ostaggio. Si parla di tre assalitori somali che avrebbero inoltre chiesto un interprete per trattare il rilascio di questi.



La strage di Orlando ha colpito gli Stati Uniti dritti al cuore. Non fa eccezione la popstar probabilmente più amata della nazione, quella Lady Gaga che abbiamo visto in mille versioni differenti e sempre provocanti sul palcoscenico ma che questa volta, durante la veglia per le vittime della carneficina consumatasi al gay club Pulse, è apparsa visibilmente commossa. Come si può vedere dal video pubblicato dalla fan page su Facebook “Lady Gaga Georgia”, la popstar ha elencato il nome di tutte e 49 le vittime della strage di Orlando, aggiungendo anche l’età delle persone rimaste uccise sotto i colpi di fucile di Omar Mateen. Una sequenza commovente che ha già conquistato migliaia di likes su Facebook da parte dei fan della cantante e non solo. Clicca qui per vedere il video di Lady Gaga su Facebook!



Altre rivelazioni arrivano su killer della strage di Orlando, Omar Mateen, dopo le parole di ieri dei suoi ex compagni di college: «aveva tendenze omosessuali, una volta il padre Seddique Mateen lo ha persino chiamato gay davanti a me», racconta la donna, ex moglie e spostata con il killer per 4 mesi nel 2009. Secondo Sitora Yusufiy, come riporta l’Ansa, quell’uomo sarebbe stato omosessuale e il suo attacco al Gay Pulse Club potrebbe avere un doppio significato insieme alla volontà di perseguire la battaglia del Califfato Isis. Il senso di “sbaglio e di errore” per la condizione personale rispetto a quella religione inizia a farsi largo come possibile motivazione annessa alla strage compiuta al club, con 50 morti e moltissimi feriti: le ultime stime dei medici americani, danno 27 feriti e 6 gravi ancora. Intanto è giallo per un eventuale intervento della polizia all’inizio della sparatoria: quando è stato ucciso Mateen all’interno del locale, sembra che alcune vittime siano state colpite dal fuoco amico. Il New York Times, «non è chiaro se alcune delle vittime siano state accidentalmente colpite dagli agenti», citando fonti investigative.



Dopo la strage ad Orlando commessa in un locale gay da Omar Mateen, arriva un forte richiamo da parte dell’Onu nei confronti degli Usa per la politica troppo permissiva in materia di armi da fuoco. Come riferisce l’Ansa, l’Alto Commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein ha definito quelli del Pulse “attacchi violenti spaventosamente banali ma prevenibili e che risultano direttamente da un insufficiente controllo delle armi”. Un intervento durissimo quello delle Nazioni Unite che non mancherà di infuocare il dibattito interno tra Democratici e Repubblicani, con questi ultimi da sempre contrari ad inserire nuove limitazioni nel processo di acquisto di armi da fuoco per difesa personale. Il monito di Zeid però, costringerà gli Stati Uniti ad aumentare le misure di sicurezza per i propri cittadini: una notizia che non farà contento il candidato alla Casa Bianca Donald Trump, da sempre sfavorevole ad una stretta sulle armi e più propenso ad espellere dagli Usa tutti i musulmani.

Sono strane le notizie che arrivano sulla Strage di Orlando e riguardano il killer che ha ucciso senza pietà 50 persone, ferendone altrettante, nel Gay Pulse Club della Florida: da quanto emerge dalle indagini, Omar Mateen era un cliente abituale del Gay Club e in discoteca ci era andato già parecchie volte, anche per provare alcuni approcci. La notizia è clamorosa perché sembra rilevare l’orientamento omosessuale del killer: questo cambierebbe e non poco la disamina della strage, con un un uomo radicalizzato islamico che potrebbe non aver accettato quella sua dimensione personale. Sono ovviamente per ora teorie che arrivano dagli Stati Uniti, ancora shoccati da quanto accaduto a Orlando: rivela il Sentinel della Florida, come Mateen faceva spesso uso di app dating di appuntamenti al buio tra gay. «Spesso veniva, l’ho visto almeno dieci volte. Non abbiamo chiacchierato molto, ma ricordo che disse qualcosa riguardo a suo padre: ci disse anche aveva una moglie e un figlio», riferisce un cliente abituale del Club, come riporta Repubblica. Il Washington Post rivela invece alcune dichiarazioni di un suo ex compagno di classe al college, Samuel King, che afferma «non aveva mai dato segni di omofobia o aggressività», mentre un altro ancora addirittura afferma come «nel 2006 mi fece diverse avances su Grindr e Jack’d».

Giovedì Barack Obama andrà in visita a Orlando nei luoghi della strage avvenuta al Gay Pulse Club dopo le parole commosse e rabbiose nello tesso tempo dichiarate ieri sera alla Casa Bianca: vicinanza e cordoglio alle famiglie delle vittime dell’attacco al locale gay e solidarietà alla comunità della Florida. Ieri sera il presidente Usa si è scagliato ancora contro la logica delle armi – resta il problema politico per cui in 8 anni di presidenza ancora non è cambiato nulla – e inoltre afferma che non vi è alcuna prova che il killer di Orlando, Omar Mateen, sia stato guidato da estremisti o che abbia fatto parte di un complotto o attento più ampio. «L’autore della strage sembra sia stato ispirato dall’informazione estremista disseminata in internet: qualcosa di simile alla strage di San Bernardino». Obama ha poi sottolineato, come riporta l’Ansa, come le armi acquistate non erano difficile da ottenere, e queste è il problema: “troppo facili, non si può andare avanti così. Questi sono estremisti di casa nostra e bisogna risolvere il problema al più presto”.

Sono state identificate tutte le 49 vittime della strage ad Orlando compiutada da Omar Seddique Mateen all’interno del locale gay Pulse Club. Nell’elenco di chi non ce l’ha fatta, come riporta l’Ansa, figura anche il nome di Eddie Justice, il giovane di 30 anni rintanatosi nel bagno delle donne nella speranza di sfuggire al killer, che prima di morire ha dato vita ad una sequenza di messaggi strazianti con la mamma che ha fatto il giro del mondo dichiarandole il proprio amore e implorandola di far intervenire la polizia. Nel frattempo è stata annunciata per giovedì la presenza di Barack Obama nella città della Florida. L’inquilino della Casa Bianca mostrerà la sua vicinanza e il suo cordoglio ai familiari delle vittime e la sua solidarieta’ alla comunità.

Non è ancora terminato il terrore seminato dalla strage ad Orlando, città della Florida, nei giorni scorsi. La sparatoria avvenuta al noto locale gay Pulse Club ha scosso gli animi di tutto il mondo. Sono ore, le ultime, in cui si indaga nei particolari di ciò che è successo, fra l’incredulità generale. Il New York Times ha sollevato un dubbio sulla strage ad Orlando che forse coincide con quello di gran parte della popolazione, ovvero se fra le 49 vittime ci sia anche qualcuno che purtroppo è stato ucciso in realtà dalla Polizia durante lo scontro a fuoco con Omar Seddique Mateen. Il giornale si concentra maggiormente sulla tensione che si è creata nelle tre ore in cui Mateen è riuscito a contrastare le autorità e che le ha poi portate a fare irruzione nel locale. Sono particolari sulla strage ad Orlando che comunque vengono chiariti con il passare delle ore e che potrebbero trovare una soluzione nella minaccia iniziale del killer di essere provvisto di materiale esplosivo. Potrebbe essere quindi questo il motivo che ha spinto la Polizia ad impiegare un forte lasso di tempo nell’aprire una breccia sul muro e far uscire i clienti terrorizzati. Molti altri sono purtroppo rimasti vittima nella strage ad Orlando della follia omicida di Mateen, con cui gli agenti hanno tentato invano di raggiungere un accordo. Rimane infine l’annoso dubbio che circonda sempre vincende di portate così tragiche. Si sarebbe potuto evitare? Omar Seddique Mateen era un volto noto all’FBI, indagato negli anni perché considerata una possibile cellula terroristica. Eppure il suo nome è stato cancellato dal caso, nonostante fose un assiduo frequentatore, come riporta la CNN, della stessa Moschea in cui si aggirava Moner Mohammad Absusalha, morto come kamikaze in Siria. FoxNews invece riferisce che Mateen fosse discepolo di Marcus Dwayne Robertson, un Imam noto per il suo odio verso i gay. Non quadrerebbe ancora, tuttavia, con il quadro delineato dall’ex moglie che lo ha definito come “poco religioso”.