E’ ancora giallo sulla morte di Wilma Montesi, quello che è stato definito il primo caso di cronaca della neo Repubblica italiana e che sarà affrontato stasera a Profondo Nero, il programma condotto da Carlo Lucarelli su Crime + Investigation. L’11 aprile del 1953, sulla spiaggia di Capocotta, a Torvaianica, fu ritrovata senza vita una 21enne che era scomparsa due giorni prima. La ragazza si sarebbe dovuta sposare otto mesi dopo con un agente di Polizia. La morte di Wilma Montesi stava per essere archiviata come un incidente ma poi la svolta e le indagini per assassinio. Secondo le testimonianze di alcune ragazze che avevano conosciuto Wilma Montesi, tra cui Adriana Concetta Bisaccia, la giovane quella sera aveva partecipato a una festa di Ugo Montagna, marchese e proprietario di una tenuta a Capocotta, festa in cui c’era anche Piero, il figlio del ministro degli Esteri Attilio Piccioni. Come riferisce La Stampa, nel maggio del ’57, al processo tutti gli imputati furono assolti, a parte la Adriana Concetta Bisaccia condannata a 10 mesi per calunnia. Ma il mistero della morte di Wilma Montesi ha lasciato tanti interrogativi ancora aperti a distanza di oltre 60 anni.

Sono tante le ombre che hanno circondato la morte di Wilma Montesi, avvenuta l’11 aprile del 1953 e avvolta in una coltre di nebbia che unisce la politica al mistero. Se ne parlerà questa sera a Profondo Nero, il programma condotto da Carlo Lucarelli su Crime + Investigation. La 21enne era scomparsa due giorni prima e venne ritrovata priva di vita sulla spiaggia di Capocotta, a Torvaianica. Mancavano solo otto mesi a quel matrimonio con un agente di Polizia ed in quel momento, sul fronte politico, Attilio Piccioni è ministro degli Esteri in una Repubblica italiana che può contare ancora su pochi natali. Qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo, Stampa Sera riporta già che la morte di Wilma Montesi è sul punto di essere archiviata come un incidente. Si esclude del tutto, a quel punto delle indagini, che possa trattarsi di un assassinio. Appena dieci giorni dopo invece avviene la svolta e quello di Wilma diventa ben presto il primo caso di cronaca nera di portata così ampia della neo Repubblica. La Stampa infatti scrive che l’inchiesta condotta dalla Polizia è stata troppo frettolosa e che le cause della morte sono “troppo generiche se non assurde”. C’è troppa sicurezza inoltre nel dipingere Wilma Montesi come una ragazza dalla condotta “casta e pura”. L’autopsia rileva infatti che la ragazza è morta ancora vergine ed è per questo che viene “sepolta con l’abito bianco”. Molto diverso dal quadro che invece illustra alcuni giorni dopo Adriana Concetta Bisaccia, una ragazza che aspirava al ruolo di attrice e che aveva conosciuto bene Wilma Montesi. Secondo la sua versione la ragazza subiva molto il fascino dei riflettori e la notte della sua morte aveva partecipato ad una festa di Ugo Montagna, marchese e proprietario di una tenuta a Capocotta, distante pochi km dal luogo del ritrovamento. E’ l’amante del Montagna, un’altra attrice, ad avvalorare la testi, scrivendo un memoriale in cui conferma tutto, aggiungendo anche che a quel party sarebbe stato presente anche Piero, il figlio del ministro Attilio Piccioni. L’Italia si divide in due ed i colpevolisti che ipotizzano che la morte di Wilma Montesi sia legata all’assunzione di droga. Per ora è tutto solo una voce di corridoio, ma la notizia rimbalza di testata in testata, facendo schizzare alle stelle le copie di tiratura ed attraendo l’interesse del cinema. E’ così che si arriva alle dimissioni di Attilio Piccioni, avvenuta nel settembre del ’53. Due giorni dopo, Piero Piccioni e Ugo Montagna vengono arrestati con l’accusa di omicidio colposo e complicità, così come Savero Polito, il Questore di Roma, con l’accusa di favoreggiamento. Quattro anni dopo si arriva invece al processo ed avviene il colpo di scena: gli imputati vengono infatti assolti, tranne la Bisaccia che viene accusata di calunnia e condannata a 10 mesi. Sullo sfondo, rimangono le ombre che circondano la morte di Wilma Montesi a cui Federico Fellini dedicherà uno dei suoi più celebri film, La Dolce Vita.