In queste settimane si sono riaccesi con sempre maggiore insistenza i riflettori attorno a Roberta Ragusa, la donna scomparsa da San Giuliano Terme nel gennaio 2012. Come riporta oggi il giornalista Fabrizio Peronaci tramite la sua pagina Facebook, in molti cittadini avrebbero manifestato il desiderio di rivolgere proprio a Roberta un pensiero speciale in occasione della festa del Santo Patrono che si celebra oggi a Pisa. “La tradizionale e popolare festa delle luminarie è un avvenimento molto sentito in città, da sempre. Ad esso partecipano cittadini e autorità, in un sentimento di benevolenza collettiva. Ecco quindi che a molti è venuta spontanea l’idea di dedicare un pensiero, un omaggio, una preghiera a Roberta in occasione dei festeggiamenti sul lungarno”, scrive Peronaci. Il giornalista sottolinea come alcuni di loro abbiano addirittura proposto di ritrovarsi in centro con un cartello o un mazzo di fiori come simbolo di speranza. Clicca qui per leggere il post completo su Facebook.

Sebbene per mesi sia calato il silenzio attorno al caso di Roberta Ragusa, i contributi costanti resi noti da Fabrizio Peronaci, giornalista del Corriere della Sera, hanno riportato nuovamente all’attenzione la scomparsa della donna di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Nel corso del suo lavoro, il giornalista ha incontrato numerose persone pronte finalmente a testimoniare ed a raccontare quanto sia realmente accaduto. Nel frattempo, lo stesso Peronaci è stato di recente ospite nel corso della trasmissione di Rai 1, Unomattina Estate, durante la quale ha fatto il punto della situazione sull’intera inchiesta Ragusa e sulle ultime tappe venute alla luce proprio grazie al suo lavoro: “Le testimonianze vecchie e nuove”; “L’anello, la tronchesi, le lamette”; “Il corpo è nel boschetto?”; “Antonio Logli, a breve nuovo gup”. Lo stesso giornalista sulla sua pagina Facebook ha evidenziato alcune novità proprio in riferimento ad Antonio Logli, marito della vittima, scrivendo in merito: “In un primo momento l’udienza per decidere sull’eventuale rinvio a giudizio era prevista per luglio, mentre in base a quanto filtrato nelle ultime ore dal Palazzo di giustizia di Pisa è stata posticipata a settembre, fors’anche per valutare i recenti sviluppi”. Si spera dunque che questo “silenzio inquirente” sia in realtà dovuto alle indagini in corso sulle nuove informazioni emerse in queste importanti settimane.

Potrebbe essere ad una svolta decisiva il giallo sulla scomparsa di Roberta Ragusa. E’ quanto avrebbe fatto intendere in queste settimane il giornalista Fabrizio Peronaci tramite la sua pagina Facebook. Ieri sera aveva promesso novità clamorose in merito ad un cimitero, come vi abbiamo spiegato sotto. Qualcosa però, nella notte sembra essersi mosso al punto da aver spinto il giornalista ad aggiungere un secondo post scriptum (oltre al consueto pensiero ai figli di Roberta Ragusa), nel quale annuncia un messaggio importante. Nel cuore della notte, infatti, una persona ben informata scriveva a Peronaci su Facebook, in merito alla pista del cimitero: “Ci sei quasi, la pista del cimitero chiude il cerchio. Quella Vanni Emilia non ha parenti, guarda caso. E, guarda caso, è un nome molto comune in Toscana”. “Tutti i tasselli si stanno collocando al loro posto, ti ringrazio molto. E’ da quattro anni che speravo di dare giustizia alla sventurata Roberta”, avrebbe continuato la persona nel corso di un interessante scambio di messaggi nei quali il giornalista chiedeva conferma su quanto potesse realmente sapere. La persona in questione, a sua detta, saprebbe “molto”. “Ad esempio, ciò che il marito della vittima disse, secondo un testimone diretto, in un viaggio in traghetto verso l’isola d’Elba”. Il riferimento sarebbe proprio al cimitero di Orzignano. “Il punto centrale dell’enigma è lì”, avrebbe aggiunto la persona informata dei fatti.

Potrebbe essere forse a una svolta il giallo di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, il 13 gennaio 2012 e mai stata ritrovata. Nelle ultime settimane nuovi elementi sono emersi dalle informazioni pubblicate dal giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, in particolare quello del boschetto vicino alla stazione di San Giuliano Terme dove alcuni testimoni hanno raccontato ci sia stato un incendio sospetto dopo la scomparsa di Roberta Ragusa. Ora un nuovo elemento fatto emergere dal giornalista riguarda il cimitero di Orzignano e una lapide sospetta. Peronaci scrive su questo un post su Facebook: “Il nuovo spunto investigativo si fonda su due fotografie scattate all’interno del camposanto, una delle quali (a me trasmessa da persona affidabile) ritrae una tomba posta in alto, priva di marmo frontale, con un cognome e nome diffusi in Toscana, scritti con un graffito: Vanni Emilia. Perché tanta sciatteria? La lapide era forse caduta? Oppure erano intervenute manomissioni? (…) La giustificazione dell’epoca – “è stata l’erosione dell’acqua a far cadere la lapide” – sembra infatti non tenere più tanto, considerato che le tombe a fianco sono tutte intatte”. E da qui il dubbio: “non è che la defunta è finita in una fossa comune e che quel nome e cognome scritto in modo grezzo, su in alto, all’ultimo riquadro, nascondano qualcos’altro, una verità terribile?” (clicca qui per leggere tutto)

Il caso di Roberta Ragusa, la donna misteriosamente scomparsa intorno alla mezzanotte del 13 gennaio 2012 continua a tenere l’Italia con il fiato sospeso. A fornire giorno dopo giorno sensazionali novità che farebbero ipotizzare una imminente svolta nel caso – oltre che interessanti spunti di riflessione – continua ad essere il giornalista de Il Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, che tramite la sua pagina Facebook ha finora condiviso con i propri utenti alcune informazioni clamorose. Le ultime novità riguarderebbero in particolare i tre oggetti resi noti solo ora e che potrebbero costituire elementi di prova in virtù di un possibile processo sulla scomparsa della donna e mamma di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Un anello appartenuto alla stessa Roberta Ragusa, alcune lamette di una taglierina contenenti tracce sospette, probabilmente di natura biologica e una tronchesi erano gli iniziali oggetti che andavano ad unirsi alla lunga lista di 19 testimoni legati al giallo del boschetto nel quale potrebbe trovarsi il corpo della povera donna. Peronaci non ha mai smesso, in questi ultimi mesi, di porre l’attenzione sul boschetto, poco distante dalla stazione di San Giuliano e dalla stessa abitazione del marito Antonio Logli e proprio questa pista potrebbe contenere la svolta definitiva ad un caso che resta avvolto nel mistero da oltre quattro anni ed attorno al quale sembrerebbe esserci un grande “silenzio inquirente”, per citare lo stesso giornalista del Corriere. Dopo la pubblicazione dei precedenti elementi, Peronaci si è concentrato proprio sulle tronchesi, ben due, ponendosi un quesito più che logico: “servirono a tagliare la rete per accedere al margine del piccolo dirupo, con un’auto a marcia indietro, e scaricare qualcosa?”. I due oggetti sarebbero stati rinvenuti da una persona alcune settimane fa. “I due arnesi si trovavano sul terreno ai margini del boschetto, in cima al piccolo dirupo sotto al quale la vigilessa S., indicando la boscaglia, ha detto di aver notato movimenti sospetti, dicendosi convinta che Roberta Ragusa fosse stata sepolta proprio lì”, fa sapere il giornalista che sottolinea come la persona che le ha rinvenute sia pronta a metterle a disposizione dell’autorità inquirente. Ma un’altra ulteriore novità sarebbe trapelata nelle passate ore: Peronaci avrebbe rivelato il legame di parentela tra “la vigilessa e il volontario dell’antincendio” e come le due testimonianze andrebbero ad incrociarsi. I due sarebbero fratelli, ma cosa significherebbe ciò? Lo spiega bene su Facebook il giornalista: “Tale circostanza assolutamente sconosciuta agli stessi inquirenti potrebbe dimostrare che entrambi i testimoni sono molto informati di quanto accaduto”.