Dopo la giornata di vero inferno vissuta ieri in tutta la Regione siciliana in seguito ai numerosi incendi dolosi divampati, oggi si è svolto un vertice con il ministro dell’Interno Angelino Alfano e in presenza delle forze dell’ordine e delle istituzioni locali, del prefetto Antonella De Miro, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e del capo del dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Parole durissime da parte del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che ha asserito: “E’ evidente che 400 focolai che esplodono contemporaneamente sono una favola da non raccontare neanche ai bambini. Le forze dell’ordine accertino le responsabilità. Se c’è qualche farabutto che ritiene di garantirsi affari e posti di lavoro distruggendo il territorio siciliano, troverà le istituzioni a contrastarli”. Orlando ha definito quanto accaduto un vero e proprio “insulto alla Sicilia e agli onesti lavoratori della forestale, che sono tanti, e non meritano di essere accostati a qualche farabutto secondo me appartenente al corpo della forestale”. “E’ ora di finirla di pensare che il posto di lavoro possa giustificare atti di violenza. Abbiamo evitato che una tragedia ambientale diventasse una tragedia umana. Siamo di fronte a criminali responsabili di tentata strage”, ha proseguito il primo cittadino palermitano. Alfano ha garantito che la situazione sarebbe fortunatamente rientrata. “Il lavoro non si completerà oggi, ci attende un’estate di fatiche, siamo appena all’inizio dell’estate ma siamo pronti e attrezzati, e rafforzeremo ulteriormente la presenza e tutto quello che c’è da fare”, ha concluso.



Non sono ancora spenti del tutto gli incendi in Sicilia che hanno infiammato la giornata di ieri. In base a quanto riportato dalla versione palermitana di Repubblica.it, dopo l’inferno vissuto ieri in tutta la Regione la situazione nella giornata odierna sembra essere migliorata, sebbene alcuni roghi interessino ancora Cefalù, Terrasini, Monreale, San Martino dello Scale e Monte Pellegrino, quest’ultimo a Palermo. Incendi ancora attivi anche sui Nebrodi e nel Ragusano. Secondo una stima dei Vigili del Fuoco e della protezione civile, gli incendi che hanno interessato la Sicilia sono stati in tutto 500 nelle province di Palermo, Messina, Trapani e Agrigento. Due sarebbero le persone ustionate, circa una decina sono state ricoverate in seguito a malore, mentre un centinaio gli sfollati. Mentre procedono le indagini al fine di individuare i responsabili dei roghi di natura dolosa, ancora 32 sarebbero gli incendi attivi in tutta l’Isola. A domarli sono in azione sette Canadair e numerose squadre di terra dei vigili del fuoco e forestali antincendio. La zona più colpita resta quella del Palermitano in particolare Monte Pellegrino sul quale nella mattinata il Canadair ha effettuato circa 15 lanci.



L’emergenza non è finita, ma l’incendio in Sicilia sta lentamente rientrando sotto controllo dopo finalmente l’intervento dei Canadair, che ieri per molte ore non potevano decollare causa fortissimo vento. Non sono ancora del tutto spenti i vari roghi che infiammano la Sicilia e che per fortuna non hanno provocato alcuna vittima, ma hanno rovinato case, negozi e parchi, con danni da svariati milioni di euro. A Palermo l’unità di crisi segnala all’Ansa ancora roghi sul Monte Pellegrino e a Poggio Ridente: presente ancora una densa nube di fumo che si leva sulla borgata dell’Arenella, a San Martino delle Scale e Piano Geli. Gravi ancora però le situazioni in atto a Messina e provincia, con il parco dei Nebrodi che prosegue l’incredibile incendio iniziato ieri mattina, con vari roghi presso Capo d’Orlando, Naso e Contrò che hanno dovuto far chiudere l’Autostrada in direzione Palermo. Segnaliamo a Cefalù ancora problemi, con alcuni hotel fatti evacuare e non del tutto domani i roghi nelle località attorno alla splendida cittadina siciliana. Restano aperte le unità di crisi non solo per spegnere gli incendi, priorità, ma anche per capire da dove davvero siano stati originate le fiamme che stanno devastando parte della Sicilia.



Ancora paura per gli incendi che stanno colpendo la Sicilia da due giorni. La temperatura è schizzata alle stelle e come sempre si è fatto sentire il caldo dello scirocco, principale fattore che di solito scatena situazioni d’emergenza simili. La temperatura ha infatti raggiunto quasi i 40 gradi. Eppure sembra che la situazione che ha colpito diverse aree della provincia di Messina, Agrigento, Palermo e Trapani, sia diversa. Allarmante in particolare la situazione di Palermo, come riporta La Repubblica, a causa di diversi roghi che da Monte Pellegrino arrivano fino alla periferia. Colpita in modo significativo la zona delle basse Madonie, poco al di sopra di Cefalù. La situazione è aggravata proprio dalla presenza del forte vento che porta le fiamme non solo a diffondersi in tempi brevi, ma anche a colpire sempre più zone. Nelle ultime ore si sono verificati anche due episodi in particolare di portata più consistente e si iniziano a contare ora le prime vittime. Un uomo di 47 anni è rimasto infatti gravemente ustionato nel tentativo di salvare la propria automobile dalle fiamme: si parla di ustioni di secondo grado, come riporta Corriere Quotidiano, estese nel 40% del corpo. La zona interessata è quella boschiva che si trova nelle vicinanze di Motta d’Affermo, sui Nebrodi. Ustioni anche se meno gravi per un giovane di Capo d’Orlando, sempre a causa di un incendio, e che hanno colpito il 10% del suo corpo. Lo stato d’allerta è tale che si è dovuto procedere con la chiusura dell’A20 Palermo-Messina, all’atezza degli svincoli che vanno da Buonfornello a Castlebuono. Secondo la Polizia, dopo ore di incertezza, non ci sarebbero dubbi e si parla già di dolo. I siti interessati che riguardano case, alberghi e costruzioni hanno visto una partenza delle fiamme in più punti contemporaneamente. Chiusa anche la Ss113 Lascari-Cefalù ed a Monreale è stato evacuato un asilo che ha preoccupato in modo considerevole. Erano cinquanta i bambini che si trovavano all’interno e che sono rimasti intossicati dalle fiamme, anche se in maniera lieve e subito dimessi. Negli ultimi due giorni e mezzo si superano i 600 interventi dei vigili del fuoco, con un impiego di 250 addetti in totale. La zona che si è presentata più a rischio riguarda proprio Cefalù, come sottolineato dal Comando Generale dei vigili del fuoco, specie nell’area fra Collesano e Gratteri dove l’ospedale è stato avvolto dalle fiamme. Sospesi per ora le linee ferroviarie principali in tutta la regione che vanno da Palermo verso Messina, Agrigento e Catania. Le fiamme hanno raggiunto anche la zona vicino a binari della tratta Palermo-Sant’Agata di Militello, Lascari-Cefalù e Caronia-Santo Stefano.