Si è ucciso nel uso monolocale dove viveva a Quarto, Genova, a 26 anni di età. Matteo Ferrando ha lasciato un biglietto alla fidanzata e uno alla nonna (i genitori erano scomparsi da tempo) chiedendo scusa per aver “mentito”. A loro diceva che stava preparando la tesi quando in realtà non dava più esami da almeno due anni. Si è sparato un colpo di pistola alla testa. Lo ha trovato la sua fidanzata preoccupata perché non rispondeva al telefono. Probabilmente hanno giocato un ruolo nella drammatica decisione il non avere un padre e una madre a cui fare riferimento, così come le pressanti aspettative che investono sempre più giovani: studiare, laurearsi, fare carriera, altrimenti sei un perdente. Lui preferiva dedicarsi alle sue passioni, il basket e la street art, la possibilità di fare viaggi all’estero. Ma anche la passione per le armi, aveva infatti una 44 Magnum con cui si è ucciso, regolarmente registrata. “Scusatemi se vi ho deluso” le parole lasciate sui bigliettini.