L’omicidio di Isabella Noventa sarebbe stato premeditato nei minimi dettagli. E’ quanto trapelato dalla trasmissione Quarto Grado durante la quale sono emersi tutti i movimenti che il “trio diabolico” formato dai fratelli Sorgato e da Manuela Cacco avrebbero commesso nelle ore precedenti e successive. A far alimentare questa tesi sarebbe la testimonianza dell’uomo che circa una settimana prima del delitto della segretaria vide Freddy camminare con fare sospetto nei campi attorno alla sua abitazione, come se stesse compiendo un ultimo sopralluogo, ma anche le numerose telefonate (circa venti) intercorse nelle ore successive all’omicidio tra l’autotrasportatore e la sua (ex) amante Manuela Cacco. Per comunicare tra di loro, i tre indagati ora in carcere avrebbero utilizzato telefoni differenti e nello specifico la tabaccaia veneziana avrebbe adoperato una utenza intestata alla madre. I depistaggi sin dall’uccisione della segretaria, inoltre, evidenzierebbero come l’omicidio sia stato ampiamente studiato prima di essere compiuto. Attualmente, tuttavia, mancherebbe oltre che un movente plausibile anche il corpo di Isabella Noventa, le cui nuove ricerche potrebbero riprendere proprio nei prossimi giorni.
Al centro di chi indaga sul delitto della segretaria di Albignasego, Isabella Noventa, ci sarebbero gli spostamenti che i tre indagati – Freddy e Debora Sorgato e Manuela Cacco – avrebbero avuto prima e dopo l’uccisione della donna. Proprio quanto avvenuto nelle ore immediatamente precedenti e successive al delitto è stato ricostruito nel corso dell’ultima puntata di Quarto Grado, la trasmissione di Rete 4. Grazie al contenuto dei tabulati telefonici resi noti per la prima volta, è stato possibile evidenziare come il “trio diabolico”, come è stato ribattezzato, avrebbe tentato sin da subito di depistare le indagini. Per tale ragione i fratelli Sorgato e la tabaccaia veneziana avrebbero utilizzato telefoni differenti. Il giorno seguente al delitto di Isabella Noventa, come riporta anche Urban Post, risulta che Freddy abbia chiamato circa una ventina di volte un numero a lui sconosciuto che solo successivamente si sarebbe appreso appartenesse alla madre di Manuela Cacco con il quale i due ex amanti si erano ripetutamente sentiti. Secondo gli inquirenti, questa scelta da parte della Cacco significherebbe il timore della donna di essere scoperta e rappresenterebbe solo l’ennesima prova della premeditazione del delitto avvenuto la notte tra il 15 ed il 16 gennaio scorso, tra le 23:12 e le 00:56.
Le ultime novità sul delitto di Isabella Noventa contribuirebbero a mettere sempre più nei guai Freddy Sorgato, ex fidanzato della segretaria ed in carcere per omicidio premeditato. Dopo il supertestimone che avrebbe asserito di aver isto l’autotrasportatore alcuni giorni prima del delitto vagare con aria sospetta nei campi lungo un sentiero tra la sua abitazione e quella della sorella Debora Sorgato, la trasmissione Quarto Grado avrebbe raccolto anche la testimonianza di una donna. Sarebbe la madre di un amico intimo di Freddy dal quale il presunto assassino, il pomeriggio successivo al delitto di Isabella Noventa, si recò per bere un caffè. “Quel pomeriggio Freddy non era a posto … mi è sembrato uno che aveva tribolato la notte e che aveva avuto dei problemi”, ha raccontato la donna al giornalista del programma. Questa nuova testimonianza potrebbe risultare interessante per la comprensione di quanto avvenuto realmente la notte tra il 15 ed il 16 gennaio scorso?
Debora Sorgato, la donna che secondo gli inquirenti avrebbe ucciso Isabella Noventa insieme al fratello Freddy resterà dietro le sbarre del carcere femminile di Montorio a Verona. A riportarlo è Il Mattino di Padova, secondo cui il gip Cavaggion ha ritenuto insufficiente l’atteggiamento tenuto dalla Sorgato, che ha sì sostenuto il suo mancato coinvolgimento nell’omicidio, senza però aggiungere alcun dettaglio sulla notte tra il 15 e il 16 gennaio. La Sorgato non ha neanche contestato la versione di Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara che ha dichiarato di aver appreso della fine riservata a Isabella Noventa proprio da Debora. “Sono innocente e voglio accudire mio figlio” aveva scrito Debora, ma i “gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari” che avevano spinto gli inquirenti ad emanare un’ordinanza di custodia cautelare lo scorso 18 febbraio permangono. Ancor di più visto che la premeditazione dell’omicidio di Isabella Noventa da parte dei 3 soggetti coinvolti dalle indagini emerge in maniera chiara considerando che pur non essendosi sentiti telefonicamente, sia Debora che Manuela si siano trovate al posto giusto nel momento giusto per tentare, a quanto pare inutilmente, di trarre in inganno gli inquirenti con una messinscena architettata ad arte per coprire Freddy. Appare dunque lontanissima, ad oggi, l’ipotesi di una scarcerazione di Debora Sorgato, ma l’opzione di un appello al tribunale del Riesame di Venezia non è ancora stata scartata dai legali della donna.