Se la riforma della scuola si riduce a come “scegliere” i professori, siamo nei guai. C’è infatti una falla che nessuno affronta: i diritti biologici degli studenti. La scuola segue lo sviluppo dei giovani o è un ostacolo in più? Dai banchi scomodi alle ore segregati in classe, si aggiunge in questi giorni il danno al sonno con mille conseguenze negative. 



Gli esperti dell’American Academy of Sleep Medicine (Sama) hanno aggiornato le linee guida sulle raccomandazioni per il sonno dei bambini e adolescenti. Stuart Chan del Brigham and Women Hospital, di Boston, coautore delle nuove linee guida spiega che i bambini e gli adolescenti generalmente dormono troppo poco, a scapito di un corretto sviluppo di memoria e apprendimento. Non per vizio o pigrizia ma per il loro ciclo ormonale gli adolescenti si addormentano tardi e i ritmi scolastici li buttano giù dal letto presto, 3-4 ore prima che finiscano il loro ciclo di sonno di 9-10 ore. Senza rischi e conseguenze? Proprio no.  



La National Sleep Foundation USA spiega che l’orologio biologico dei ragazzi rende loro in pratica impossibile addormentarsi prima delle 23 e se consideriamo che per essere a scuola alle 8 bisogna svegliarsi chi alle 6, chi alle 7, il sonno si riduce a quello di cui ha bisogno un adulto, non certo un ragazzo; oltre ciò,  l’American Academy of Sleep Medicine spiega che viviamo in un mondo di luci accese e di videogames/televisori diffusi nelle camere da letto, un invito a fare ancor più tardi ad addormentarsi, il che riduce il sonno di un adolescente che va a scuola a 5-7 ore per notte. Gli fa bene? Certamente no, visto che il sonno non è solo “riposo”, ma momento di elaborazione psicologica fondamentale, e ancor più periodo di crescita e rimodellamento del cervello, dei neuroni, di popolazioni di cellule nervose che senza il giusto sonno possono crescere anarchiche e fuori controllo. Il 45% dei teenager Usa ha un sonno inadeguato e le connessioni con scarso rendimento scolastico e incidenti alla guida sono ben documentati, come spiega MH Hagenhauer sulla rivista Developmental Neurosciences



Dunque dormire è un diritto biologico non rispettato. In Inghilterra si sta introducendo l’ingresso a scuola ritardato, per venire incontro a questa esigenza adolescenziale, ma non basta. Anche far sparire tv e videogames dalle camere da letto non basta, perché è facilmente aggirabile e crea conflitti che si sommano a conflitti. Bisogna rifare dalle basi il mondo scolastico arrivando ai ritmi biologici e per farlo bisogna allargare lo sguardo: da orari e programmi personalizzati su su fino a ottenere un mondo scolastico tagliato su misura perché chi vive in montagna sfrutti anche per imparare ed educarsi un ambiente e una biodiversità diversa da quella che può sfruttare chi vive in città.

Attenzione, cambiare è possibile, perché è l’istruzione ad essere un diritto per tutti, non “la scuola come la conosciamo oggi” che oscilla tra babysitteraggio e nozionismo. Purtroppo oggi l’una è un sinonimo dell’altra perché i ragazzi non sono una priorità per chi fa le leggi: sono solo consumatori in miniatura da sfruttare e futuri elettori… ma solo “futuri”, dunque non una priorità: la priorità per chi fa le regole è chi vota. 

Potrebbe qualcuno obiettare che già il sistema scolastico si è molto piegato e semplificato verso i comodi dei giovani, riducendo programmi, essendo più permissivo e in parte è vero; ma siamo sicuri che si è semplificato nei punti giusti o magari si sono scelte semplificazioni inutili e quelle giuste che invoglierebbero allo studio e alla responsabilità sono ancora lontane a venire? Tanti segnali mostrano che per ottenere successi bisogna rifare il mondo scolastico su basi pediatriche e adolescentologiche perché i ragazzi non sono al mondo per imparare nozioni che giustifichino l’esistenza delle scuole, ma al contrario è la scuola che è creata per assecondare le inclinazioni dei ragazzi (cioè aiutare i genitori a farlo secondo l’art 147 del codice civile). E se questo significa farli stare meno a scuola va bene, o farli entrare a scuola più tardi, va bene, o farli stare di più all’aperto o a contatto di un mondo meccanico a seconda delle inclinazioni o della specificità ecologica locale va bene, sempre che non si divida chi fa cosa su base di reddito o di ceto o di etnia. Ovvio che questo rende le cose difficili in un mondo di genitori che ha i ritmi dell’industria e del lavoro extradomiciliare. Ma è di questo, di creare un paese a misura di bambino, a misura di famiglie e di creare un mondo del lavoro a misura umana — e di cos’altro sennò? — che lo stato si deve occupare. 

Ricordate allora l’allarme: il mondo scolastico “industria-friendly” obbliga i ragazzi a svegliarsi mentre stanno invece producendo il massimo del sonno e dunque della crescita cerebrale; vale la pena di sottolineare questo singolo fatto per capire che qualcosa non va e per ritrovare altre decine errori biologici che diamo per scontati nel nostro sistema scolastico: dalla sedie troppo basse, alla postura fissa e sbagliata che inducono, agli spazi ristretti che danneggiano il fisico e la vista e così via, per arrivare agli errori mentali di pesare troppo le nozioni e troppo poco le inclinazioni personali: ogni riforma che parli solo di chi assumere o di quali nuovi nomi dare al nuovo tipo di scuola superiore, è solamente e solarmente inutile.