Una vita dedicata agli altri fino alla morte quella di San Luigi Gonzaga, patrono dei giovani e santo del giorno oggi 21 giugno. Nacque nel 1568 da famiglia nobile ma all’educazione alle armi alla quale era stato avviato preferì seguire Cristo, entrando nella compagnia di Gesù e aiutando il prossimo. Tanto che a soli 23 anni morì di peste nel 1591 durante l’epidemia dopo aver trasportato sulle spalle un moribondo. San Luigi Gonzaga, come ricorda Famiglia Cristiana, a 5 anni fu istruito alle armi e rischiò di morire sparando un colpo con un cannone. Ma a 10 anni aveva deciso la sua strada era quella verso Dio attraverso l’umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo. Dopo due anni di lotte contro il padre, il marchese Ferrante Gonzaga, San Luigi Gonzaga decise di entrare nella compagnia di Gesù, rinunciando al titolo e all’eredità. Si dedicò quindi agli umili e agli ammalati: durante l’epidemia di peste che colpì Roma nel 1590 rimase contagiato e morì. San Luigi Gonzaga è sepolto a Roma nella chiesa di Sant’Ignazio di Campo Marzio.



Nacque esattamente nel 1568, in una famiglia nobile e soprattutto vogliosa di imporsi sulla vita delle altre persone, visto che essa deteneva, seppur in parte e con le dovute misure, il potere della suddetta città. Il secondo nome di san Luigi Gonzaga, ovvero Alessandro, gli venne dato in quanto, suo padre, voleva che il nome del nonno potesse essere ancora associato a questo nome e soprattutto aveva il desiderio che, un Gonzaga, seguisse le orme del padre. Per tale motivo, fin dalla nascita, san Luigi Gonzaga venne cresciuto con un tipo d’educazione molto rigida, che lo vedeva protagonista nel seguire alla lettere le regole che gli venivano impartite da questo particolare stile di vita. Ma san Luigi Gonzaga, che all’età di sei anni si avvicinò per la prima volta alla preghiera, ebbe quella che molti definiscono come l’illuminazione divina. La leggenda racconta che, durante una delle sue preghiere durante la sera, san Luigi Gonzaga si sentii come chiamare da una forza superiore che non riusciva assolutamente a spiegarsi. Egli ebbe quel tipo di sensazione che gli fece presumere che il Signore lo stesse parlando e gli stesse chiedendo di consacrare la sua vita per diffondere la cultura cristiana.



Per questo motivo, san Luigi Gonzaga iniziò a pregare maggiormente ed a comportarsi come un vero e proprio uomo religioso, pregando in maniera costante e senza mai fermarsi. Dopo che iniziarono a scoppiare le prime epidemie infettive in Italia, san Luigi Gonzaga, assieme a suo fratello, iniziò a viaggiare per poter essere protetto ed evitare che, egli, potesse venire contagiato dalla malattia. San Luigi Gonzaga, ovviamente, proseguì i suoi studi ma, allo stesso tempo, si avvicinò parecchio al mondo ecclesiastico, svolgendo alcuni compiti per i vescovi delle varie città nelle quali egli venne inviato dai suoi parenti. Proprio questo comportamento gli fece attirare le antipatie di alcuni componenti della propria famiglia, che avrebbero voluto che il nome della famiglia fosse completamente distaccato dal panorama religioso, reputato non degno di una persona nobile come doveva essere lo stesso san Luigi Gonzaga. La vita di san Luigi Gonzaga però prosegui con questo semplice stile, dedicato sempre alla preghiera senza che, altre tipologie di problematiche, potessero essere presenti. Dopo l’ennesima lite famigliare, stavolta per la successione di una zona del territorio appartenuto alla famiglia Gonzaga, san Luigi Gonzaga decise di tornare a Milano, dove prosegui i suoi studi e decise di interrompere tutti i rapporti con la sua famiglia, visto che questa veniva reputata da lui come elemento di disturbo per gli studi stessi e per lo stile di vita ecclesiastico che stava seguendo. Ovviamente, i parenti diseredarono san Luigi Gonzaga, il quale decise di aiutare le persone che stavano male a causa della pestilenza. 
Egli però si ammalò a sua volta, ma questo non gli impedì di certo di essere attivo nella vita cristiana del periodo. All’età di ventitré anni Luigi perse la vita, dopo aver caricato sulle proprie spalle una persona che aveva contratto il virus della peste. 



È uno dei patroni secondari di Roma, viste le poche opere che fece durante la sua breve vita, seppur comunque decise di dedicarsi interamente alla vita religiosa. Negli Stati Uniti, invece, il mondo cristiano è riuscito a far creare un’Università che riporta appunto il nome del santo, dove viene celebrato proprio il giorno del ventuno giugno, almeno da parte dei cristiani non protestanti. 

San Giovanni Rigby viene ricordato sul suolo inglese: egli fu un martire che, a causa del suo comportamento ed alla riunione col mondo ecclesiastico, venne fatto impiccare per ordine della Regina Elisabetta I, visto che essa non riusciva a tollerare le persone che sposavano troppo lo stile di vita che, secondo lei, comportava il mondo ecclesiastico nel suo complesso.