36 lunghi anni. E’ questo il lasso di tempo che grava sui familiari delle 81 vittime della Strage di Ustica e che sono ancora in attesa della verità. In questa giornata memorabile per l’Italia sono diverse le città ed i paesi che promuovono iniziative ed eventi, in direzione di una strage che non deve essere dimenticata. Anche Carlo Lucarelli se ne occuperà questa sera nel programma Blu Notte – Misteri Italiani che andrà in onda su Rai 3. La città di Bologna si schiera in prima linea per onorare l’impegno con cui tutta la cittadinanza di italiana ha dimostrato di non voler dimenticare. Una giornata di arte e di emozioni che puntano verso i valori di giustizia e verità che purtroppo ancora oggi sembrano mancare. “Concludere il cammino verso la verità significa chiarire fino in fondo la dinamica dell’incidente”, dichiara Dania Bonfietti, presidente dell’Associazione dei Parenti delle Vittime, a Sassuolo 2000, “individuare con precisione gli aerei aggressori e definire le singole specifiche responsabilità. È la conclusione a cui deve arrivare la Magistratura, nella consapevolezza delle difficoltà, della mancanza degli elementi definitivi che, dopo le distruzioni operate dai militari in Italia, ci possono venire soltanto dalla collaborazione internazionale”. Sono trascorsi infatti due anni dalla direttiva con cui il premier Matteo Renzi ha richiesto che gli atti sulla Strage di Ustica venissero desecretati, ma ancora una volta sono molti i dubbi che si sollevano, più che chiarire la dinamica del disastro aereo. “Emerge drammaticamente”, continua la Bonfietti, “che la stragrande maggioranza dei carteggi versati fa riferimento ad indagini successive agli eventi e non a documentazione prodotta nel periodo stesso di interesse”. Negli anni sono stati fatti diversi passi in avanti, almeno dal grosso abbaglio, come dimostrato in due sentenze, prima della Corte di Appello di Palermo e poi anche dalla Cassazione, che vedeva nella strage una causa interna. Solo nel 2013 lo Stato ammise che il DC-9 invece venne colpito da un aereo militare o da un missile. Ma che cosa accadde quindi realmente e che cosa provocò la Strage di Ustica? Secondo il senatore Carlo Giovanardi, come riporta Panorama, i documenti tenuti segreti per trentanni dimostrerebbero senza alcun dubbio che nella strage erano coinvolti Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina e che quindi si trattò di un vero e proprio attacco terroristico. Questa affermazione riguarda nello specifico alcune informative che sembra siano state fatte dai servizi segreti italiani prima dell’esplosione del DC-9 ed in cui viene definitiva come la “minaccia di una rappresaglia contro l’Italia” fosse più che un sentore. A far discutere è inoltre il chiaro riferimento ad un “aviogetto dell’Alitalia”.
Siamo nel 27 giugno 1980 quando un aereo DC-9 dell’Itavia, partito da Bologna in direzione Palermo, si squarcia all’improvviso durante il volo e cade in acqua fra l’isola di Ustica e quella di Ponza. Diverrà già da quel momento come un grosso pezzo di tragedia italiana, avvolto in un fitto mistero che ha visto susseguirsi ipotesi di complotti, teorie del terrorismo ed un silenzio assordante. Le cause infatti non vennero chiarite con certezza fino al 2013, anno in cui fu la Cassazione a confermare che il velivolo non esplose per alcuni problemi interni ma per cause esterne, molto probabilmente uno scontro con un aereo militare o colpito da un missile. Nel disastro perdono la vita tutti gli 81 passeggeri che in quel momento si trovavano a bordo, di cui 13 bambini. Durante le operazioni di soccorso vennero recuperati solo 38 corpi. Le ipotesi più accreditate negli anni si sono concentrate sul possibile coinvolgimento di Francia, America e Libia oppure di un’eplosione causata da un ordigno posto nella toilette dell’aereo. Trascorrono a manciate gli anni, senza arrivare a qualcosa di certo. Si cerca la scatola nera e si cercherà ancora invano. Nel frattempo, l’Italia si chiede perché e pretende delle risposte. Non appena vengono recuperati i corpi vengono fatte le 38 autopsie con analisi approfondite, ma dai risultati emerge inizialmente solo l’uso di esplosivo plastico. Nessuna traccia di altri materiali che avrebbero potuto giustificare l’impatto. Alcuni anni dopo invece la conferma, grazie all’analisi di alcuni sedili del velivolo su cui vennero trovate tracce di TNT e T4. Si arriva quindi al 2007, anno in cui l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga attribuisce la responsabilità della strage di Ustica ad un missile francese che avrebbe dovuto colpire in realtà il velivolo su cui si trovava invece Gheddafi, il dittatore della Libia. Una tesi molto simile a quella definita nella sentenza della Cassazione, 6 anni più tardi, con cui il Ministeri dei Trasporti e della Difesa vennero condannati a pagare un risarcimento ai familiari delle 81 vittime.