Si avvicina sempre di più la data di venerdì 1 luglio, quando finalmente sarà resa nota la sentenza a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio. Su richiesta del pm Letizia Ruggeri, la Corte ha vietato la presenza di telecamere in aula ma solo di registrazioni audio. Una decisione giunta alla luce del clima poco disteso che ruoterebbe attorno all’intero processo. Sull’argomento si è espresso l’avvocato Daniele Bocciolini sulle pagine del settimanale “Giallo”, il quale ha spiegato: “La decisione è stata adottata dalla Corte su richiesta del pm. Si tratta di un processo molto “sentito” anche al di fuori dell’aula e che ha diviso l’opinione pubblica. La decisione dei giudici ha sollevato polemiche, ma non è possibile parlare di violazione del diritto di cronaca. Anche se è stata vietata la ripresa televisiva della sentenza, l’informazione è garantita dalla presenza dei giornalisti”.



A smentire i dubbi della difesa di Massimo Bossetti, unico imputato nel processo sulla morte di Yara Gambirasio, in riferimento al Dna, oltre al pm Letizia Ruggeri è stato anche il Generale Garofano nel corso dell’ultima puntata di Quarto Grado, come riportato dal sito Urban Post. A sua detta, le analisi compiute sulla traccia genetica che nel 2011 portò all’identificazione di Ignoto 1 è “inoppugnabile e attendibile”. Gli avvocati di Bossetti avrebbero obiettato la rappresentazione grafica dei test che hanno suddiviso la traccia biologica in griglie. Una di queste caselle ha evidenziato un “picchetto” indicante un valore superiore ad 80 e ritenuto anomalo: “Le regole ci dicono che al di sopra del 50 c’è contaminazione”, avrebbe precisato l’avvocato Claudio Salvagni. Non sarebbe stato affatto d’accordo il Generale Garofano che ha spiegato come si sia trattato di un fatto isolato poiché il “picchetto” non sarebbe comparso nelle altre griglie. Di conseguenza, non si può parlare di contaminazione.



La difesa di Massimo Bossetti, unico imputato nel processo sulla morte di Yara Gambirasio e che si concluderà venerdì con la lettura dell’attesa sentenza, ha provato in tutti i modi a smontare il castello accusatorio tenuto in piedi dalla prova del Dna. Nel corso dell’ultima puntata di Quarto Grado, l’avvocato Claudio Salvagni che insieme a Paolo Camporini formano la difesa di Bossetti, avrebbe esordito affermando: “Tecnicamente questo processo non ha mostrato nulla. Non regge nemmeno il Dna nucleare”. La prova regina contro l’imputato, dunque, continua ad essere messa in discussione non solo perché priva della parte mitocondriale, sempre a detta della sua difesa. I due avvocati del presunto assassino di Yara Gambirasio, infatti, hanno messo in dubbio anche l’attendibilità degli esami compiuti sulla traccia di Dna che ha portato all’individuazione di Massimo Bossetti. Si parlerebbe, nello specifico, di kit scaduto e di presunta contaminazione che renderebbe fasullo il test e nullo l’intero processo “squisitamente indiziario” a carico di Massimo Bossetti.



E’ iniziata la settimana decisiva per Massimo Bossetti, l’uomo che ha già superato 44 udienze del processo a suo carico e che lo vede unico imputato con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio ed averne occultato il suo cadavere. Il prossimo venerdì, la Corte leggerà il verdetto contenente la sentenza di primo grado e che potrebbe contemplare anche l’ergastolo, come richiesto dal pm Letizia Ruggeri alcune udienze fa, al termine della sua lunga requisitoria. Intanto, come scrive “Leggo.it”, Massimo Bossetti dalla cella del suo carcere a Bergamo starebbe preparando le dichiarazioni spontanee che rilascerà il prossimo primo aprile, poco prima di conoscere il suo destino presso l’aula del Tribunale di Bergamo che accoglierà l’ultima udienza del processo a porte chiuse e senza telecamere. Finora, secondo la sua difesa, il muratore di Mapello era apparso positivo anche in merito al risultato della sentenza che avrebbe potuto contemplare e decretare la sua innocenza ma a pochi giorni dalla fatidica data, l’attesa ha ormai raggiunto livelli altissimi. L’avvocato Claudio Salvagni, di recente ha parlato ai microfoni di Radio Cusano Campus senza tuttavia rivelare nulla in merito alle dichiarazioni spontanee che rilascerà il suo assistito il prossimo venerdì: “È giusto che lo faccia da solo. Io le leggerò, ma è giusto che non intervenga perché sono dichiarazioni personali, come sempre parlerà con il cuore e sarà convincente, come lo è stato con noi”, ha dichiarato Salvagni. La difesa, dunque, è convinta dell’innocenza dell’uomo rispetto alle accuse di omicidio di Yara Gambirasio, mentre non sarebbe ovviamente dello stesso parere l’accusa, la quale avrebbe avanzato la richiesta di ergastolo a carico del muratore di Mapello anche alla luce dei gravissimi indizi di colpevolezza, a partire dalla prova del Dna, ritenuta centrale durante l’intero processo. Una prova certamente controversa, oggetto di numerosi attacchi da parte della difesa dell’imputato. “Nel processo Bossetti non c’è alcun elemento che faccia presumere che Bossetti e la vittima si conoscessero, anzi le risultanze processuali dicono il contrario, ovvero che non si sono mai incontrati. Per questo il processo Bossetti è un processo squisitamente indiziario, dove ogni tassello deve combaciare con il tassello vicino come in un puzzle”, ha commentato l’avvocato Salvagni ai microfoni della trasmissione radiofonica, durante la quale ha preso in esame anche il Dna. “Sono partiti dal Dna e se, come ha detto il pm, questa è la prova regina, se cade il Dna cade tutto. Mi chiedo come si possa condannare una persona che non ha mai potuto partecipare ad un accertamento su questa prova scientifica”, ha concluso il legale.