Solo pochi giorni fa, la scuola nella quale aveva insegnato Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa brutalmente da Gabriele Defilippi con la collaborazione di Roberto Obert, era stata al centro delle cronache per un evento che aveva visto anche la partecipazione dei genitori della vittima. L’istituto Cresto, infatti, aveva omaggiato la memoria della donna uccisa con una targa e con l’inaugurazione dell’aula insegnanti a lei dedicata. Oggi, tramite il sito Cronaca Qui apprendiamo invece un fatto increscioso capitato proprio nella scuola di Gloria Rosboch. Ignoti, nella notte tra lunedì e martedì avrebbero imbrattato la parete posteriore dell’istituto con una bomboletta spray dopo essersi intrufolati nel cortile interno, scrivendo insulti e volgarità. L’evento ha portato a sconcerto e rabbia da parte di genitori ed insegnanti. Ovviamente il fatto non avrebbe nulla a che vedere con il delitto della professoressa ma la mente dei cittadini di Castellamonte è volata inevitabilmente a lei dopo aver appreso la notizia dell’atto vandalico, presumibilmente opera di uno studente bocciato che avrebbe agito per vendetta.



Nell’ambito del delitto della professoressa di Castellamonte, Gloria Rosboch, appare centrale la figura di Caterina Abbattista, madre di Gabriele Defilippi e in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. Occorrerebbe ancora chiarire la sua reale posizione ed il ruolo che avrebbe giocato nell’omicidio della 49enne. I figli (sia Gabriele che il minore) avrebbero scagionato la madre almeno in riferimento al delitto vero e proprio, così come il complice di Defilippi, Roberto Obert. Nonostante questo, anche il gip avrebbe respinto di recente la sua istanza di scarcerazione. Secondo il settimanale Giallo, le accuse nei confronti della Abbattista riguarderebbero il suo ruolo di mandante del delitto e non di mero esecutore. Pare infatti che la donna abbia spinto il figlio Gabriele ad eliminare Gloria Rosboch, fornendogli poi solo un supporto logistico il giorno del delitto, lo scorso 13 gennaio. Di Caterina Abbattista, inoltre, i Ris non avrebbero rinvenuto alcuna traccia sull’auto di Roberto Obert, la Twingo bianca sulla quale sarebbe stata uccisa la professoressa.



Potrebbe arrivare in questi giorni la conferma o la smentita sulla scarcerazione di Caterina Abbattista, detenuta per il suo possibile coinvolgimento nella morte di Gloria Rosboch. Ad incastrarla, riporta Quotidiano del Canavese, fu il cellulare che ha agganciato la cellula di Montalenghe nell’orario in cui aveva affermato di trovarsi invece al lavoro, presso l’ospedale di Ivrea. Dopo una conferma velata delle menzogne da parte del figlio minore, lo stesso ragazzino aveva poi ritrattato la versione, sconvolto da ciò che avevano riportato i giornali. Eppure gli inquirenti continuano a nutrire dei sospetti sulla madre di Gabriele DeFilippi e nonostante la richiesta di scarcerazione, avevano preferito confermare la detenzione. Potrebbe cambiare tutto se le analisi che i periti stanno svolgendo sul cellulare in questi giorni confermino definitivamente che Caterina Abbattista si trovava proprio all’ospedale e che quindi non può aver preso parte al delitto della professoressa Gloria Rosboch che avveniva nelle medesime ore. Alcuni consulenti avevano infatti verificato in precedenza che quella stessa cellula era stata agganciata anche in alcune occasioni precedenti, quando la Abbattista si trovava con certezza al lavoro. La posizione della donna rimane comunque in bilico anche per le dichiarazioni dell’ex fidanzata di Gabriele che avrebbe confermato che la Abattista sapeva tutto dell’omicidio e delle reali intenzioni del figlio. 

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