Il giorno dopo l’attentato all’aeroporto di Istanbul il cordoglio corre anche sui social network. Sono tanti infatti i tweet pubblicati con l’hashtag #PrayForTurkey. Il bilancio dell’attacco kamikaze di ieri sera all’aeroporto Ataturk è fermo al momento a 41 morti e 239 feriti. Un altro attacco che sembra portare la firma dell’Isis secondo le prime ricostruzioni e che ha spinto molti a manifestare il proprio sdegno su Twitter. Ecco alcuni tweet che si possono leggere: “Just one attack after another #PrayForTurkey”, “I’m not religious so I don’t usually pray, but I will throw that away and join the masses in disgust at what has happened #prayforturkey”, “terrorism has no religion pass it on #prayforturkey”, “#PrayForTurkey #PrayForTheWorld #Prayers4istanbul Allah be with you all around the world, Muslim or not,we’re all humans at last”, “So sad to hear about the most recent attack. My condolences to everyone affected. #prayforturkey”, “The world needs love & peace, more than ever! #PrayForIstanbul #PrayForTurkey #PrayForTheWorld”, “Our condolences to the victims of Istanbul blasts. We share a hope for better world #Istanbul #PrayForTurkey”, “My Thoughts Are With My Friends From Turkey #PrayForTurkey”, “This world is crazy. #PrayForTurkey”.



Dopo l’attentato avvenuto a Istanbul, il presidente della Repubblica ha voluto inviare un messaggio al popolo turco di cordoglio contro la violenza atroce avvenuta ieri notte allo scalo Ataturk, dove hanno perso la vita 41 persone innocenti. «Desidero esprimere, a nome mio personale e di tutto il popolo italiano, la più solidale vicinanza alle famiglie delle vittime per il nuovo, gravissimo attentato che ha colpito ieri sera la città di Istanbul. L’Italia condanna risolutamente questo ennesimo, atroce gesto e riafferma il pieno sostegno alla Turchia nel contrasto alla violenza cieca ed omicida del terrorismo». Il messaggio è sulla scia di quanto affermato da Papa Francesco oggi durante l’Angelus nella Capitale per la festa dei Santi Pietro e Paolo, «Ieri sera a Istanbul è stato compiuto un efferato attacco terroristico, che ha ucciso e ferito molte persone. Preghiamo per le vittime, per i familiari e per il caro popolo turco. Il Signore converta i cuori dei violenti e sostenga i nostri passi sulla via della pace. Preghiamo tutti in silenzio». L’Italia si avvicina al popolo turco con preghiera e memoria: le ore sono difficili e purtroppo per Istanbul, come per altri luoghi in Europa e nel Medio Oriente, probabilmente questi attacchi non saranno gli ultimi.



L’attentato a Istanbul, nello scalo Ataturk, ha letteralmente terrorizzato l’opinione pubblica: ancora un aeroporto, ancora l’Isis e ancora terrorismo contro vittime civili innocenti. Sono morti in 41 e i feriti sono moltissimi, circa 250, ma tanti anche sono quelli che per fortuna si sono salvati e ora raccontano quegli attimi terribili. A Sky Tg24 il racconto di un giornalista del Corriere Fiorentino, Edoardo Semmola, bloccato all’aeroporto di Istanbul: «Ho sentito del rumore, non le esplosioni, la polizia ci ha presi in gruppo e fatti spostare in fila da dove eravamo. Spero che ci facciano evacuare, c’è un grandissimo caos», diceva ieri sera il giovane giornalista. «C’era sangue sul pavimento e tutto attorno a me era in pezzi», racconta una turista sudafricana all’Ansa; «Eravamo sulla scala mobile quando abbiamo sentito gli spari. C’era un tizio che correva, era vestito di nero, ed aveva una pistola», altri turisti stranieri. Shock, terrore e altre morti: l’Europa e il mondo interno dicono stop. Ma l’Isis non la pensa uguale…



L’attentato all’aeroporto di Istanbul, che ha provocato secondo l’ultimo bilancio 41 morti e 239 feriti, è stato anche filmato. Le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza dell’aeroporto Ataturk hanno infatti immortalato il momento in cui uno dei tre kamikaze si fa esplodere. Nel video si vede un uomo, uno dei terroristi che hanno aperto il fuoco contro i passeggeri dello scalo internazionale, che corre, cade e perde la pistola che aveva in mano. Un poliziotto si avvicina e forse gli spara oppure lo colpisce. Il terrorista è a terra e il poliziotto si allontana: forse ha visto la cintura esplosiva e ha capito che si sarebbe fatto saltare in aria. E infatti pochi secondi dopo si vede l’esplosione (clicca qui per vedere il video)Intanto, solo 12 ore dopo l’attentato all’aeroporto di Istanbul, lo scalo è stato riaperto e si torna a volare, come riferisce La Repubblica. L’attacco terroristico è avvenuton ieri sera intorno alle 22: alcuni uomimi hanno sparato sulla polizia e sulla folla e poi si sono fatti esplodere.

Nella riunione al Copasir questa mattina sulla tragedia al Aeroporto di Istanbul ha parlato il ministro degli Interni, Angelino Alfano: l’attentato avvenuto allo scalo interazione Ataturk riapre il grande problema della sicurezza negli aeroporti europei e non solo, come ha dimostrato la strage di ieri sera. «È ancora troppo presto per fare un’analisi approfondita però secondo le informazioni in nostro possesso essendosi verificato ad una trentina di minuti dopo il Ramadan, si sta privilegiando la pista di matrice jihadista». Il giudizio del ministro degli Interni è abbastanza chiaro: «il rischio zero non esister e nessun paese si può sentire immune. Dunque è la prevenzione che può fare la differenza e su questo fronte l’Italia ha investito tantissimo, ottenendo finora risultati importanti». Davanti ai servizi segreti, Alfano ha svolto l’aggiornamento sulle varie forze impegnate nella prevenzione attentati, morsa da ristringere dopo l’attacco in Turchia. «Abbiamo fatto centinaia di migliaia di perquisizioni, espulsioni, arresti, controlli di navi, veicoli e soggetti sulle rotte che possono essere d’interesse per i foreign fighters».

Si aggrava il bilancio delle vittime dell’attentato all’aeroporto di Istanbul: secondo quanto riferito da Rainews24 i morti sono saliti a 41 e le persone ferite 239: 13 delle vittime sono stranieri e 23 cittadini turchi. Non risultano al momento italiani tra le vittime, ma sono ancora in corso le verifiche da parte della Farnesina in contatto con le autorità locali. E’ stata effettuata l’autopsia sui corpi dei tre kamikaze, che hanno provocato la strage e poi si sono suicidati facendosi saltare in aria: si tratterebbe di cittadini stranieri. Questa mattina il traffico aereo a Istanbul è stato parzialmente riaperto. L’attentato è avvenuto ieri sera all’aeroporto Ataturk della città turca: un commando composto da 3 (forse 7) persone ha aperto il fuoco contro i passeggeri al terminal internazionale. Poi 3 di loro si sono fatti saltare in aria al parcheggio dei taxi.

L’attentato ad Istanbul, l’ennesimo in Turchia in questo 2016 e purtroppo l’ennesimo attacco di matrice fondamentalista islamica – ormai fonti certe danno come per assodato l’attacco dell’Isis allo scalo Ataturk ieri sera – sta generando numerose reazioni in tutto il mondo occidentale e non. Dall’America, in piena campagna elettorale per il nuovo inquilino alla Casa Bianca, interviene Donald Trump che non nasconde certo la mano: «la minaccia terroristica non è mai stata grande come ora, dobbiamo agire ora per proteggere l’America dai terroristi», riporta la Reuters, con rimbalzo in tutte le principali agenzie internazionali. Una dura condanna che prende la generalità dell’attacco islamico all’intero mondo occidentale: così lontana per certi versi, di contenuto e di merito, la condanna che arriva da piazza San Pietro a Roma, dove poco fa Papa Francesco ha celebrato l’Angelus. «Un vile attacco, i violenti si convertano: il Signore sostenga il nostro cammino di pace, continuano nella preghiera». La Turchia piange altre vittime, la furia omicidio non si arresta: una soluzione politica e una culturale-umana, di entrambe in questo momento l’Europa e il mondo hanno bisogno in maniera assoluta.

Ad Istanbul molte sono le domande e pochissime ancora le risposte rispetto all’attentato che ha colpito stanotte l’aeroporto internazionale della città turca: gli unici dati certi sono le vittime, 36 morti e l’altissimo numero di feriti, 147 che stanno tenendo sotto scacco e shock l’intera Turchia, nonché Europa. Colpiti ancora una volta dal terrorismo, che sia Isis o altro in questo momento quello che interessa è salvare il maggior numero di vite e cercare di riportare tutto sotto un alveo di sicurezza. Poi cominceranno le domande e allora in quel caso si dovrà capire ad esempio in quanti hanno assaltato ieri lo scalo Ataturk: si parla di tre kamikaze e 4 complici che avrebbero aiutato l’assalto con spari sulla folla. Intanto nella notte è stata arrestata una donna: secondo le prime informazioni che filtrano dalle agenzie internazionali, si tratterebbe della settima componente del commando, complice dei kamikaze terroristi. Si cercano a questi punto altri tre attentatori che potrebbe essere scappati dopo le tre esplosione suicide.

E’ in corso una verifica da parte del nostro ministero degli Esteri su eventuali italiani coinvolti nell’attentato all’aeroporto di Istanbul avvenuto ieri sera. Il triplice attentato, secondo l’ultimo bilancio, ha provocato la morte di 36 persone e il ferimento di altre 147. Le autorità italiane sono in contatto con quelle turche per capire se nel bilancio ci siano anche nostri connazionali. Come riferiscono fonti della Farnesina si stanno effettuando le verifiche di rito. Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, riporta l’agenzia di stampa Askanews, ha dichiarato che si tratta di “un orrore senza fine, una minaccia alla sicurezza che non possiamo più tollerare. Bisogna moltiplicare gli sforzi sulla sicurezza. Anche se abbiamo ottenuto successi contro l’Isis e lo Stato islamico è in ritirata, il terrorismo sta moltiplicando i suoi attacchi. Siamo in un contesto difficile”.

Il bilancio dell’attentato all’aeroporto di Istanbul purtroppo sale: siamo a 36 morti e 147 feriti come dati provvisori dopo l’attacco di un commando di almeno 3 attentatori forse dell’Isis che ieri sera hanno prima sparato sulla folla ai gate e in un parcheggio dell’aeroporto internazionale Ataturk e poi si sono fatti esplodere nella folla. Ha parlato il neo premier Yildrim che si dice quasi sicuro della matrice della strage: «finora tutte le indicazioni suggeriscono che ci sia la mano dell’Isis dietro all’attacco di ieri sera. Gli aggressori sono arrivati allo scalo in taxi e si sono fatti esplodere dopo aver aperto il fuoco». Alla domanda dei cronisti turchi se un quarto uomo attentatore possa essere fuggito, il premier ha detto che le autorità non hanno tale valutazione ma stanno prendendo ogni possibilità in considerazione. «L’attacco ha raggiunto anche alcuni stranieri tra le vittime e molti feriti per fortuna hanno invece lesioni lievi, mentre altri sono ancora in gravi condizioni».

Istanbul, aeroporto Ataturk. Uno sparo, due, forse tre esplosioni. Paura e terrore. Questo è quanto hanno provocato gli ultimi eventi avvenuti all’areopoto Ataturk di Instanbul. Per ora la testata nazionale Haberturk riporta il tragico numero di 32 morti e 60 feriti, ma potrebbero essercene di più. In queste ore, a partire dalle 21:10 (ora italiana), si parla di attentato. Si parla della possibilità che ci sia l’ISIS dietro l’attacco che ancora una volta colpisce una grande città. A marzo è stato l’aeroporto maggiore di Bruxelles ad essere colpito, mentre adesso è quello di Istanbul. Ecco perché la possibilità che la Turchia si trovi sotto minaccia terrorista è altamente probabile. Sono almeno tre gli attentatori che hanno aperto il fuoco contro i presenti, imbracciando un kalashnikov che non ha lasciato spazio e speranze di salvezza a chi è stato mortalmente raggiunto. Sul numero le autorità stanno tuttavia cercando di fare ancora chiarezza e secondo alcune fonte anonime della Polizia potrebbero essere almeno 7 le persone coinvolte nel commando armato, uno dei quali arrestato e 3 ancora in fuga. Gli altri 3, i kamikaze, hanno aperto il fuoco nella zona degli arrivi, provocando il panico fra la folla presente che cerca una via di fuga. Un duro scontro a fuoco, quello della Polizia, che tuttavia si è concluso con il suicidio dei tre kamikaze che si sono fatti saltare in aria. Lo stato d’allarme è stato diramato nell’immediato ed i voli sono stati sospesi, mentre una trentina di ambulanze raggiungeva l’aeroporto. Alcuni testimoni, ancora scossi da ciò che hanno vissuto, sono stati portati via anche a bordo dei taxi, sei dei quali versano ora in gravi condizioni. Ancora nessuna notizia riguardo all’identità dei terroristi, soprattutto nei minuti vicini alla tragedia. Nessun giornale turco ha infatti avvisato la cittadinanza, lasciando che fossero le persone coinvolte invece ad avviare il tam tam tramite i cellulari. Alcune immagini della videosorveglianza dell’aeroporto Ataturk riportano la gravità della situazione, definendo al meglio il caos che si è creato fin dai primi spari. In quel momento in aeroporto c’erano migliaia di persone, molte delle quali si stava avviando verso il luogo dell’attentato. Al primo sparo la folla si dirige in senso opposto, in un moto di corsa che in qualche caso ha travolto gli stessi presenti. Una donna cade. Un’altra la soccorre. Poi la prima esplosione che fa tremare tutto. Immagini forti e di paura che arrivano fino a qua, nel timore di dover vivere tutto ciò più da vicino e nell’unione fra popoli che per quanto distanti, si ritrovano vittime dello stesso terrore. Qui il video originale dell’attentato all’aeroporto Ataturk di Istanbul