Poco alla volta continuano ad emergere ulteriori novità inquietanti sul delitto di Sara Di Pietrantonio, anche alla luce delle parole asserite dall’ex fidanzato reo confesso, Vincenzo Paduano, nel corso dell’interrogatorio di garanzia. “Non saprei ricostruire perfettamente la scena, ho dato una versione nei giorni scorsi, probabilmente ne darò altre. Mi sono state proposte delle ipotesi su come potrebbe essere andata la vicenda, io ne ho in mente varie, non so quale sia quella vera. Faccio uso di cannabis”, avrebbe rivelato l’indagato come riporta oggi Repubblica.it. Per tale ragione, a detta di Paduano, non sarebbe in grado di comprendere in modo chiaro quanto effettivamente accaduto: “Sono certo che non era un gesto premeditato perché mai avrei voluto farle del male”, ha asserito. A smentire le sue parole, tuttavia, sarebbe l’uso che avrebbe fatto della bottiglietta di alcol portata con sé direttamente da casa, l’aggressione di circa una settimana prima dell’omicidio e i numerosi messaggi ed email inviate a Sara, letteralmente perseguitata dal 27enne.
Emergono nuovi particolari inquietanti sul delitto di Sara Di Pietrantonio che ha sconvolto l’Italia intera per la sua brutalità. Secondo le indiscrezioni riportate da Urban Post, l’ex fidanzato reo confesso del delitto della studentessa romana avvenuto in zona Magliana aveva già molestato ed aggredito in passato Sara e non solo tramite sms ed email. Il 21 ed il 22 maggio, Vincenzo Paduano aveva aggredito la sua ex fidanzata con la quale aveva avuto una relazione durata due anni proprio di fronte al suo nuovo ragazzo. A smorzare gli animi, in quell’occasione, fu proprio Alessandro e da allora l’ex coppia ritornò a parlare in modo più sereno. Poco dopo però, Paduano fece perdere le sue tracce non cercando più Sara fino all’ultima aggressione mortale. Ora in mano agli inquirenti la vita privata della povera vittima che aveva persino confidato ad una sua amica il fatto che Vincenzo fosse in grado di craccare le sue password e leggere le chat private.
Il Messaggero di oggi riporta alcuni sms che Sara Di Pietrantonio riceveva in continuazione negli ultimi mesi prima di essere strangolata e bruciata ancora viva nell’orrendo omicidio della Magliana: a mandarli era l’assassino reo confesso e stalker, Vincenzo Paduano che non si arrendeva all’idea che la storia con Sara fosse finita definitivamente. «Perché mi fai questo?; So dove sei anche se non rispondi» sono solo alcuni degli sms o chat whatsapp che Sara Di Pietrantonio riceveva in continuazione da Paduano: la ragazza universitaria li aveva fatti leggere alla madre, anche perché il ragazzo continuava a chiamarla anche al telefono. La memoria del cellulare dell’indagato deve ancora essere controllato ma l’impressione è che vi siano numerosi altri messaggi del genere, anche se è già abbastanza certo che il movente alla base dell’omicidio sia ormai da imputare a motivi passionali e vendetta per la donna che lo aveva rifiutato.
La morte di Sara Di Pietrantonio sta svelando poco alla volta le vere intenzioni di Vincenzo Paduano, il killer reo confesso nonché suo ex fidanzato che nella notte tra il 28 ed il 29 maggio scorso ha pedinato, aggredito, ucciso e poi dato alle fiamme la giovane studentessa 22enne. L’omicidio avvenuto in via Magliana, periferia romana, è uno dei più efferati degli ultimi anni. Sebbene il gip non abbia intravisto l’aggravante della premeditazione, non sarebbe del medesimo parere la Procura di Roma, secondo la quale ci sarebbero elementi necessari a confermare il fatto che la guardia giurata, oltre a covare un enorme rancore nei riguardi della sua ex stava anche progettando il suo delitto fin nei minimi dettagli. La conferma, come riporta “Il Messaggero”, arriverebbe dalle decine di sms e mail inviati ogni giorno a Sara Di Pietrantonio da parte di colui che si sarebbe poi rivelato essere il suo assassino. Sono stati descritti come “vessatori, talvolta umilianti, anche minacciosi” i messaggi ricevuti da Sara Di Pietrantonio prima della sua morte. Questi elementi, come riporta il quotidiano, sarebbero stati raccolti dalla Procura ma non erano in mano al gip al momento della sua decisione di convalida del fermo di Vincenzo Paduano. A convincere il gip che il suo sia stato un delitto d’impeto senza la premeditazione, sarebbero state le parole del 27enne che al momento dell’arresto aveva detto agli agenti: “Non sono un mostro, non volevo ucciderla, l’alcol era per bruciare l’auto di quel ragazzo”, in riferimento al nuovo fidanzato di Sara Di Pietrantonio. “Li ho visti insieme, poi non so, non ricordo più nulla”. In realtà, in base a quanto reso noto nel corso della trasmissione “Estate in Diretta”, Paduano da sette giorni aveva smesso di perseguitare la sua ex rinchiudendosi in un silenzio sospetto. Fino al giorno dell’ultima aggressione, quando inseguendo Sara Di Pietrantonio probabilmente grazie all’ausilio di una app installata sul suo cellulare, avrebbe deciso di mettere a segno il delitto. A commentare il suo comportamento è stata la criminologa Roberta Bruzzone, che ha ritenuto invece molto importante la settimana di silenzio dell’assassino reo confesso, tipica di chi sta progettando prima dell’esecuzione vera e propria.