Domani verrà letta l’attesa sentenza a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio. Sono trascorsi sei anni dal delitto della tredicenne di Brembate e la data del primo luglio sarà decisamente importante per i genitori di Yara, i quali attendono giustizia da troppo tempo. Le telecamere saranno spente in occasione della lettura del verdetto, ma questo non impedirà di conoscere il responso dei giudici che potrebbero decidere di condannare all’ergastolo Bossetti, confermando così la richiesta avanzata alcune settimane fa dal pm Letizia Ruggeri, che al termine della sua requisitoria ha chiesto a carico dell’imputato il carcere a vita e sei mesi di isolamento diurno. Ad un giorno dalla verità, almeno processuale, è lo stesso Massimo Bossetti dal carcere a definirsi innocente e speranzoso che domani possa finalmente emergere anche la sua di “verità”.
L’atteso giorno della sentenza è ormai giunto: dopo un anno di processo, domani 1 luglio Massimo Bossetti, unico imputato per il delitto della tredicenne Yara Gambirasio, conoscerà il suo destino. A poche ore dal verdetto, che avverrà a porte chiuse e senza telecamere, Massimo Bossetti sarebbe “fiducioso”, come rivela oggi Ansa.it. Nella giornata di ieri i suoi legali, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, sono andati a trovarlo in carcere e lo hanno descritto “sereno”. Domani mattina il presunto assassino di Yara Gambirasio renderà note le sue dichiarazioni spontanee, poi i giudici si riuniranno in camera di consiglio per uscirne solo a verdetto concluso. Alla vigilia dell’attesissima sentenza e che potrebbe anche concludersi con la condanna all’ergastolo come richiesto dal pm Letizia Ruggeri, il muratore di Mapello avrebbe commentato: “Sono innocente e la verità deve venire a galla”.
C’è attesa per la sentenza per Massimo Bossetti, imputato nel processo per la morte di Yara Gambirasio: il muratore di Mapello è accusato di aver ucciso la 13enne nel novembre del 2010. Lui si è sempre dichiarato innocente ma il pm Letizia Ruggeri ha chiesto l’ergastolo e sei mesi d’isolamento diurno. Domani venerdì 1 luglio sapremo se Massimo Bossetti sarà condannato o assolto dall’accusa di aver ammazzato Yara Gambirasio. La sentenza per il muratore 45enne arriva dopo due anni di carcere e uno di processo. Attesa anche per le dichiarazioni spontanee che Massimo Bossetti rilascerà domani prima che i giudici si riuniscano in camera di consiglio. Sono stati i legali dell’imputato a riferirlo, come si legge su Tgcom24: “Parlerà con il cuore”. Gli avvocati Salvagni e Camporini descrivono come una “tortura” “l’odissea giudiziaria” di Massimo Bossetti che è in carcere dal giugno 2014. La pronuncia della sentenza non potrà essere ripresa dalle telecamere per tutelare i giudici visto che nelle scorse settimane due buste con proiettili, indirizzate alla Corte, erano state intercettate in un centro di smistamento postale.
Sarà pronunciata domani la sentenza del processo Yara Gambirasio il cui imputato è Massimo Bossetti: la 13enne scomparve nel novembre del 2010 da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, e fu ritrovata morte tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola. E a un giorno dal verdetto parla la criminologa Roberta Bruzzone. In un’intervista rilasciata a Leggo la Bruzzone afferma di “aspettarsi l’ergastolo”: “Ci sono tutti gli elementi. Il Dna è solo una delle prove. E la decisione della Corte di rigettare le richieste di perizie dice molto, quando accade non è buon segno per l’imputato”. Poi riguardo alle indagini su Massimo Bossetti ha sottolineato che è stato “un grande successo investigativo. È stata condotta un’indagine monumentale e molto complessa, data la mancanza di rapporti tra imputato e vittima. Il risultato è frutto di una felice intuizione investigativa, della scelta coraggiosa del ricorso al Dna e della determinazione del pm Letizia Ruggeri. Sono serviti anni per comparare tutti i profili biologici”.
Manca un giorno esatto all’attesa sentenza del processo di primo grado a carico di Massimo Bossetti, unico imputato per il delitto di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa nel novembre del 2010 e ritrovata senza vita a distanza di tre mesi in un campo di Chignolo d’Isola. Domani, presso l’aula del Tribunale di Bergamo sarà finalmente letto il verdetto che potrebbe anche condannare all’ergastolo il muratore di Mapello, reduce da 45 lunghe udienze durante le quali gli animi tra accusa e difesa non sono mai (o quasi) stati sereni. Oggetto di dibattito è stata soprattutto la prova regina del Dna, ovvero la prova attorno alla quale, secondo l’accusa, ruoterebbe la colpevolezza di Massimo Bossetti, in quanto sarebbe la firma dell’assassino lasciata sui vestiti di Yara Gambirasio. Nel corso della lettura della sentenza non saranno ammesse in aula riprese televisive, ma solo registrazioni audio. E’ quanto deciso dal giudice Antonella Betoja accogliendo la richiesta avanzata dal pm Letizia Ruggeri che ha sottolineato il “clima avvelenato” che si è venuto a creare attorno all’intero processo. In attesa che Corte d’Assise si esprima rendendo noto il verdetto sul carpentiere, unico accusato dell’omicidio della tredicenne di Brembate e del suo occultamento, a prendere la parola è stato il direttore del carcere di Bergamo, Antonio Porcino, nel quale Bossetti è detenuto dal 16 giugno del 2014. A rendere note le sue parole è stato il sito Bergamonews.it: “Lo incontro spesso, sta aspettando tranquillamente e serenamente la sentenza di venerdì. Come tutti i detenuti spera in un’assoluzione. Il suo comportamento qua? Nulla di particolare da segnalare”, ha riferito il direttore del penitenziario. Un certo ottimismo da parte dell’unico imputato lo aveva espresso anche la sua difesa formata dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini. A LaPresse, l’avvocato Camporini aveva dichiarato, al termine della passata udienza dedicata alle repliche ed alle controrepliche delle varie parti: “Se Bossetti è ottimista? Lui secondo me sì, è convinto che verrà provata la sua innocenza. Se non dovesse essere così andiamo avanti”.