Poco alla volta si sta componendo il tragico quadro dietro la morte di Sara Di Pietrantonio, la studentessa 22enne aggredita, strangolata e poi bruciata dal suo ex fidanzato, Vincenzo Paduano. Il quotidiano Repubblica.it ha reso note le parole racchiuse nelle tredici pagine dell’interrogatorio di garanzia compiuto nei giorni scorsi dal gip, lo stesso che però non ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione a carico dell’assassino reo confesso. Emergono grandi incertezze nel racconto di Paduano, che lo stesso ha giustificato avanzando l’uso di cannabis: “Non mi è chiaro quanto accaduto. Sono certo che non era un gesto premeditato perché mai avrei voluto farle del male”, ha però specificato. Solo ieri si è appreso che una settimana prima del delitto di Sara Di Pietrantonio avvenuto in zona Magliana, periferia di Roma, Vincenzo aveva già aggredito la sua ex fidanzata, non sopportando la sua vicinanza al nuovo fidanzato Alessandro. Poi il silenzio, tramutatosi in omicidio dopo appena sette giorni. “Avrei preferito esserci io al suo posto”, ha rivelato il 27enne, prima di raccontare le dinamiche di quanto accaduto la notte tra il 28 ed il 29 maggio scorso. “Avevo versato tutto l’alcool in macchina ma Sara Di Pietrantonio si era sporcata. Non ho colpito Sara. Sono scappato, mi vergognavo. Ho acceso una sigaretta, eravamo vicini, stavamo continuando a discutere, c’è stata una fiammata. Me ne sono andato. Mi vergognavo”, ha aggiunto. A detta dell’ex fidanzato della Di Pietrantonio, in merito alla bottiglietta di alcol usata per dare fuoco alla macchina e poi alla stessa Sara Di Pietrantonio, lo stesso avrebbe rivelato nel corso dell’interrogatorio di garanzia di aver seguito il consiglio di un amico che gli aveva suggerito di incendiare l’auto del nuovo fidanzato dell’ex: “Alcune persone con cui mi sono confidato mi avevano suggerito di dare fuoco alla macchina di Alessandro”. Emblematica anche la paura della 22enne di essere perennemente spiata dall’ex. Oltre agli sms in cui Paduano le diceva di sapere esattamente dove si trovava – grazie forse anche all’app sul cellulare in grado di geolocalizzarla -, Sara Di Pietrantonio aveva confidato ad un’amica il dubbio che Vincenzo potesse spiare anche le sue chat private, essendo lui capace di craccare le sue password di Facebook.