Ultima settimana. 26 maggio: più di venti morti nel canale di Sicilia. 29 maggio, 700 morti accertati in tre giorni nel Mediterraneo. 3 giugno, 9 morti al largo di Creta, 117 cadaveri al largo delle coste libiche.

Soggetto: i migranti. E non sappiamo i corpi perduti nel fondo del mare, sbattuti dalle onde, che riaffioreranno prima o poi, facendo salire un conta tragica. Al 15 maggio, in quattro mesi e mezzo, si numeravano già 976 cadaveri recuperati dall’Italia e 376 dalla Grecia. Uomini, donne, bambini. Scappano da guerre terribili, da regimi terribili, da persecuzioni terribili. Scappano da una miseria che è ugualmente insostenibile, e dovrebbe toccare a noi, per capire. Ci sarà chi s’imbarca da sprovveduto sognando l’America al di là della terra d’Africa. Devono essere ben pochi, perché non risulta che i dementi abbiano forze e denaro per un viaggio tanto lungo e pericoloso. Sì, hanno il telefonino, e le magliette firmate, con firme taroccate, e sfido chiunque da questo a insospettirsi sul loro benessere. Ci staremmo noi, su un barcone alla mercé dei flutti, senza bere, mangiare, senza igiene, con la probabilità di morire, e quale speranza, all’arrivo? 



Bisogna essere disperati, per questo. Ci sarà chi, mischiandosi tra questi diseredati, prima o poi, approderà da noi per farsi e farci saltare in aria, vittima dell’indottrinamento e della miseria. Ma devono essere ben pochi. Ci saranno anche quelli preda del male, come noi. Ci sarà chi esige con prepotenza, dopo tanti patimenti, di essere finalmente trattato come un uomo, da noi incolpevoli, e gli andrà spiegato che doveri e diritti vanno di pari passo, almeno qui, dove la legge del più forte e del sopruso non è la legge. 



Ma bisogna pensare che faremmo noi, al loro posto, quanti avremmo rapinato, colpito, sbattuto giù dalla barca per guadagnare un pezzetto di spazio per noi, per i nostri figli. Nessun buonismo, neanche i disperati sono buoni, non lo siamo neppure noi, che abbiamo tutto. Nessun pietismo, ma solo la pietà, che per essere intelligente e non cieca deve fare i conti con la realtà. Accogliere tutti sempre e comunque è impossibile e stupido, se non si garantisce a chi accogliamo la stessa attenzione e cura che vediamo negli operatori, nelle forze dell’ordine, nei medici di Lampedusa. 

Non possiamo né dobbiamo riempire le nostre strade di persone illuse ancor più disperate e arrabbiate. Dire che non c’è un’emergenza è insensato e strumentale a secondi fini non così nascosti. Non si barattano i migranti con occhi più distratti sul nostro debito, perché in un caso si tratta di persone, non di monete. Non ci si sciacqua la bocca sul belpaese in crescita, se non abbiamo l’autorevolezza per pretendere, da un’Europa inutile ed egoista, di condividere alla pari il dramma di tanti, che comunque verranno. Non possiamo fermarli. 



Non basta neppure aiutarli là, dopo che per secoli abbiamo depredato la loro terra e stretto alleanze coi dittatori che ce l’hanno permesso. Non io, non tu, d’accordo. Noi eravamo comunque troppo distratti per accorgerci dei soprusi. Continuiamo, peraltro, a sostenere paesi come l’Arabia Saudita e la Turchia, che neanche troppo velatamente finanziano il terrorismo fondamentalista, prima causa di tanti viaggi della morte. 

Possiamo continuare a tergiversare, pensando che sbianchettare la Costituzione sia il primo interesse, che cambiare sindaco in qualche città ci doni sicurezza e fiducia? Possiamo esaltarci per uno zero virgola in più di occupazione, e mostrarci soddisfatti per un sorrisino della Banca Centrale? I profughi, i migranti sono l’unico, vero, serio problema, nel senso di pietra d’inciampo, nel senso di un fatto che non possiamo eludere né rimandare.  

Mestamente ricordiamo che altre morti ci han fatto ben più impressione, sono riuscite a sviarci dal politicume quotidiano, ci hanno visto protagonisti in parate e fiaccolate in memoriam. I morti sono tutti uguali, non si fanno confronti. Appunto. Sono tutti uguali, anche se vengono da lontano e hanno un altro colore della pelle. Sembra banale dirlo, in tempi di ossessione malata di politically correct. Ma anche qui, dipende da cosa serve a raccattar voti e immagine, e cosa meno. Europa, hai deciso di morire.